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La “Carta di Bucarest”

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La “Carta di Bucarest”
(Last Updated On: 19 aprile 2023)

In tutta Europa operatori sanitari in crisi: poco pagati, stressati e sempre più vecchi

Oms: “Intervenire subito o la sanità andrà in tilt” “Gli operatori sanitari sono la spina dorsale dei sistemi sanitari e la loro dedizione e il loro duro lavoro devono essere riconosciuti e sostenuti ora. Ciò porterà a sostanziosi benefici in termini di salute e benessere individuali e collettivi e preparerà meglio i paesi e la Regione europea, nel suo insieme, a gestire le emergenze sanitarie che ci attendono”. Queste le parole di Natasha Azzopardi-Muscat, direttore dei sistemi e delle politiche sanitarie nazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Regione Europa.

Non possiamo non essere in accordo con queste affermazioni che, è bene ricordare, non arrivano dal “fronte sindacale”, ma dell’OMS/Europa. Questi stessi concetti sono stati ribaditi ed ampliati nel summit co-organizzato da OMS/Europa e Ministero della Salute rumeno, svoltosi nella capitale rumena gli scorsi 22 e 23 marzo. A rimarcare tale posizione è stata adottata la “Carta di Bucarest”.

Undici punti, condivisi da 50 dei 53 paesi membri della Regione europea dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolineano che “…gli operatori sanitari e assistenziali sono la spina dorsale del sistema sanitario” e che è il momento di agire subito, per affrontare una crisi senza precedenti del comparto che lamenta carenza di organici, stipendi troppo bassi e condizioni di lavoro insostenibili, in moltissime realtà.

La crisi del personale sanitario in Europa non è più una minaccia incombente, è qui e ora. Gli operatori sanitari ed i lavoratori di tutta la nostra regione chiedono a gran voce aiuto e sostegno“, ha affermato il dott. Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa. “La pandemia di COVID-19 ha rivelato la fragilità dei sistemi sanitari e l’importanza di una forza lavoro sanitaria solida e resiliente. Non possiamo più aspettare per affrontare le pressanti sfide che il nostro personale sanitario deve affrontare. Sono in gioco la salute e il benessere delle nostre società: semplicemente non c’è tempo da perdere“.

Durante lo scorso anno, l’Europa ha assistito a un numero crescente di scioperi tra gli operatori sanitari, indetti per protestare contro condizioni di lavoro difficili e risorse insufficienti. In Francia medici e infermieri hanno indetto uno sciopero nazionale nel novembre 2022, con la partecipazione di oltre 100 mila lavoratori. Nel settembre 2022, più di seimila infermieri in Irlanda hanno scioperato, per preoccupazioni sulla bassa retribuzione e sulle cattive condizioni di lavoro.

In Germania, migliaia di operatori sanitari hanno partecipato ad uno sciopero nazionale nell’agosto 2022, per ragioni simili. E nel Regno Unito, scioperi di medici, infermieri e personale delle ambulanze hanno avuto un grave impatto sul sistema sanitario per mesi ed ancora continuano. Queste azioni sindacali riflettono chiaramente la crescente frustrazione e preoccupazione, evidenziando ulteriormente l’urgente necessità di un’azione su più fronti, per sostenere e investire nella forza lavoro sanitaria e assistenziale.

Un rapporto regionale pubblicato dall’OMS/Europa, nel settembre dello scorso anno, ha parlato di una “bomba a orologeria” che minaccia i sistemi sanitari in Europa e in Asia centrale. Ciò si associa al rapido invecchiamento della popolazione e ad una forza lavoro sanitaria anch’essa in gran parte incamminata verso la vecchiaia. La crescita delle malattie croniche e gli effetti della pandemia di COVID-19, avverte l’OMS, ci segnala che “…siamo vicini a un imminente collasso in aree chiave dei sistemi sanitari a meno che non vengano affrontate subito azioni politiche rapide e concrete, a partire dal personale sanitario”.

