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Intestino versus Infezioni

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Intestino versus Infezioni
(Last Updated On: 3 aprile 2024)

Sappiamo che un intestino sano combatte le infezioni. Un nuovo studio rivela come

Man mano che si scopre sempre di più sul microbioma, cresce l’interesse per i trattamenti basati sul microbioma stesso. La Food and Drug Administration statunitense, più di un anno fa, ha approvato il primo prodotto a base di microbiota fecale (Rebyota) per prevenire il ripetersi dell’infezione da Clostridioides difficile negli adulti. Nell’aprile è stato approvato un secondo trattamento per il microbiota orale (Vowst). I batteri intestinali sono più forti quando si tratta di prevenire le malattie infettive.

Alla gente non interessa molto la resistenza agli antibiotici: il pensiero comune è che ciò influenzi soprattutto le altre persone. Al contrario, hanno a cuore la propria salute e quella dei propri figli. Decine di milioni di persone utilizzano ogni giorno probiotici e prebiotici, su indicazioni vaghe e solo raramente testate in robusti studi clinici. Esiste una discrepanza tra ciò che viene affermato attualmente, riguardo alla maggior parte dei probiotici e ciò che effettivamente sappiamo o sapremo, in futuro.

Il microbioma è una frontiera scientifica che ha un impatto su tutta la biosfera. Coinvolge la medicina umana e veterinaria, l’agricoltura e l’ambiente. La sua conoscenza aumenta in modo “incrementale”, come previsto. Più microbi ci sono, più nutrienti diversi è probabile che mangino, aumentando le possibilità di sovrapposizione dei nutrienti con l’agente patogeno, diventando dei veri “competitors” nei confronti del patogeno.

La ricerca ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni, dagli studi cruciali iniziati negli anni ’70, al lancio del “Progetto Microbioma Umano”, nel 2007. Le scoperte rivoluzionarie hanno gettato le basi per applicazioni cliniche più recenti, come il trapianto di microbiota fecale (FMT: intervento di successo per le infezioni ricorrenti da Clostridioides difficile) associato a tecniche avanzate, per esplorare nuovi percorsi terapeutici. Eppure, la “rivoluzione del microbioma” è appena iniziata. Sul sito ClinicalTrials.gov, scopriamo che ci sono 471 studi registrati utilizzando FMT, riguardanti un’ampia gamma di malattie, comprese le patologie metaboliche, immunologiche, autoimmuni, infiammatorie, degenerative e neoplastiche.

Secondo un recente (2023) studio pubblicato su Science, quando una comunità ampia e diversificata di batteri intestinali compete con i microrganismi patogeni per i nutrienti, gli agenti morbigeni potrebbero non avere abbastanza carburante per invadere il corpo. Lo studio, tra i primi ad adottare un approccio sistematico per affrontare la competizione tra agenti patogeni e commensali, si propone l’identificazione dei microbi utili nel trattamento delle infezioni, rilevando che alla maggiore sovrapposizione si associa la migliore protezione dell’ospite.

In vitro, i ricercatori hanno esaminato 100 ceppi comuni di batteri intestinali umani, confrontandoli ciascuno con due patogeni: Klebsiella pneumoniae e Salmonella typhimurium (causa, rispettivamente, di polmonite e intossicazione alimentare). Entrambi possono diventare resistenti agli antibiotici. Alcuni commensali hanno bloccato la crescita dei patogeni, meglio di altri (Escherichia coli ha ottenuto i risultati migliori!); nessuno però, da solo, è riuscito a prevenire la colonizzazione morbigena.

Quando i ricercatori hanno utilizzato un pool dei 10 migliori “combattenti” degli agenti patogeni, la protezione è risultata molto più solida. La combinazione di 50 specie ha funzionato ancora meglio, soprattutto quando includevano E coli. I test sui modelli murini hanno mostrato risultati ottimali!

L’aumento del numero di specie nel microbioma tende a migliorare la capacità protettiva delle comunità. E’ fondamentale però la presenza di alcune specie intestinali chiave. Rispetto ad altre, queste (tra cui E coli) massimizzano il consumo di sostanze nutritive. Individualmente, non presentano una sovrapposizione sufficiente per fermare la crescita dei patogeni, ma come insieme comunitario forniscono una efficace protezione.

Le sostanze nutritive a disposizione dell’agente patogeno sono quindi impoverite, con conseguente blocco dell’azione nociva. Non sorprende che la competizione per le risorse sia ciò che fornisce la resistenza alla colonizzazione: ma non ne avevamo le prove! Si apre un nuovo filone di ricerca con l’effetto di blocco dei nutrienti, convalidando con successo combinazioni di batteri protettive contro un determinato agente patogeno.

Per ora, lo studio serve soprattutto a raccomandare una dieta ricca di fibre (per promuovere la salute dell’intestino), aprendo alla conoscenza dei batteri più utili nel microbiota umano. Con future ricerche potremo capire di quali specie i pazienti hanno bisogno, per prevenire o combattere un’infezione, al fine di attenuare o rallentare particolari processi patologici.

Il legame tra microbioma e salute è sicuramente “pervasivo”: sono poche le condizioni escluse dalle possibilità preventive o terapeutiche.

È davvero una “nuova frontiera” della Medicina!

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Lucia Collini

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