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(Last Updated On: 23 agosto 2020)

Le epidemie insegnano

Dopo il Coronavirus nulla resterà come prima. L’emergenza causata dall’arrivo del virus SARS-Cov-2 in Italia sta comportando una risposta straordinaria dell’intero sistema. Possiamo anche riflettere sulle possibilità di innovazione di cui potremmo beneficiare, in particolare in ambito di “lavoro agile” o smart working e formazione digitale: quanto si sta facendo su tali temi sono segnali interessanti.

Dimostrano che anche da situazioni di emergenza possiamo trarre importanti opportunità di riorganizzazione e ristrutturazione positiva delle attività. Incominciando dalla creazione di nuovi portali, come quello del Ministero della Funzione Pubblica. Si sta creando un nuovo modo di comunicazione governativa. Buone notizie in un momento in cui c’è davvero bisogno di essere efficaci ed efficienti, per rispondere all’emergenza. Questa situazione ha e avrà impatti importanti su diversi ambiti: da quello sociale a quello economico. Il contraccolpo si farà sentire.

Le situazioni di emergenza offrono anche l’opportunità di accelerare nella sperimentazione di soluzioni innovative. Se saremo capaci di sfruttare questa spinta al cambiamento, il passaggio dell’emergenza “Coronavirus” non avrà lasciato solo “macerie” ma avrà portato anche qualche elemento positivo. Da qualche anno lo smart working stava prendendo piede in diverse aziende e realtà produttive, anche in Italia.

Piani di welfare aziendale. Da tempo implementano progetti più o meno strutturati e articolati di smart working, non solo delle grandi imprese. È innegabile che la situazione di emergenza creata dal rischio contagio, ha in qualche modo rotto gli argini, specie nel pubblico, facendo sì che nuove soluzioni di questa modalità di lavoro venissero applicate con sempre maggior forza.

Tra le aziende, molte svolgono attività non direttamente impattate da nessuna delle ordinanze e delle restrizioni imposte dalle autorità. Ma quindi dove è il problema? La difficoltà, anche per queste aziende, è quella di gestire le preoccupazioni e le difficoltà gestionali delle “risorse umane”. Oltre ad avere dipendenti che potenzialmente lavorano nelle zone rosse e quindi che non hanno possibilità di spostarsi per recarsi presso la propria sede di lavoro, si hanno situazioni in cui è preferibile richiedere al proprio personale di non recarsi in ufficio.

Le aziende e le realtà produttive sono, loro malgrado, coinvolte nella gestione dell’emergenza sanitaria. Lo dimostra il tonfo dell’indice di borsa FTSE.MIB che ha perso molti punti percentuali dopo la diffusione della notizia dei contagi. Sicuramente lo smart working e la gestione di forza lavoro remota, non è la soluzione a tutte le problematiche che il rischio contagio introduce (si pensi a come si stanno modificando le supply chain a livello globale, solo per fare un esempio).

Tuttavia, è da sottolineare come la situazione critica abbia spinto a identificare e a sperimentare soluzioni innovative. Lo smart working, in questa situazione quindi, rappresenta il tentativo creativo e innovatore di rispondere a nuovi problemi trovando soluzioni e percorrendo nuove vie. Questa scelta permette, qualora dovesse essere identificato qualche caso di infezione, di ridurre la possibilità di contagio all’interno dell’azienda.

Inoltre, è possibile evitare di chiedere ai propri dipendenti di muoversi con mezzi pubblici e quindi diminuire le occasioni di promiscuità che potrebbero alimentare il contagio. Proprio per questi motivi, molte aziende stanno accelerando nell’adozione di programmi di smart working in modo da rendere produttive le persone anche fuori dalle canoniche sedi di lavoro.

Il lavoro agile o smart working è uno degli strumenti individuati dal governo come risposta ausilio alla pandemia COVID-19. Se da una parte ha concorso a una notevole diminuzione del rischio di esposizione al virus, per una fascia estesa della popolazione, dall’altra ha costituito uno scenario nuovo in cui ripensare il lavoro, con lo sviluppo di un modello “ibrido” di prestazione lavorativa, non esente da criticità, con inevitabili impatti su salute e sicurezza.

Elettrosmog. Alcuni consigli sono utili per ridurre i potenziali rischi associati allo smart working, primo fra tutti l’esposizione all’elettrosmog negli ambienti indoor, che non andrebbe mai sottovalutata.