Il rapporto ha evidenziato che in 13 dei 44 paesi che forniscono dati, il 40% dei medici ha già 55 anni o più, il che rappresenta una sfida significativa per la sostenibilità della forza lavoro. Allo stesso tempo, i mercati del lavoro stanno cambiando, con una mobilità e una migrazione dei lavoratori sempre più complesse. Di conseguenza, alcuni paesi trovano sempre più difficile attrarre e trattenere i giovani nelle professioni sanitarie e assistenziali. In Italia in particolare.

Nonostante il numero storicamente elevato di operatori sanitari e assistenziali, in tutta la regione europea, i sistemi sanitari nazionali stanno lottando da tempo per tenere il passo con la crescente domanda di assistenza sanitaria, esacerbata dagli arretrati causati dalla pandemia, dalle crescenti aspettative dei pazienti e dai rischi per la salute poste dai cambiamenti climatici e dalle emergenze ambientali.

La pandemia di COVID-19, sottolinea l’OMS, ha solo aumentato le tensioni sull’assistenza sanitaria, portando stress, esaurimento e violenza nei confronti dei lavoratori, molti dei quali hanno lasciato il lavoro. Durante la prima ondata, nella primavera del 2020, la Regione ha registrato una incredibile crescita (62%) delle assenze dei sanitari. L’aumento dei problemi di salute mentale tra gli operatori è stato inoltre segnalato in quasi tutti i paesi della Regione e, in alcuni, più dell’80% degli infermieri ha riportato una forma di disagio psicologico, correlato alla pandemia.

Inoltre, l’OMS/Europa ha ricevuto segnalazioni secondo cui 9 infermieri su 10 avevano dichiarato la loro intenzione di lasciare il lavoro. In risposta a queste sfide, la Dichiarazione di Bucarest chiede un’azione politica per migliorare il reclutamento e creare le condizioni per il mantenimento in servizio degli operatori assistenziali, migliorare i meccanismi di offerta, pianificare e ottimizzare le prestazioni del personale sanitario.

Soprattutto, bisogna aumentare gli investimenti pubblici nell’istruzione, nello sviluppo e nella protezione della forza lavoro. La Dichiarazione riconosce i legami tra le priorità e la necessità di collaborare con tutte le parti interessate, compresi i rappresentanti del personale sanitario e assistenziale, i loro datori di lavoro, i ministeri nazionali delle finanze e dell’istruzione e le organizzazioni internazionali senza scopo di lucro, i trust e le fondazioni.

Non è più possibile ignorare le sfide che il personale sanitario deve affrontare“, ha affermato la dott.ssa Natasha Azzopardi-Muscat, Direttrice OMS del Dipartimento sulle politiche e sui sistemi sanitari dei paesi membri.

A noi non rimane che diffondere gli undici punti, che sono sicuramente dalla nostra parte!

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BIBLIOWEB:

OMS Europe region – BUCHAREST DECLARATION ON THE HEALTH AND CARE WORKFORCE High-level Regional Meeting on Health and Care Workforce in Europe: TIME TO ACT 22–23 March 2023, Bucharest, ROMANIA – (in PDF allegato)
Gli 11 punti della“Carta di Bucarest” -  (vedi infografica)
The Lancet la Società e la Salute https://newmicro.altervista.org/?p=9957
Resilienza Medica https://newmicro.altervista.org/?p=7730
Old Med & COVID 19 https://newmicro.altervista.org/?p=7233
Non si uccidono così anche i cavalli? http://newmicro.altervista.org/?p=6946
WAAW “One health” WAAD https://newmicro.altervista.org/?p=5037
Da Tokio Salute per tutti http://newmicro.altervista.org/?p=3660
Sanità Sostenibile http://newmicro.altervista.org/?p=3499
Non è vero che la sanità pubblica è insostenibile http://newmicro.altervista.org/?p=2408
Medici in fuga http://newmicro.altervista.org/?p=2110
Old Med http://newmicro.altervista.org/?p=2085
Non solo negli USA. Medice, cura te ipsum! http://newmicro.altervista.org/?p=1039

 OMS Europe region – BUCHAREST DECLARATION ON THE HEALTH AND CARE WORKFORCE: Time to act, 22–23 March 2023 (PDF)

Un Click per Leggere

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Giovanni Casiraghi

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