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L’ideologia e il morbillo

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L’ideologia e il morbillo
(Last Updated On: 6 marzo 2015)

Un’epidemia di morbillo è in corso nel Paese più potente e sviluppato del mondo, gli Stati Uniti, in cui negli ultimi mesi sono stati segnalati oltre 121 casi in 17 stati, la maggior parte dei quali collegati a un focolaio iniziato nel parco divertimenti di Disneyland in California.
Solo 15 anni fa il Center for Disease Control and Prevention (CDC) aveva dichiarato l’eradicazione del morbillo endemico, della rosolia e della sindrome da rosolia congenita.

La recente epidemia ha ridestato una polemica storica sui valori duraturi della salute pubblica, della libertà di scelta personale e dei diritti dei genitori.
In questa vicenda il diritto di ciascun cittadino di compiere in autonomia le scelte che riguardano la propria salute e quella dei propri figli minorenni si contrappone a quello della collettività di preservare i vantaggi, in termini di prevenzione, conseguiti attraverso decenni di vaccinazione di massa.
A ciò si aggiunge il risentimento affiorante nei riguardi di chi, in nome dell’autodeterminazione, rischia di compromettere il cosiddetto “effetto gregge”, vanificando in parte gli sforzi per l’immunizzazione globale e mettendo quindi a repentaglio la salute di tutti.

I dati più recenti non sembrano per niente rassicuranti nemmeno in Europa.
Secondo l’European Centre for Disease Control (ECDC), da dicembre 2013 a novembre 2014, sono stati segnalati 3.840 casi di morbillo da 30 Stati membri dell’EU/EEA (65% confermati in laboratorio).
L’Italia ha il maggior numero e il più alto tasso di segnalazioni (n=1921, 32,2 casi per milione di abitanti), seguita dalla Germania (n=348), dalla Francia (n=269) e dai Paesi Bassi (n=250).
Emerge che in molti Paesi Europei (inclusa l’Italia), gli obiettivi di copertura vaccinale (CV) necessari per l’eliminazione (?95% nella popolazione) non sono raggiunti.
In Italia, la CV per la prima dose di vaccino per il morbillo (MPR) nei bambini a 24 mesi di età nel 2013 (coorte del 2011), è stata pari al 90% circa e si teme che i risultati dei prossimi anni saranno anche peggiori, presumibilmente con importanti differenze regionali.

I dati nazionali confermano che il morbillo ha ancora un impatto di salute elevato.
Le coperture vaccinali per MPR non sono ottimali e pertanto sono presenti sacche di persone suscettibili al morbillo, soprattutto tra gli adolescenti e i giovani adulti.
Nel 2014, secondo il sistema di sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia dell’Istituto Superiore di Sanità i casi di morbillo segnalati sono stati 1674.
L’incidenza dei casi di morbillo nel 2014 è stata pari a 2,8 casi per 100.000 abitanti.
Il 58% dei casi si è verificato nella fascia di età 15-39 anni (età mediana dei casi 23 anni), a dimostrazione che, oltre a CV inadeguate nei bambini piccoli, sono ancora presenti nel nostro Paese gruppi di popolazione suscettibili al morbillo nelle fasce di età degli adolescenti e degli adulti.

Una lettura di questi dati impone di non abbassare la guardia e di prendere seriamente in considerazione gli effetti delle nuove ideologie anti-vaccinali, che ritornano minacciosamente a far breccia nella popolazione.
Rischiamo di ritrovarci nella tragedia dei beni comuni (Garrett Hardin, Science 1968): “se fossero gli utilizzatori di un pascolo libero, padri e madri assillati da dubbi e spaventati da dati fraudolenti, reagiscono massimizzando l’interesse e la libertà individuale.
Il vero pericolo (nascosto ai loro occhi) è rappresentato dalla falsa percezione che il bene comune (la salute) sia illimitato e sempre costante”.
Se le scelte individuali continueranno ad essere preferite rispetto agli interessi della collettività potremmo giungere presto ad una soglia critica, oltre la quale, come la Storia insegna, c’è solo il fallimento del contratto sociale e la ricomparsa di nemici potentissimi che pensavamo di aver sconfitto molto tempo fa.
Il morbillo è uno di loro.
Il morbillo non spaventa più (anche perché non è più bagaglio culturale dei genitori).

Quanto più sarà frequente il numero di genitori che decidono, certamente in buona fede e in alcuni casi animati da paure e obiezioni che meritano comprensione, di non vaccinare i propri figli, tanto più sarà messo a repentaglio l’enorme vantaggio sociale che abbiamo conquistato grazie all’immunizzazione di massa.

Può essere utile leggere (o rileggere) Roald Dahl, scrittore inglese per bambini, che nel 1986, descriveva con raggelante sincerità, la malattia che aveva portato alla scomparsa, nel novembre del 1962, dell’amata figlia Olivia, in una brochure della Sandwell Health Authority del Regno Unito, per spiegare ai genitori quanto fosse importante vaccinare i propri figli.
Olivia morì per un’encefalite, complicanza non comune (1/1.000) del morbillo, rispetto alla quale, ancora oggi la medicina moderna è completamente impotente.
Da allora il padre la ricorda sul sito web.

“Olivia, la mia figlia più grande, si è presa il morbillo quando aveva sette anni.
Mentre la malattia compiva il suo decorso, ricordo che le leggevo dei libri mentre era a letto e che non ero particolarmente allarmato.
Poi, una mattina, mentre già iniziava a stare meglio, ero seduto sul suo letto e le facevo vedere come fare dei piccoli animali con degli scovolini colorati, e quando era il suo turno ho notato che le sue dita e la sua testa non stavano lavorando le une con l’altra, e che lei non riusciva a fare niente.
“Ti senti bene” le ho chiesto? “Mi sento assonnata”, mi ha risposto.
Nel giro di un’ora aveva perso conoscenza.
Dodici ore dopo era morta”.

In risposta all’ epidemia, l’American Academy of Pediatrics (Comitato per le malattie infettive) ha pubblicato un aggiornamento del Red Book, sulle vaccinazioni pediatriche.
Tra le news le raccomandazioni sulla vaccinazione anticipata del vaccino morbillo – parotite – rosolia che andrebbe somministrato, durante le epidemie o prima di un viaggio internazionale, tra il sesto e l’undicesimo mese di vita, anziché, come normalmente avviene, tra i dodici e i quindici mesi di età.
In questo caso, servirebbero due richiami.
Sempre su MPR La seconda dose di vaccino va comunque iniettata a tutti coloro che siano stati vaccinati una sola volta, anche a quelli con più di dodici anni.

BIBLIOWEB

http://roalddahl.com/roald-dahl/timeline/1960s/november-1962

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Sandro Pierdomenico

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