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Differenza di Genere Pediatrica

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Differenza di Genere Pediatrica
(Last Updated On: 7 marzo 2023)

Bambini e bambine non sono uguali di fronte alla salute

Maschi e femmine sono diversi fin dalla nascita e le differenze riguardano sia la prevalenza di patologie, sia la risposta alle terapie con relativa prognosi. Alcune si manifestano già nelle prime età della vita, altre diventano più evidenti dopo la pubertà o in età adulta. I pediatri italiani hanno recentemente pubblicano la prima Guida alle Differenze di Genere nella cura dei più piccoli. Per aiutare i genitori ad orientarsi nelle differenze di genere, la SIP – (Società Italiana di Pediatria), in occasione del 77° Congresso Nazionale (svolto a Sorrento) ha diffuso un volume che approfondisce la tematica di genere per diverse patologie.

Se i neonati maschi hanno un rischio doppio di avere una forma grave di bronchiolite, rispetto al sesso femminile, la possibilità di andare incontro ad una pubertà precoce è da 10 a 20 volte superiore nelle bambine rispetto ai bambini. E ancora: la scoliosi ha una prevalenza sino a 7 volte maggiore nelle ragazze, mentre i disturbi dello spettro autistico sono 4 volte più frequenti nei maschietti.

Sistema immunitario. Funziona diversamente nel bambino e nella bambina. Quello femminile è più efficiente condizionando una minore suscettibilità alle infezioni ed alle allergie. Però la “reattività” più intensa del sistema immunitario femminile ha anche alcuni aspetti negativi. Una più elevata risposta immune può sfociare nello sviluppo di malattie autoimmuni. Queste differenze tra sessi sono meno pronunciate nei bambini rispetto agli uomini adulti, perché il sistema immunitario è in via di sviluppo; tuttavia, alcune diversità si manifestano fin dalle prime epoche di vita.

I neonati maschi, così come i lattanti e i bambini di età inferiore a 2 anni, sono più spesso interessati da infezioni respiratorie. Nei Paesi in via di sviluppo è stato dimostrato che i piccoli sono a maggior rischio delle bimbe di contrarre infezioni protozoarie, come malaria, leishmaniosi, amebiasi e infezioni da trematodi o nematodi. Nei maschi il rischio di tubercolosi è doppio di quello delle femmine e maggiore è anche la suscettibilità all’infezione da virus dell’epatite B. Il rischio di contrarre l’influenza è maggiore nei maschi che nelle femmine, ma queste ultime hanno maggiore probabilità di sviluppare malattie gravi a decorso infausto.

La maggiore reattività del sistema immunitario femminile è considerata una delle ragioni della maggiore frequenza di malattie autoimmuni, nei soggetti di sesso femminile. Quasi l’80% dei casi di lupus eritematoso sistemico (il LES), di malattie tiroidee autoimmuni, di sclerodermia, di miastenia grave o di sindrome di Sjögren sono diagnosticate nelle ragazze. In conclusione, il sesso può giocare un ruolo notevole nel condizionare l’efficienza del sistema immunitario. Nel bambino ciò ha relativa importanza; maggior valore può averlo nell’adolescente, per il ruolo degli ormoni e per la più elevata probabilità di un effetto condizionante di fattori ambientali.

Autismo ASD. Negli ultimi decenni si sta assistendo ad un aumento esponenziale del numero delle diagnosi. Attualmente la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico è stimata circa 1 su 54 tra i bambini di 8 anni, negli Stati Uniti, e di 1 su 77 nei bambini tra 7 e 9 anni, in Italia. I valori indicano che i maschi ne sono affetti con una frequenza 4,4 volte maggiore, rispetto alle femmine. Le ragioni di tale discrepanza sembra possano risiedere nelle differenti manifestazioni cliniche del disturbo, legate al genere.

Studi in letteratura riportano come le caratteristiche cliniche dell’ASD nel sesso femminile siano frequentemente sfumate e dunque possano più facilmente sfuggire alla diagnosi. Le bambine dimostrano migliori competenze comunicative, con un vocabolario più ampio e maggiori capacità di esprimere stati emotivi e un minor numero di comportamenti disfunzionali. Tuttavia, sono ancora poche le informazioni sul ruolo del genere nella sintomatologia e relativa qualità di vita nel lungo periodo.

Da primi studi effettuati, le femmine affette da ASD tendono a presentare, nel tempo, psicopatologie più gravi. Dunque, differenze di genere esistono ma al momento, non esitano in differenze di approccio terapeutico dei soggetti con ASD. In sostanza, il genere non fa la differenza in quanto tale, ma per le possibili caratteristiche cliniche che possono associarsi e che possono indirizzare gli obiettivi dei trattamenti dispensati.

Bronchiolite. Questa malattia infettiva, dovuta in prevalenza al virus respiratorio sinciziale (RSV), si presenta soprattutto nel primo periodo invernale e colpisce i bambini sotto i 2 anni. Tende a risolversi spontaneamente, ma in alcuni casi può avere un decorso molto grave (febbre elevata, tachicardia, tosse persistente) e richiedere il ricovero in ospedale. A maggior rischio di forme gravi sono i bambini nati prematuri o con alcune fragilità (cardiopatie congenite, gravi patologie polmonari, neuromuscolari o immunodepressive), ma anche il genere gioca un ruolo.

