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La prevenzione del Virus Respiratorio Sinciziale

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La prevenzione del Virus Respiratorio Sinciziale
(Last Updated On: 20 aprile 2024)

SItI-SIMIT pubblicano un documento per la prevenzione delle infezioni

ILVirus Respiratorio Sincinziale (RSVRespiratory Sincytial Virus) è salito prepotentemente alla cronaca durante il Covid: era la diagnosi differenziale obbligatoria nelle pediatrie e nei pazienti geriatrici. Nel dopo pandemia, rimane uno dei virus più comuni che infettano i bambini ed è riconosciuto come un importante patogeno anche negli adulti. Più del 60% delle infezioni respiratorie acute, in bambini inferiori ai 5 anni di età (e più dell’80% nei bambini con meno di 1 anno), sono dovute a RSV. con 59.600 decessi nella fascia di età fino ai 5 anni. Nei bambini di età inferiore a 6 mesi, le infezioni acute delle vie respiratorie inferiori associate a RSV rappresentano circa 1,4 milioni di ricoveri e 27.300 decessi.

In Europa, negli adulti over 60, vengono stimati dal OMS circa 3 milioni di casi di sindromi respiratorie acute, più di 465 mila ospedalizzazioni e più di 33 mila decessi RSV-correlati, in ambito ospedaliero. In Italia, nel periodo 2001–2014, sono stati registrati 57.656 ricoveri per patologie da RSV. Si stima che nella sola stagione 2022-2023, circa il 50% delle sindromi simil-influenzali, nei bambini con meno due anni, sia stato causato dal virus sinciziale.

Lo abbiamo conosciuto meglio con il nuovo sistema di monitoraggio delle polmoniti: è un virus altamente trasmissibile che causa epidemie annuali, durante l’autunno e l’inverno, nei climi temperati. Il tasso di ospedalizzazione in età pediatrica è aumentato, nelle ultime stagioni, rispetto a quanto registrato negli anni precedenti. L’impatto negli adulti, certamente sottostimato, nel 2019 conta circa 290 mila casi di infezioni respiratorie acute da RSV, 26 mila ospedalizzazioni e 2 mila decessi.

L’infezione da RSV rappresenta la prima causa di bronchiolite nei bambini sotto l’anno di vita, di infezioni respiratorie acute (ARI), di bronchite asmatica/asma nei bimbi, adolescenti e giovani adulti, di riacutizzazione di Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), negli adulti e anziani e di polmonite interstiziale con Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), soprattutto se in presenza di co-morbidità (patologie polmonari croniche, cardiache croniche, cerebrovascolari, renali croniche e altre condizioni immuno-compromettenti).

La circolare diramata dalla Direzione generale della Prevenzione, a firma del suo direttore Francesco Vaia, oltre a fare un quadro globale dell’infezione, riassume le misure di prevenzione e immunizzazione contro RSV, prevedendo i seguenti temi:

Trasmissione. Diffonde da persona a persona, attraverso le particelle e le goccioline (di Flugge) rilasciate nell’aria da una persona infetta quando parla, tossisce o starnutisce. Il VRS può diffondersi anche attraverso le goccioline respiratorie che si depositano su superfici che altre persone toccano e che possono infettarsi con le mani contaminate, toccando il naso, la bocca o gli occhi. Questa modalità di trasmissione è comune nei neonati e nei bambini piccoli ad esempio portando alla bocca giocattoli infetti.

Fattori di rischio. Tutti i bambini sono a rischio di sviluppare una forma grave di infezione delle basse vie aeree da RSV tale da richiedere cure mediche, ambulatoriali o ospedaliere. Il rischio di infezione grave dipende da più fattori, tra cui in particolare: 1) stagionalità, in Italia solitamente nel periodo autunno-primavera (ottobre – aprile), 2) età inferiore ad 1 anno e, specialmente, inferiore ai 3 mesi.

Vi sono fattori di rischio aggiuntivi per una prognosi più grave, quali nascita pretermine, displasia bronco-polmonare, cardiopatie congenite emodinamicamente significative e altre malattie che implicano deficit immunitari o neuromuscolari. Il virus provoca anche frequenti reinfezioni in soggetti di età più avanzata. Le infezioni da RSV, in età adulta/anziana, possono portare a gravi complicazioni respiratorie. Nei pazienti adulti (≥60 anni) con condizioni di rischio e ospedalizzati, l’infezione da RSV si manifesta spesso come grave malattia delle vie respiratorie inferiori, con necessità di ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e letalità a breve e lungo termine.

