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Piano nazionale anticorruzione – Criteri

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Piano nazionale anticorruzione – Criteri
(Last Updated On: 3 febbraio 2020)

ILPiano nazionale anticorruzione ha introdotto nel 2019 novità tali per cui è utile che le pubbliche amministrazioni utilizzino un approccio olistico per affrontarle, al fine di rendere più efficaci le misure previste. Siamo nel pieno del periodo in cui le pubbliche amministrazioni sono impegnate ad elaborare il piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza (art. 1 comma 5 della legge 190/2012), il cosiddetto PTPCT, per poterlo rendere definitivo entro il 31 gennaio 2020. Lo schema del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) ha introdotto alcune novità che cercano di ottimizzare le risorse impiegate, per migliorare l’efficacia delle azioni di riduzione e contrasto del rischio corruttivo.

Quattro i principi guida.  L’efficacia del PTPCT può essere davvero migliorata se l’amministrazione (ed il Responsabile della Trasparenza) si affida a:

1 – consapevolezza – ogni stakeholder (cittadini, personale dipendente, amministratori, politici, fornitori) deve conoscere le regole e le misure volte ad assumere decisioni imparziali;
2 – coinvolgimento – ogni professionalità deve partecipare attivamente alla definizione di comportamenti idonei a ridurre i rischi di decisioni
3 – visione integrata – l’amministrazione osserva ed analizza i propri processi al fine di definire misure per la riduzione di ogni rischio (di corruzione, trasparenza, per i dati personali, per mancato raggiungimento delle performance, ecc.);
4 - ciclicità – l’amministrazione stabilisce procedure per la revisione periodica (non solo quella annuale prevista dalla norma) delle misure di riduzione del rischio di corruzione.

L’applicazione di questi principi richiede, nella fase iniziale, un impegno di tutti i soggetti che hanno responsabilità all’interno dell’amministrazione che, peraltro, deve proseguire nelle successive revisioni periodiche. L’approccio olistico garantisce una visione integrata. Gli altri principi devono essere assicurati imparziali, attraverso un programma di costruzione del PTPCT, assistito da una specifica formazione di supporto all’applicazione pratica, del ciclo di gestione del rischio (inteso come classica sequenza di: “risk assessment-risk treatment-risk acceptance”).

La mappatura dei processi. Può rifarsi al registro delle attività di trattamento, previsto dall’art. 30 del Reg. UE 2016/679. Questo registro, di solito, contiene l’indicazione del Responsabile di ciascun processo, cioè della struttura interna che lo conduce e, quindi, di chi ne ha la responsabilità; questo facilita enormemente la possibilità di coinvolgere e rendere consapevoli i Responsabile (owner) del processo, nella costruzione del PTPCT. Il registro, tuttavia, contiene anche alcune “fasi”, trasversali a tutte le strutture interne dell’amministrazione: per esempio, la liquidazione di compensi a professionisti esterni (vedi avvocati per la struttura che si occupa di contenzioso, piuttosto che ingegneri per la struttura che si occupa di pianificazione territoriale).

Dal punto di vista della prevenzione della corruzione, questi processi, pur avendo un’unica finalità, devono essere analizzati in modo specifico, per ciascuna struttura, perché la loro conduzione può risultare più o meno esposta a rischi corruttivi: per esempio, liquidare le parcelle a due avvocati ogni anno è molto diverso dal liquidare le parcelle di 100 ingegneri. Vedremo che questa analisi può essere condotta con uno specifico metodo, volto ad allargare il cosiddetto contesto esterno (da valutare obbligatoriamente secondo le indicazioni dell’ANAC) oltre che il contesto interno.

L’oggetto dell’analisi, dunque, è il processo, inteso come insieme di attività svolto in una specifica struttura dell’amministrazione che aggiunge valore per un cliente (sia esso il cittadino piuttosto che il dipendente o, ancora, un partner della stessa amministrazione). Quindi, in questa ottica, questi processi, pur avendo un’unica finalità, devono essere analizzati in modo specifico, per ciascuna struttura, perché la loro conduzione può risultare più o meno esposta a rischi corruttivi. Un esempio, la numerosità delle parcelle da liquidare.

