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Biotecnologie: Biotech in Red

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Biotecnologie: Biotech in Red
(Last Updated On: 22 luglio 2015)

Nel segmento salute (definito Red) le imprese biotech sono il 72% ed è il comparto in crescita
Emerge dal Rapporto Assobiotec e a trainare è la salute (si proprio lei).
Red biotech rappresenta una quota preponderante del fatturato totale (96%) e degli investimenti dell’intero comparto (94%).

Le imprese biotech nel nostro Paese da meno di 150 che erano nel 2000, oggi sono a 384.
Più della metà (251) sono imprese pure biotech (Imprese il cui core business rientra prevalentemente nell’utilizzo di moderne tecniche biotecnologiche per lo sviluppo di prodotti o servizi per la cura dell’uomo o degli animali, la produttività agricola, le risorse rinnovabili, la produzione industriale e la tutela dell’ambiente); tra queste, le pure a capitale italiano sono 225.
Numero che pone l’Italia in terza posizione in Europa per aziende pure biotech, dopo la Germania (428) e l’Inghilterra (309).
Continua a crescere l’industria Biotech, nel mondo ed anche in Italia.
Da noi il fatturato complessivo supera i 7,7 miliardi di € (dell’industria biotech), il numero degli addetti in ricerca & Sviluppo è prossimo alle 7.300 unità con investimenti che superano più di 1,5 miliardi di € (in R&S).

A fronte di un centinaio di laboratori (Enti Pubblici di Ricerca e Università, e di 47 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico -IRCCS), la filiera del farmaco biotech conta in Italia ben 200 imprese.
Tra queste 104 sono “pure biotech italiane”.

Vi è una chiara correlazione tra le aree terapeutiche prioritarie delle pure biotech italiane e quelle patologie che ancora oggi non trovano risposte terapeutiche adeguate.
Al primo posto, infatti, si posizionano le malattie oncologiche.

L’analisi dei progetti (per tipologie e fase di sviluppo) fa emergere che il 45% circa dei progetti della pipeline (fase di discovery inclusa) è costituto da biofarmaci, che comprendono, per definizione, gli anticorpi monoclonali, le proteine ricombinanti e i prodotti per Terapie Avanzate (terapia cellulare, terapia genica e medicina rigenerativa).
Peraltro, il Rapporto sottolinea come tra il 2009 e il 2015, i biofarmaci siano passati dal 36% al 45%.

La “sorpresa” de i farmaci orfani (e delle terapie avanzate), 9 le imprese pure biotech italiane ad aver ottenuto almeno una designazione ODD (Orphan Drug Designation).
Dei 14 progetti, 12 sono in clinica e, di questi, 4 hanno già raggiunto la Fase III.

Per le imprese un vero sprint, che alimenta un numero crescente di progetti, sia sul fronte della diagnosi che della terapia, volti a migliorare l’intero percorso di cura dal punto di vista clinico ed economico.

BIBLIOGRAFIA

Ÿ• Centro Studi Assobiotech – BioInItaly. Report 2015 – Federchimica Assobiotec, maggio 2015

 

   In allegato presentazione PPT-FlipBook


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Marco Caputo

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