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Cuore di donna

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Cuore di donna
(Last Updated On: 15 agosto 2023)

Dolore Toracico Allarme ‘INOCA’ per le donne

Lepatologie di genere incominciano ad essere esplorate nelle loro diversità e varianti che fino a poco tempo fa sfuggivano alla cura o erano sottovalutate sia dalle pazienti che dai curanti. Più fragile ma più difficile da ‘ascoltare’ perché spesso non dà segnali di sofferenza, il cuore delle donne è ad alto rischio di ‘ischemia senza coronaropatia ostruttiva’ (Inoca), acronimo di Ischemia with Non-Obstructive Coronary Artery Disease, un problema poco conosciuto, poco indagato e ancora meno diagnosticato e trattato.

Il cuore femminile, perfino nelle più giovani, a volte ha già avuto infatti piccole ischemie, senza che ci siano le classiche coronarie ostruite, tipiche dell’infarto degli uomini di mezza età: il 50-70% di chi ha doloretti al petto e piccoli infarti visibili all’angiografia è una donna, con fattori di rischio cardiovascolari classici e non, con uno stato infiammatorio generale che può essere conseguenza di fattori più frequenti al femminile, come stress, disturbi dell’umore, fumo o malattie autoimmuni, oppure una conseguenza della menopausa.

L’attenzione sul tema è stato segnalato dagli esperti della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE) nel “Gise Women Complex clinical scenarios in interventional cardiology: what is the role of gender medicine?”, convegno interamente dedicato alla salute del cuore femminile, occasione per puntare i riflettori sulle malattie cardiovascolari nelle donne, perché tuttora queste patologie sono la prima causa di morte al femminile e anche in Italia rendono conto del 48% dei decessi delle donne contro il 39% negli uomini.

Inoca è un problema che può mettere a rischio la vita delle donne e perciò deve essere diagnosticato e trattato come indicato dal documento di consenso, redatto nel 2020 dall’European Association of Percutaneous Cardiovascular Interventions (EAPCI). Di questo fenomeno non abbiamo ancora dei numeri chiari perché fino a poco tempo fa questo aspetto della cardiopatia ischemica era ancora sottovalutato. Negli uomini la causa dell’infarto, che si presenta spesso con il classico dolore toracico oppressivo che si irradia al braccio, è spesso un’occlusione delle coronarie.

Nelle donne invece è frequente una patologia cardiaca più ‘silenziosa’, che può non dare segno evidente di sé perché i sintomi sono meno tipici e che soprattutto non dipende dall’avere le coronarie occluse. I dati macro mondiali ci dicono però che la quota di Inoca e Minoca può essere rilevante. Si è iniziato a mappare questi fenomeni per avere i dati precisi. Detto questo, infarto e ictus restano tuttora più spesso causa di morte nelle donne rispetto agli uomini, eppure la consapevolezza del rischio cardiovascolare femminile è scarsa. L’infarto ha un ritardo di 10 anni nelle donne rispetto agli uomini, ma la mortalità è più alta così come le complicanze, che per il 90% colpiscono proprio le donne.

Si è verificato che nel 70% dei casi di angiografia eseguita per indagare un’angina pectoris, ovvero il dolore al petto che è uno dei sintomi più frequenti di infarto, non c’è una coronaropatia classica con occlusione delle arterie che portano il sangue al cuore ma ci sono i segni di ischemia cardiaca, ovvero c’è un’ischemia Inoca, senza coronaropatia ostruttiva: sono donne dal 50 al 70% di questi pazienti che hanno avuto piccoli infarti e manifestano solo dolore toracico, senza una coronaropatia ostruttiva sottostante.

I sintomi riferiti dai pazienti Inoca sono molto eterogenei e sovente indicati come di origine non cardiaca, con conseguente sotto-diagnosi o diagnosi errata e trattamento inadeguato. I meccanismi fisiopatologici di Inoca sono multipli e includono la disfunzione microvascolare e lo spasmo epicardico. È importante considerare che la patologia non è innocua: rispetto alla popolazione generale, Inoca è associata ad una aumentata incidenza di eventi avversi cardiovascolari, ri-ospedalizzazioni, calo della qualità di vita e ingenti costi per i servizi sanitari.

In queste pazienti, nelle quali spesso l’unico sintomo che porta ad approfondire è l’angina, le coronarie sono compromesse e ci sono alterazioni micro-vascolari coronariche  Queste alterazioni del microcircolo sono più comuni nelle donne giovani, mentre le più anziane condividono con gli uomini la natura ‘occlusiva’ degli infarti. Le anomalie coronariche dipendono da fattori di rischio più comuni al femminile come il fumo, più frequente proprio nelle donne giovani, l’ipertensione, che spesso si sviluppa già in gravidanza e con l’andare degli anni è più comune al femminile, l’ipercolesterolemia, che aumenta dopo la menopausa così come la sindrome metabolica.

