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Sorveglianza del sito chirurgico

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Sorveglianza del sito chirurgico
(Last Updated On: 15 gennaio 2022)

I dati 2020 del sistema SIChER dell’Emilia Romagna

Leinfezioni del sito chirurgico, anche se poco rappresentate nel gruppo delle infezioni nosocomiali, sono una categoria “ad alto rischio”. Solide evidenze scientifiche (CDC) dimostrano come, la partecipazione a sistemi di sorveglianza multicentrici, si associ a riduzione dell’incidenza delle infezioni in chirurgia. Sono pochi in verità gli esempi di studio sistematico con monitoraggio annuale: proprio per questo è ancora più importante quanto viene attuato da un gruppo di lavoro “storico”, di cui fa parte Maria Luisa Moro.

Da 15 anni in Regione Emilia Romagna è in essere un controllo automatizzato del sistema “sito chirurgico” (dal 2005): si chiama “Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico” – (SIChER). Nel 2020 ha raccolto dati su 110.926 procedure, relative a 41 categorie chirurgiche, in 48 presidi ospedalieri della Regione. Il lavoro viene coordinato dall’Agenzia sanitaria e sociale regionale (ASSR). Rappresenta il quarto anno di attività del sistema SIChER, mostrando costanti miglioramenti nella capacità di rilevare le infezioni.

I dati raccolti rappresentano, per le categorie sorvegliate, il 77,1% dell’attività chirurgica regionale degli ospedali pubblici. Il 56,3% delle infezioni viene diagnosticato durante la sorveglianza post-dimissione ed il 39,1% degli episodi coinvolge i tessuti profondi o gli organi/spazi interessati dall’intervento. Nel 2020, nella regione, il rischio globale di infezione è stato pari al 1,2%.

Questi risultati, comprensivi anche dei dati sulle infezioni non segnalate in SIChER, derivano da vari  flussi informativi (SDO, LAB e PS) ed indicano la necessità di proseguire sulla strada, già tracciata, per migliorare ulteriormente la qualità e la completezza della sorveglianza, sulla base delle specifiche tecniche fornite dal Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC). Vista la frequenza delle infezioni del sito chirurgico e la loro rilevanza, in termini di salute pubblica, questa attività rappresenta un interesse strategico in ambito regionale (ma anche nazionale).

A partire dal 2017 è stata implementata una versione aggiornata di SIChER con collegamento alle schede di dimissione ospedaliera (SDO). Permette di integrare le informazioni raccolte con quelle già presenti nel flusso dei ricoveri. La SDO (DM sanità del 28 dicembre 1991) è parte integrante della cartella clinica e strumento ordinario per la raccolta delle informazioni relative a ogni  paziente dimesso dagli ospedali pubblici e privati, dell’intero territorio nazionale.

I dati raccolti descrivono sia aspetti clinici del ricovero (diagnosi e sintomi rilevanti, interventi chirurgici, procedure diagnostico-terapeutiche, impianto di protesi, modalità di dimissione), sia aspetti organizzativi (unità operativa di ammissione e di dimissione, trasferimenti interni, soggetto che sostiene i costi del ricovero). Attraverso il link con la SDO, è quindi possibile stimare quanta parte dell’attività chirurgica regionale sia coperta dal sistema SIChER.

Vengono inoltre rilevati dati relativi ad alcune categorie di intervento. Tali tipologie sono quelle proposte dal National Healthcare Safety Network (NHSN) degli Stati Uniti e aggregano procedure tra loro simili. Se durante una stessa seduta operatoria il paziente viene sottoposto a più interventi, che afferiscono a categorie differenti, si assegna come risultante la categoria a maggior rischio di infezione, secondo l’algoritmo proposto nel NHSN: “Principal Operative Procedure Selection Lists” (in base alla Division of Healthcare Quality Promotion, 2008; NHSN, 2011).

I pazienti sottoposti ad una delle procedure prescelte, vengono inclusi nella sorveglianza; per ogni fase, viene raccolto un insieme di dati: durata dell’operazione, rischio anestesiologico, tecnica dell’intervento, grado di contaminazione del sito chirurgico. Dalla scheda di dimissione è poi possibile raccogliere ulteriori informazioni, di carattere demografico, come età e sesso del paziente.

