I richiami del Garante alle strutture sanitarie sono diventati un classico: quest’anno compaiono in un volume di gradevole consultazione che può servire anche come consultazione per trovare “la giusta interpretazione” dello spirito della legge.
Non sono mancate nemmeno i casi per ricordare che “la tutela della riservatezza e della dignità di una persona malata non viene meno neanche dopo il suo decesso, in particolare nei casi di suicidio”.
Vediamo alcune delle precisazioni che ci riguardano tutti.
La consegna di documentazione sanitaria (certificati, risposte, esami,…) deve avvenire in busta chiusa non solo quando questa viene effettuata nei confronti di soggetti delegati dall’interessato, ma anche nel caso in cui la documentazione sanitaria è consegnata allo stesso interessato da parte di personale non sanitario (personale amministrativo o addetto ad attività di sportello).
Queste modalità di consegna sono state stigmatizzate da Garante dopo una segnalazione in cui si lamentava che i risultati delle analisi venivano consegnati in contenitori pinzati soltanto su di un lato, quindi, poteva essere facilmente letto il contenuto dagli incaricati addetti al servizio di consegna dei referti.
Tale modalità ha prodotto prescrizioni nei riguardi dell’Asl interessata.
ll Garante per la tutela dei dati personali è intervenuto nel corso del 2011 anche sul monitoraggio degli hospice, sulla ricerca scientifica, sui sondaggi sui servizi sanitari, sulle protesi mammarie PIP, ticket, e molto altro.
Questo ci spinge a invitare alla lettura della Relazione 2011 sulla protezione dei dati, i diritti fondamentali e la dignità della persona pubblicata oggi sul sito dell’Autorità.
Alleghiamo anche l’accordo Stato – Regioni su come è cambiata la Privacy.
In allegato la Documentazione relativa in formato PDF
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