Alla base è possibile vi sia un incremento dell’infiammazione dei vasi, che oltre a essere più frequente dopo la menopausa, è anche indotta dalle malattie autoimmuni, che a loro volta colpiscono di più le donne. Lo stress psicosociale e i disturbi dell’umore concorrono ad aumentare le anomalie microvascolari coronariche e sono molto diffusi fra le donne. Senza contare patologie come la dissezione coronarica, che è più comune nella donna e specialmente in pazienti giovani nel peripartum ed è la principale causa di infarto miocardico nelle giovani donne.

Tutto questo indica l’importanza di un attento monitoraggio della salute del cuore femminile, per poter diagnosticare tempestivamente l’ischemia senza coronaropatia ostruttiva e intervenire nella maniera più adeguata come indicato dal Documento di Consenso EAPCI. La gestione di questa condizione comune nelle donne prevede innanzitutto un intervento sullo stile di vita che aiuti nella gestione del peso attraverso alimentazione ed esercizio fisico e che se necessario sostenga in un percorso di cessazione del fumo e di gestione dello stress.

I fattori di rischio eventuali, come ipertensione, ipercolesterolemia o diabete, devono essere gestiti accuratamente così come l’angina, attraverso farmaci specifici. Il primo passo, tuttavia, è aumentare la consapevolezza della popolazione in merito all’ischemia senza coronaropatia ostruttiva, un problema ancora troppo misconosciuto e sotto-diagnosticato.

Gli ftalati a basso peso molecolare vengono spesso aggiunti ai prodotti per la cura personale, come fragranze, smalti per unghie e alcuni prodotti per l’igiene femminile, come solventi, plastificanti e fissativi, spiegano i ricercatori. Ad alto peso molecolare vengono spesso aggiunti ai prodotti in plastica di cloruro di polivinile, come imballaggi alimentari in plastica, abbigliamento e pavimenti in vinile, come plastificanti.

I risultati dello Study of Women’s Health Across the Nation Multipollutant Study (SWAN-MPS), di Mia Q. Peng, PhD, MPH e colleghi, sono stati pubblicati online sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. ha aggiunto alcune prove a sostegno dei potenziali effetti diabetogeni degli ftalati, ma evidenzia anche che molto è ancora sconosciuto sugli effetti metabolici di queste sostanze chimiche.

Le donne bianche di mezza età che avevano livelli più elevati di alcuni prodotti di degradazione degli ftalati – classe di sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC), che agiscono come plastificanti – avevano un rischio significativamente maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 in un periodo di sei anni rispetto ad altre donne simili.

In un ampio studio prospettico, i ricercatori hanno trovato un’associazione tra livelli ematici più elevati di sostanze per – e polifluoroalchiliche (PFAS) e aumento del rischio di ipertensione nelle donne di mezza età. Le donne nel terzile più alto delle concentrazioni complessive di PFAS avevano un rischio aumentato del 71% di sviluppare ipertensione. I risultati suggeriscono che l’esposizione cumulativa a lungo termine, anche prima della mezza età, può aumentare il rischio di ipertensione e diabete.

Il vantaggio di ridurre l’esposizione della popolazione ai PFAS e la potenziale prevenzione dell’ipertensione e diabete e ipoteticamente di altre condizioni di salute sarebbe enorme. Maproprio come per Inoca, il laboratorio e i suoi dati svolgono un ruolo strategico.

BIBLIOWEB:

Sito EAPCI https://www.escardio.org/Sub-specialty-communities/European-Association-of-Percutaneous-Cardiovascular-Interventions-%28EAPCI%29
Sito GISE https://gise.it/  https://gise.it/documenticonsenso
Mehta PK, Huang J, Levit RD, Malas W, Waheed N, Bairey Merz CN. Ischemia and no obstructive coronary arteries (INOCA): A narrative review. Atherosclerosis. 2022 Dec;363:8-21. doi: 10.1016/j.atherosclerosis.2022.11.009. Epub 2022 Nov 12. PMID: 36423427; PMCID: PMC9840845. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36423427/
Bairey Merz CN, Pepine CJ, Walsh MN, Fleg JL. Ischemia and No Obstructive Coronary Artery Disease (INOCA): Developing Evidence-Based Therapies and Research Agenda for the Next Decade. Circulation. 2017 Mar 14;135(11):1075-1092. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.116.024534. PMID: 28289007; PMCID: PMC5385930 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28289007/
Ding N, Karvonen-Gutierrez CA,Mukherjee B. - Per- and Polyfluoroalkyl Substances and Incident Hypertension in Multi-Racial/Ethnic Women: The Study of Women’s Health Across the Nation  – Hypertension. 2022;79:1876–1886 Or publ 13 Jun 2022 https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/HYPERTENSIONAHA.121.18809
Center for Midlife Science – The Regents of the University of Michigan | U-M School of Public Health https://midlifescience.umich.edu/Projects_SWAN_Pollutant.php
Polipillola nel rischio cardiovascolare https://newmicro.altervista.org/?p=9418
Dopo la metformina SGLT2 https://newmicro.altervista.org/?p=8938
Dopo la metformina GLP1 https://newmicro.altervista.org/?p=8901
Diabete di cuore https://newmicro.altervista.org/?p=7736
Gli omega-3 e il cuore https://newmicro.altervista.org/?p=5387
Whats is Lipidomica? https://amicimedlab.altervista.org/?p=4000

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Ines Bianco

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