Telefoni cellulari. È importante utilizzarli in condizioni di alta ricezione del segnale, è preferibile usare dispositivi di ultima generazione, caratterizzati da un basso assorbimento elettromagnetico, fare chiamate brevi o utilizzare auricolari e sistemi viva-voce in caso di lunghi colloqui. È inoltre doveroso evitare di dormire tenendo lo smartphone vicino al letto, magari in ricarica, o avere dispositivi elettronici (radiosveglie, segreteria telefonica ecc.) poggiati sul comodino.

Antenne. Per quanto riguarda il posizionamento delle antenne dei sistemi Wi-Fi, Bluetooth e reti senza fili, il consiglio è di installarli negli ambienti della casa meno frequentati, evitando di tenere inutilmente accesi nei luoghi di lunga permanenza il Wi-Fi e apparecchi elettrici.

PC. Senza entrare nello specifico modello (postazione fissa o pc portatile) la postazione lavorativa ha regole ergonomiche (presenti nei libretti d’istruzione del dispositivo). Ogni 2 ore prendersi una pausa di 5 o 10 minuti. E’ preferibile il collegamento via cavo (alternativa: interrompere la connessione Wi-Fi nei periodi di inattività. Evita che la continua ricerca di una rete generi inutili esposizioni).

Ambiente di Lavoro. Dal punto di vista della sicurezza, viene a mancare una categorizzazione dell’ambiente di lavoro, tradizionalmente basato su strumenti, spazi e tempistiche finalizzati ad una specifica produzione e inquadrati in un’organizzazione lavorativa che prevede un insieme di comportamenti corretti, atti a garantire la tutela dei lavoratori e la prevenzione di infortuni, malattie, contagi. Di qui la necessità di valutare un “intervento del legislatore per normare le criticità, specie sotto il profilo della tutela assicurativa sociale”.

La Circolare n. 1/2020 del 4 marzo del Ministro della Funzione Pubblica, ha fornito i chiarimenti sulle modalità di implementazione delle misure normative, a fronte delle quali i dipendenti, ma soprattutto i manager pubblici (per la cui inadempienza sono previste sanzioni), devono mettere in atto, in tempi estremamente rapidi, misure importanti “per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa” negli Enti e Pubbliche Amministrazioni.

Ricetta Elettronica. Con un’ordinanza della Protezione civile è stata attivata la “Ricetta medica via email o con messaggio su telefono”. L’assistito può chiedere direttamente al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del Numero di Ricetta Elettronica tramite:

a) trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (PEC) o quella di posta elettronica ordinaria (PEO);

b) comunicazione del Numero di Ricetta Elettronica con SMS o con applicazione per telefonia mobile, che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile;

c) indicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di Ricetta Elettronica, laddove l’assistito indichi al medesimo medico il “numero telefonico”.

Nella stessa ordinanza, disposta di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e con l’intesa del Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, vengono anche disciplinate tutte le modalità operative per farmacie e Asl, per i farmaci distribuiti in modalità diverse dal regime convenzionale e per i medicinali che richiedono un controllo ricorrente dei pazienti.

Una grande occasione quindi, per un cambiamento sostanziale dei processi, che tuttavia si scontra a volte con ostacoli non sormontabili con la semplice minaccia di sanzioni!

PerTesto

BIBLIOWEB:

Ministero per la Pubblica Amministrazione http://www.funzionepubblica.gov.it/
Circolare n. 1/2020 del 4 marzo – Ministro della Funzione Pubblica (in PDF allegato)
DIRETTIVA N. 2/2020 (in PDF allegato)
Portale Qualità PA http://qualitapa.gov.it/
AGID https://www.agid.gov.it/
Portale Scuola Nazionale dell’amministrazione -SNA http://www.sna.gov.it/
Digitalizzazione First  http://newmicro.altervista.org/?p=6890
Dipartimento per la trasformazione digitale http://newmicro.altervista.org/?p=6467
Noi PA http://newmicro.altervista.org/?p=6096
Buone carte per cambiare la PA (finalmente) http://newmicro.altervista.org/?p=5768
Cibersecurity & Blockchain in Sanità http://newmicro.altervista.org/?p=4646
L’e-Health è la nuova frontiera della sanità http://newmicro.altervista.org/?p=4372

 Circolare n. 1/2020 del 4 marzo – Ministro della Funzione Pubblica / DIRETTIVA N. 2 – 2020 (PDF)

Un Click per Leggere

 Circolare Smart-Working nella PA: misure di incentivazione – Ministro per la Pubblica Amministrazione – Sintesi (PDF)

Un Click per Leggere

 

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Francesco Sicurello

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