In questa ottica esistono:

a) processi specifici, da analizzare una volta sola con lo specifico owner;
b) processi trasversali, da analizzare tante volte quante sono le strutture che lo conducono.

Tutti diventano oggetto di indagine per il loro contesto esterno e per il relativo contesto interno.

Il contesto esterno: appalti e fenomeni corruttivi.  Lo schema di PNA, nell’Allegato 1, prevede che “l’analisi del contesto esterno abbia come duplice obiettivo quello di evidenziare le modalità con cui le caratteristiche strutturali e congiunturali dell’ambiente nel quale l’amministrazione si trova ad operare, possano favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi e, al tempo stesso, condizionare la valutazione del rischio corruttivo ed il monitoraggio dell’idoneità delle misure di prevenzione”.

Tuttavia, questo può essere considerato solo un primo livello di analisi del contesto esterno. Nell’approccio proposto, in cui ogni processo rispetto allo specifico owner, costituisce l’elemento atomico di analisi, per contesto esterno si intende tutto ciò che è al di fuori del processo: i clienti fruitori degli output, i fornitori degli input, lo strumento di contatto con il mondo esterno al processo, e così via. L’esempio classico è il processo di scelta del contraente: in molte amministrazioni, soprattutto locali, questo processo è di natura trasversale, nel senso che ogni settore (dipartimento, direzione, ufficio) può procedere autonomamente alla scelta del fornitore per un servizio o per un prodotto. Le dinamiche di questo processo, quindi, possono variare rispetto alla specifica operatività di ogni struttura per:

- numero di procedure effettuate;
- strumento utilizzato (MePA, piattaforma di e-procurement privata, avvisi senza ausilio di piattaforma);
- valore complessivo dell’azione amministrativa;
- tipologia di fornitore da scegliere.

Tutto questo deve essere valutato al fine di:

- giungere ad una misura omogenea che possa, coniugata con la valutazione del contesto interno, rendere comparabili tutti i processi;
- individuare, con maggiore precisione, gli interventi di riduzione del rischio.

Si tratta, quindi, di analizzare il contesto esterno al singolo processo, condotto dal singolo owner, secondo uno schema simile al seguente (vedi le TABELLE di seguito):

Tabuno

 Tabdue

Sarà costituita, in questo modo, una valutazione del contesto esterno (molto vicina al concetto di impatto, nella canonica valutazione del rischio). Naturalmente, ogni amministrazione, durante apposite sessioni di learningbydoing e di focusgroup, allargate ai responsabili di ufficio/settore/direzione ed assistite da personale specializzato, potrà definire, nel rispetto dei princìpi di consapevolezza e di coinvolgimento:

- le specificità che possano contribuire a caratterizzare i propri processi;
- i criteri da applicare ai singoli elementi;
- i valori da attribuire per la pesatura dei criteri;
- la tabella di classificazione dei valori finali, assunti dal singolo processo, per il contesto esterno.

BIBLIOWEB:

Sito ANAC http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/
Adempimenti Legge 190/2012 art. 1, comma 32 – Modalità operative per l’anno 2020 http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Comunicazione/News/_news?id=8fb8f72a0a7780423ffa5f9e624aa4d6
Relazione AIR http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Attivita/Atti/
determinazioni/2016/1310/Relazione%20AIR%20LG%2097.pdf
Risk Management & Trasparenza: quanto vale in ospedale? http://newmicro.altervista.org/?p=6153
Livelli Essenziali Anticorruzione http://newmicro.altervista.org/?p=4394
Dicono di Noi. Anticorruzione e Trasparenza in Sanità http://newmicro.altervista.org/?p=3183
Trasparenza, etica e legalità nel settore sanitario http://amicimedlab.altervista.org/?p=7825
Si fa presto a dire trasparenza http://amicimedlab.altervista.org/?p=5965

 

 Piano Nazionale Anticorruzione 2019 - Delibera n. 1064 del 13 novembre 2019 – ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione)  (PDF)

Un Click per Leggere

 ALLEGATO 1 _Indicazioni metodologiche per la gestione dei rischi corruttivi  – ANAC, 2019 (PDF)

Un Click per Leggere

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Marco Pradella

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