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Celiachia Dematerializzata?

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Celiachia Dematerializzata?
(Last Updated On: 20 febbraio 2019)

Superato nel 2017 il numero di 200 mila celiaci

Laceliachia è oggi considerata una malattia cronica, una condizione spesso a rischio complicanze in cui la diagnosi precoce ed il corretto regime alimentare possono portare alla completa remissione dei sintomi. Per i celiaci, la terapia è rappresentata dalla dieta rigorosamente priva di glutine, oggi più perseguibile grazie all’informazione e alla sensibilizzazione della popolazione anche per l’ampia gamma di prodotti disponibili sul mercato e l’attenzione della ristorazione.

La Relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento sulla celiachia (dati 2017), ha fissato il nuovo sottoinsieme di soggetti (poco più di 206 mila), in Italia, che soffrono di tale patologia, con un incremento medio di circa 10.000 diagnosi/anno, a partire dal 2012. Altri punti sottolineati dalla Relazione sono la declinazione “al femminile”, della patologia (2/3 della popolazione celiaca) e la spesa del SSN per l’erogazione di prodotti senza glutine, che ha raggiunto quota 250 milioni di euro.

Dal 2018 sono cambiati i tetti di spesa (non senza polemiche), per l’erogazione dei prodotti. Il Ssn nel 2017 a supporto della dieta senza glutine ha speso, in prodotti “gluten free” erogabili, una media annua nazionale pro-capite di circa 1.200,00 €. Nell’esercizio finanziario 2018 (sulla base dei dati del 2017), sono stati impegnati (e pagati) alle Regioni 320.111,59 € per garantire la somministrazione di pasti senza glutine: per le attività formative, destinate agli operatori alimentari che lavorano nella ristorazione, la quota spesa è stata di 534.427,43 €.

Ma la distribuzione della patologia non è uniforme territorialmente. La regione italiana col maggior numero di residenti celiaci è la Lombardia (36.529), seguita da Lazio (21.063), Campania (19.673) ed Emilia Romagna (16.765) mentre quella che ne registra meno è la Valle d’Aosta (520), seguita dal Molise (943). La Lombardia, che risulta avere il numero maggiore di celiaci, ha una percentuale  (rispetto alla sua popolazione) eguale a quella del Lazio, ma di gran lunga inferiore rispetto alla Sardegna, regione che ospita il maggior numero di celiaci in rapporto alla popolazione (0,44%).

L’Italia ha mantenuto l’erogabilità degli alimenti “gluten free” per i celiaci, nonostante l’evoluzione normativa comunitaria ne abbia soppresso lo status di prodotti dietetici. Il sistema di erogazione gratuita previsto è però ancora molto diverso da Regione a Regione e ciò, oltre a creare disparità, impedisce (secondo la relazione) la libera concorrenza, che invece permetterebbe una riduzione fisiologica dei prezzi.

La disomogeneità di trattamento, circa il plafond mensile, le modalità di assegnazione, i canali di accesso consentiti per l’acquisto di tali prodotti, hanno reso necessaria l’istituzione di un gruppo di lavoro, in cui il ministero della Salute, insieme con le Regioni, stanno lavorando al processo di dematerializzazione.

Le nuove categorie degli alimenti “senza glutine”, erogabili gratuitamente, sono stabilite dal Decreto Ministeriale del 10 agosto 2018 e comprendono gli alimenti di base fonti di carboidrati: a) pane e affini, prodotti da forno salati; b) pasta e affini; pizza e affini; piatti pronti a base di pasta; c) preparati e componenti pronte per dolci, pane, pasta, pizza e affini; d) prodotti da forno e dolciari; e) cereali per la prima colazione.

Ma il DM 10 agosto 2018 stabilisce anche i nuovi tetti di spesa, per l’acquisto dei prodotti in esenzione. I nuovi limiti sono stati rivalutati (per sesso ed età), sulla base dei fabbisogni energetici totali (definiti dagli attuali Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia – LARN, 2014), sulla base anche del livello di attività fisica, con un incremento del 30% per tener conto di particolari esigenze nutrizionali e degli attuali prezzi medi di mercato, applicati nel canale di distribuzione prevalente, che ad oggi è ancora quello farmaceutico.

L’obiettivo perseguito dal DM è quello di mantenere l’erogabilità dei soli ex prodotti dietetici (cioè i sostituti degli alimenti tradizionalmente caratterizzati dalla presenza di cereali gluteinati, nello specifico pane, pasta, pizza, che rappresentano, da sempre, il riferimento esclusivo dei prodotti erogabili ai celiaci). E’ stato rivisto l’elenco degli alimenti senza glutine, inseriti nel Registro Nazionale: esigenza conosciuta e condivisa nei termini in cui è stata effettuata  dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) e dagli operatori del settore.

La differenza più marcata riguarda i limiti di spesa, più elevati per i minori però più bassi per gli adulti (prima il rimborso era, per gli adulti, di 140 €/mese, oggi dai 90 € per le donne ai 110 € per gli uomini). Per gli anziani i limiti di spesa si abbassano ulteriormente.

Celiachia

BIBLIOWEB:

Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione – Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia Anno 2017 – Ministero della Salute, Dicembre 2018 (in allegato e-book)
Decreto ministeriale 10 agosto 2018 “Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine, di cui all’Art.4, commi 1 e 2, della legge 4 luglio 2005, n. 123, recante : “Norme per la protezione dei soggetti malati di  celiachia” – G.U. 28-8-2018 (in PDF allegato)
Celiachia d’Italia http://newmicro.altervista.org/?p=4024
Celiachia “di genere” http://amicimedlab.altervista.org/?p=9684
Celiachia & SGNC “aggiornare” l’approccio http://amicimedlab.altervista.org/?p=7120
Etichette alimentari: un QUID in più http://newmicro.altervista.org/?p=3819
La Sicurezza Alimentare http://newmicro.altervista.org/?p=3102
Alimentazione, comunicazione ed aspetti Medico Legali http://newmicro.altervista.org/?p=2552

 Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia Anno 2017 – Ministero della Salute, Dicembre 2018 (PDF-FlipBook)

Un Click per Leggere

 Norme per la protezione dei soggetti malati di  celiachia - Decreto ministeriale 10 agosto 2018 (PDF)

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Francesco Bondanini

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