I soggetti vengono monitorati durante il decorso post-operatorio, al fine di identificare l’eventuale insorgenza di una condizione che soddisfi i criteri di infezione, così come definiti, nel 1992, dal Center for Disease Control (CDC), con riferimento ai processi infettivi che coinvolgono direttamente i tessuti oggetto di una procedura chirurgica (i.e. area sopra la fascia muscolare, sotto la fascia muscolare o organi/spazi).

Attualmente vi è l’indicazione di seguire i pazienti per un periodo di 30 giorni, dopo un comune intervento chirurgico; per 90 giorni in caso di impianto di materiale protesico. Deve comunque essere sempre riportata la data di ultima osservazione del paziente, entro il periodo di follow up previsto. Per le infezioni superficiali, indipendentemente dall’impianto di una protesi, quelle verificatesi oltre il trentesimo giorno dall’intervento non vengono considerate come correlate all’atto chirurgico.

La durata del follow up è un indicatore importante. Permette di valutare la qualità della stima di incidenza delle infezioni. Tale durata, pur non avendo ancora raggiunto i valori ottimali, appare in miglioramento, rispetto agli anni precedenti: si registra infatti un follow up di un solo giorno, nel 3,9% dei casi. Da notare che nel 2020, la sorveglianza dopo la data di dimissione è stata effettuata in quasi il 58% delle procedure, mostrando una tendenza in evidente miglioramento rispetto agli anni precedenti. Questo risultato ha determinato un incremento della percentuale di infezioni diagnosticate dopo la dimissione (56,3% nel 2020) e spiega, in parte, l’incremento dei tassi osservati nell’anno.

Sono state riportate 1.205 infezioni del sito chirurgico. Il 39% coinvolge i tessuti profondi o gli organi/spazi interessati dall’intervento. Circa il 56,3% si è verificato post-dimissione. Il rischio varia nelle diverse categorie e in funzione della presenza di fattori di rischio: la Tabella 6 descrive l’incidenza delle infezioni, per ciascuna delle categorie di intervento sorvegliate, stratificata per “Infection Risk Index” – IRI.

Per le categorie che prevedono l’uso di materiale protesico, si registra una durata della  sorveglianza significativamente più lunga, rispetto alle altre (vedi Tabella 3).

BIBLIOWEB:

CDC – Division of Healthcare Quality Promotion (DHQP) https://www.cdc.gov/ncezid/dhqp/index.html
CDC – National Center for Emerging and Zoonotic Infectious Diseases (NCEZID) https://www.cdc.gov/ncezid/index.html
Konnor RY, Advanced Analysis in National Healthcare Safety Network (NHSN) Surgical Site Infection (SSI)
http://apic.org/Resource_/TinyMceFileManager/Implementation_Guides/22_CDC-AdvancedAnalysis-SIR-SlideSet.pdf
National Healthcare Safety Network (NHSN) report; data summary for 2011, device-associated module https://stacks.cdc.gov/view/cdc/21306
Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico in Emilia-Romagna. Interventi dal 1/1/2020 al 31/12/2020 – SIChER – ASSR Emilia Romagna  - ottobre 2021 (in PDF allegato) http://assr.regione.emilia-romagna.it/
Prevenzione delle infezioni in chirurgia ortopedica https://newmicro.altervista.org/?p=8571
Infezioni ospedaliere e PNRR https://newmicro.altervista.org/?p=8550
Igiene giudiziaria https://newmicro.altervista.org/?p=8387
Ictus & infezioni https://newmicro.altervista.org/?p=7725
La ripresa della Chirurgia https://newmicro.altervista.org/?p=7580
Infezioni ospedaliere in aumento: parola di SDO https://newmicro.altervista.org/?p=7281
Dieci anni di SDO https://newmicro.altervista.org/?p=7225

 Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico in Emilia-Romagna. Interventi dal 1/1/2020 al 31/12/2020 – SIChER – ASSR Emilia Romagna  - ottobre 2021 (PDF) 

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