Misure di igiene e protezione individuale. L’ECDC raccomanda le seguenti misure di protezione personali (non farmacologiche), valide per la maggior parte dei virus respiratori e utili per ridurre la trasmissione del virus:

-  evitare il contatto ravvicinato con persone malate;

lavare frequentemente le mani;

-  evitare di toccarsi gli occhi, il naso o la bocca;

-  seguire una buona igiene respiratoria e il galateo della tosse.

-  adottare anticorpi monoclonali e vaccini.

Attualmente, per la cura delle gravi forme di malattia delle basse vie respiratorie, sia nel neonato che nell’adulto, non esistono opzioni terapeutiche specifiche e sono limitate a terapie sintomatiche e misure di supporto (idratazione e ossigeno). Non sono disponibili terapie antivirali per l’RSV. Si può ridurre il rischio di contagio con approcci non farmacologici, come il lavaggio delle mani, non toccarsi il volto, mascherine, pulire le superfici, garantire la distanza da persone in caso di starnutazione o tosse, la non esposizione al fumo di tabacco.

Tuttavia, l’aspetto innovativo risiede nei nuovi approcci preventivi farmacologici: l’immunoprofilassi passiva con anticorpi monoclonali e la profilassi attiva mediante immunizzazione. Sono oggi disponibili anche vaccini ed anticorpi monoclonali.

La prima immunoprofilassi consiste nell’anticorpo monoclonale Nirsevimab, che ha un’efficacia del 74,5% per le infezioni delle basse vie respiratorie da RSV e del 62,1% per le ospedalizzazioni per le infezioni delle basse vie respiratorie RSV-correlate. Risultano al momento autorizzati, in Italia, anche due anticorpi monoclonali, palivizumab (SYNAGIS), destinato a nati pretermine e bambini ad alto rischio e nirsevimab (BEYFORTUS), destinato neonati e bambini nella prima infanzia durante la loro prima stagione di RSV,

Recentemente sono stati approvati e sono disponibili due vaccini per RSV: il ricombinante, bivalente non adiuvato, destinato sia agli adulti che alle donne in gravidanza (ABRYSVO) ed il vaccino ricombinante monovalente adiuvato, destinato agli adulti (AREXVY), entrambi con elevati profili di efficacia. Il vaccino ricombinante, bivalente, non adiuvato è indicato per la protezione passiva nei neonati dalla nascita fino ai 6 mesi di età, a seguito dell’immunizzazione della madre durante la gravidanza e per l’immunizzazione attiva dei soggetti di età pari o superiore a 60 anni. Il vaccino ricombinante monovalente adiuvato è indicato per l’immunizzazione attiva negli adulti di età pari o superiore a 60 anni. Anche un terzo vaccino a mRNA è in fase avanzata di sviluppo.

Per far fronte al quadro epidemiologico del RSV ed alla luce delle nuove opzioni di prevenzione a disposizione, per incentivare l’impiego dei nuovi strumenti preventivi, gli igienisti della Società Italiana d’Igiene (SItI) e gli infettivologi della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), assieme hanno redatto un Documento congiunto per stimolare alcune azioni urgenti, come l’uso preventivo del nuovo anticorpo monoclonale a lunga emivita (Nirsevimab) e l’impiego dei nuovi vaccini contro l’RSV, oggi disponibili. Si auspica, inoltre, che la vaccinazione contro l’RSV venga inserita nel calendario vaccinale e sia raccomandata negli adulti con più di 60 anni con co-morbosità e negli anziani over 75.

il Documento redatto “Prevenzione delle infezioni da Virus Respiratorio Sinciziale nella popolazione italiana” si propone come punto di partenza per quattro obiettivi:

1)     potenziare il sistema di sorveglianza per le infezioni virali respiratorie, in accordo con le indicazioni dell’OMS e dell’ECDC;

2)     considerare la disponibilità del nuovo anticorpo monoclonale come un’importante arma di prevenzione universale delle malattie da RSV, che andrebbe inquadrata in termini regolatori e organizzativi con un programma vaccinale preventivo che interessi la coorte di nuovi nati;

3)     considerare che i nuovi vaccini contro l’RSV oggi disponibili rappresentano un’opzione preventiva innovativa nei confronti di un bisogno medico ad oggi insoddisfatto; prevedere di inserire la vaccinazione contro l’RSV nel calendario vaccinale;

4)     vaccinare gli adulti >60 anni di età con co-morbosità e gli anziani >75 anni.

BIBLIOWEB:

Circolare Min San : Misure di prevenzione e immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (VRS) (PDF)

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Documento SItI-SIMIT Prevenzione delle infezioni da Virus Respiratorio Sinciziale nella popolazione italiana (PDF)

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Assunta Sartor

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