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Aviaria “One Health”

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Aviaria “One Health”
(Last Updated On: 3 marzo 2023)

Come impedire che l’influenza aviaria diventi una pandemia? L’analisi di Nature

Sec’è una patologia che si accosta perfettamente al modello preventivo “one health”, proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, questa è sicuramente l’influenza aviaria. Le versioni ancestrali dell’attuale virus H5N1 circolano tra gli uccelli da più di un ventennio e non hanno ancora acquisito la capacità di diffondersi epidemicamente agli esseri umani. Questo porta a pensare che il rischio di una pandemia sia basso. Per un mondo ancora provato dal Covid, la prospettiva di un’altra tragedia globale è comunque allarmante!

Il recente aumento dei casi tra gli uccelli selvatici e la scoperta che il virus può essere trasmesso ai mammiferi aumentano il rischio che il virus possa iniziare a diffondersi nell’uomo. Il lago di Garda è l’epicentro di un’ondata da virus A, ceppo H5N1, che sta decimando le colonie di gabbiani. L’anomala e aggressiva diffusione del virus, con tutte le sue implicazioni veterinario­sanitarie, è finita sotto la lente del ministero, che ha imposto un monitoraggio ed una sorveglianza speciali.

Questo virus è il risultato di un riassortimento con il H13 che circolava nei gabbiani, secondo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna La zona gardesana è una di quelle con la più alta concentrazione di allevamenti ed è chiaramente esposta. Mancano numeri aggiornati, ma sono sicuramente molto elevati. Ogni volta le segnalazioni riguardano 30­40 capi morti. L’allarme è in atto da tempo: si va dall’analisi uscita su Nature, al monitoraggio del OMS, di ECDC ed italiana.

La morte di una bambina in Cambogia (dopo aver contratto l’influenza aviaria H5N1) ha rinnovato le preoccupazioni sulla possibilità che possa scatenare un’infezione nelle persone o, addirittura, una pandemia. Se ciò dovesse accadere, esistono vaccini approvati contro l’aviaria e l’OMS monitora l’evoluzione del H5N1 in modo che i vaccini possano essere aggiornati di continuo. Nella peggiore delle ipotesi, si prospetta comunque qualcosa di ben diverso da ciò che è stato il Covid.

Tutti i virus influenzali di tipo A sono noti per l’instabilità genetica. Sono soggetti a numerose mutazioni durante la replicazione del DNA e risultano privi di meccanismi di correzione. Il fenomeno, definito di “deriva genetica”, genera cambiamenti nella composizione antigenica di questi virus. Una delle attività principali della sorveglianza influenzale, è quella dedicata al monitoraggio di questi cambiamenti, condizione di base per la scelta di una appropriata composizione vaccinale.

I virus di tipo A possono andare incontro a ricombinazione del proprio corredo cromosomico, secondo un processo definito di “shift genetico”, che fa sì che vengano prodotti nuovi sottotipi virali, diversi da quelli parentali e capaci di indurre la malattia anche in soggetti che siano stati preventivamente vaccinati contro i ceppi di origine. Si conoscono almeno quindici sottotipi di virus influenzali che infettano gli uccelli, anche se tutte le epidemie di influenza altamente patogenica sono state causate da virus di tipo A appartenenti ai sottotipi H5 e H7. Quelli del sottotipo H9 sono solitamente a bassa patogenicità.

La maggior parte dei casi umani di influenza A (H5N1) e (H7N9) vengono acquisite principalmente attraverso il contatto diretto con animali infetti (vivi o morti) o ambienti contaminati. Questi virus non hanno acquisito la capacità di trasmissione prolungata tra gli esseri umani. Il controllo, quindi, della malattia nella fonte animale è fondamentale per ridurre il rischio per l’uomo.

Segni e sintomi nell’uomo. I dati attuali indicano un periodo di incubazione medio di 2 – 5 giorni e fino a 17. Le infezioni umane da influenza aviaria (ma anche suina e da altre zoonosi) possono causare malattie che vanno da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (con febbre ≥ 38°C e tosse) fino ad una rapida progressione, con dispnea e polmonite grave, ipossiemia, sindrome da distress respiratorio acuto, disfunzione multiorgano, shock settico e infezioni batteriche e fungine secondarie; persino a morte.

I sintomi del tratto respiratorio superiore come mal di gola o corizza sono meno comuni. Quelli gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea, sono stati riportati più frequentemente nell’infezione da A(H5N1). La congiuntivite è stata segnalata anche nell’influenza A(H7). Le caratteristiche della malattia come il periodo di incubazione, la gravità dei sintomi e l’esito clinico variano a seconda del virus che causa l’infezione, ma si manifesta principalmente con sintomi respiratori.

Nel decorso clinico di alcuni pazienti sono stati riportati anche altri segni, come diarrea, vomito, dolore addominale, sanguinamento dal naso o dalle gengive, dolore toracico. L’encefalite con encefalopatia, sono state segnalate in misura variabile, a seconda del sottotipo.

Diagnosi & test di laboratorio. L’OMS, attraverso il suo Global Influenza Surveillance and Response System (GISRS), aggiorna periodicamente i protocolli di guida tecnica per il rilevamento dell’influenza zoonotica negli esseri umani, utilizzando metodi molecolari, ad esempio RT-PCR e altri.

I test diagnostici rapidi (RIDT) hanno una sensibilità inferiore rispetto alla PCR e la loro affidabilità dipende in gran parte dalle condizioni in cui vengono utilizzati. I metodi “fast” disponibili in commercio, in generale, non possono fornire informazioni sui sottotipi. I RIDT sono talvolta utilizzati in contesti clinici, ma il loro uso nel rilevamento di virus zoonotici è limitato.

I virus dell’influenza, con il vasto serbatoio silenzioso negli uccelli acquatici, sono impossibili da sradicare. L’infezione da influenza zoonotica negli esseri umani continuerà a verificarsi. Per ridurre al minimo il rischio per la salute pubblica, è essenziale la sorveglianza animale e umana, associata ad un’indagine approfondita su ogni episodio infettivo multiplo, pianificando la prevenzione pandemica calcolando sul rischio.

È possibile fermare l’influenza aviaria e, se sì, come? Riportiamo l’analisi pubblicata su Nature.

Proteggere il pollame. Gli allevamenti di pollame sono un campo di battaglia fondamentale nella lotta contro l’H5N1, il ceppo attualmente in circolazione. I focolai negli allevamenti minacciano la sicurezza alimentare e offrono la possibilità che il virus si diffonda ai lavoratori agricoli. Per decenni, gli agricoltori hanno controllato la malattia abbattendo gli animali infetti. Ma ora, con molti Paesi che registrano focolai in decine di aziende agricole ogni mese, questa soluzione sta diventando insostenibile. Alcuni Paesi, tra cui la Cina, vaccinano il pollame per limitare la diffusione e la gravità della malattia e altri governi, in tutto il mondo, stanno attuando politiche di vaccinazione o stanno pensando di farlo. Un problema dei vaccini esistenti è che rendono i volatili positivi ai test di screening.

Conservare la fauna selvatica. Nell’ultimo anno l’H5N1 si è radicato nelle popolazioni di uccelli selvatici, ma ci sono “alcuni piccoli cerotti che possiamo mettere”, secondo David Stallknecht, epidemiologo USA. Somministrare vaccini agli uccelli selvatici è logisticamente difficile. Per la maggior parte, gli uccelli devono sviluppare una resistenza alla malattia attraverso l’infezione e molti di loro moriranno in questo processo. I vaccini potrebbero aiutare a proteggere alcune specie. Le aquile calve (Haliaeetus leucocephalus) possono essere gravemente colpite dal virus e ciò preoccupa per l’impatto a lungo termine sulla popolazione.  

Prevenzione. Alcuni ricercatori stanno cercando di capire quali uccelli selvatici siano più gravemente colpiti dall’influenza aviaria e le implicazioni che ne derivano. Oltre ad aiutare gli scienziati ad indirizzare misure di conservazione, queste ricerche potrebbero dare agli agricoltori un’idea più precisa di quando l’influenza aviaria potrebbe essere diretta verso di loro se viene dimostrata la coincidenza con i periodi di migrazione di alcune specie.

Sistema di risposta globale. Attraverso un Sistema Globale di sorveglianza e risposta all’influenza, l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite monitora l’evoluzione del virus ed effettua analisi del rischio. Ai fini della prevenzione delle pandemie, l’OMS può anche raccomandare lo sviluppo di nuovi stipiti antigenici candidati al vaccino. L’agenzia ha sottolineato l’importanza della sorveglianza globale per rilevare e monitorare i cambiamenti molecolari, epidemiologici e clinici associati ai virus emergenti o circolanti che possono avere un impatto sulla salute umana o animale.

Attualmente non esiste un vaccino in quantità adeguata a proteggere l’intera popolazione. L’OMS raccomanda a tutte le persone che lavorano a contatto con pollame o volatili, di sottoporsi alla vaccinazione contro l’influenza stagionale per ridurre i rischi potenziali. Studi sugli animali e dati osservativi sull’uomo suggeriscono che il farmaco antivirale “Tamiflu” sia efficace contro H5N1, anche se sono stati segnalati ceppi resistenti. Sono sempre da considerare i DPI, come le maschere facciali, nell’ostacolare la diffusione della malattia.

Il CDC europeo ha dichiarato che, nel complesso, “…il rischio di trasmissione dell’influenza zoonotica alla popolazione generale, nei Paesi del UE/SEE, è da considerare basso”. Per ora solo i gruppi professionalmente esposti, come gli abbattitori, presentano un livello stimabile da basso a medio.

BIBLIOWEB:

WHO – Influenza (Avian and other zoonotic)  https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/influenza-%28avian-and-other-zoonotic%29
ECDC https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/cluster-avian-influenza-cambodia
Epicentro Link influenza aviaria https://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/link
Conoscere l’influenza https://amicimedlab.altervista.org/?p=2725
Influenza. Raccomandazioni 2017-2018 http://newmicro.altervista.org/?p=3327
Vaccini d’autunno http://newmicro.altervista.org/?p=4816
Influenze 2017 – 2018 http://newmicro.altervista.org/?p=3573
Streptococco A e infezioni invasive (iGAS) http://newmicro.altervista.org/?p=9879
Fabrizio Pregliasco – CONOSCERE L’INFLUENZA – 2012 (vedi PDF-FlipBooK)

 Presentazione: Fabrizio Pregliasco – CONOSCERE L’INFLUENZA – 2012 (PDF-FlipBooK)

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Sandro Pierdomenico

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