La bronchiolite è i più frequente nei maschi, con un rischio di ospedalizzazione del 50% più elevato rispetto alle ragazze. Le ragioni di queste differenze non sono completamente definite, ma il ruolo più importante sembra dovuto all’immunità innata, vale a dire l’insieme delle difese di base dell’organismo. Da qui l’indicazione che i bambini con bronchiolite siano più attentamente monitorati per identificare quanto prima possibile un eventuale peggioramento e la necessità di ricovero.

Bullismo. Anche questo fenomeno psicosociale risente delle differenze di genere. Secondo un’indagine condotta dall’ISTAT, le ragazze risultano essere vittime soprattutto di violenza psicologica (68% dei casi); tra i maschi rappresenta il 35%. Prendere in giro per l’aspetto fisico o il modo di parlare è più frequente tra ragazze (7,1% ♀ rispetto al 5,6% ♂); botte, calci e pugni sono più frequenti tra i ragazzi (2,2% ♀ rispetto al 5,3% ♂). Le ragazze si confidano di più con amiche e parenti. Solo il 25% preferisce tacere, nella speranza che l’episodio sia isolato. Il 33% dei ragazzi invece preferisce la via del silenzio!

Celiachia. In base all’ultima Relazione al Parlamento, la prevalenza della celiachia è circa lo 0.7% nella popolazione italiana, di cui 2/3 appartenenti alla popolazione femminile e 1/3 a quella maschile. In età pediatrica la celiachia sembra presentare alcune peculiari differenze di genere. Oltre a una maggior frequenza nel sesso femminile si è osservato che nelle bambine sotto i 14 anni sembra prevalere la presentazione classica, con anemia sideropenica e una minore percentuale di patologia silente.

Il sesso maschile, invece, presenta un maggior rischio di sviluppare linfoma a cellute T.  Nella donna adulta sono più frequenti l’infertilità, gli aborti ripetuti, il basso peso alla nascita ed il parto prematuro. Nell’uomo la dermatite erpetiforme è riconosciuta come principale manifestazione della infezione erpetica.

DCA. Disturbi del comportamento alimentare. Sono stati considerati per lungo tempo patologie prevalentemente femminili, con un rapporto maschi – femmine di 1 a 10. Recentemente l’età di esordio si è abbassata notevolmente e si è assistito ad una maggiore diffusione di forme “aspecifiche”, che tendono a manifestarsi in entrambi i sessi. Attualmente la prevalenza è di 1 maschio affetto da anoressia ogni 4 femmine e 1 con bulimia ogni 8-11 femmine.

Le differenze tra i sessi sono meno pronunciate per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI). Alcuni studi individuano alcuni sottogruppi “definiti peso-correlati”, a maggior rischio, come ad esempio le modelle, le ballerine, le atlete e, tra gli uomini, Body builders, lottatori, nuotatori, podisti, canottieri, ginnasti e fantini.  Questi “sottogruppi” tendono a sviluppare, con maggior frequenza, disordini alimentari a causa delle limitazioni ponderali rese necessarie dai loro sport. Di fondamentale importanza risulta il riconoscimento tempestivo dei sintomi, in entrambi i sessi.

Displasia dell’anca. E’ una delle patologie congenite più frequenti dell’apparato locomotore. La diagnosi deve essere fatta prima possibile e si basa sull’esame clinico ed ecografico. L’esame radiografico trova indicazione tra i bambini più grandi (oltre i sei mesi). Una diagnosi precoce, nei primi giorni o prime settimane di vita, incrementa molto l’efficacia della terapia. Il genere femminile è un fattore di rischio, insieme alla presentazione podalica e alla famigliarità.

Malattia epatica. E’ spesso associata a disfunzione metabolica. Le malattie croniche del fegato, nei bambini, sono relativamente rare, ma rappresentano un problema emergente di salute pubblica. Possono essere infatti precursori di epatopatie croniche, cirrosi o carcinoma epatocellulare.  La steatosi epatica non alcolica, caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato (non dovuto all’assunzione di alcol), secondo alcuni studi coinvolge circa il 3-10% della popolazione pediatrica, percentuale che può aumentare fino al 70% nei bambini con obesità grave. Recentemente questa condizione è stata più specificamente nominata MAFLD (steatosi epatica associata a disfunzione metabolica).

Alcuni studi riportano una maggiore prevalenza della forma Non Alcolica (NAFLD) nel genere maschile, anche se le differenze di genere non sono state ancora sufficientemente esplorate. E’ stato messo in luce il ruolo protettivo degli ormoni femminili, che riducono il rischio di sindrome metabolica nelle donne. Più recentemente le scoperte sulla fisiopatologia della MAFLD, valutate da una prospettiva specifica di genere, hanno indicato che il metabolismo dei lipidi, la distribuzione del grasso corporeo e le differenze nella composizione del microbiota intestinale, possono svolgere un ruolo rilevante nel determinare la differente incidenza di genere della forma pediatrica.

Malattia di Kawasaki. Si è parlato del suo legame con la Mis-C, una vasculite pediatrica il cui decorso può essere complicato da dilatazioni vascolari, soprattutto se non trattata adeguatamente. La complicanza più temibile è il coinvolgimento delle arterie coronariche (riguarda il 15-20% dei pazienti non trattati e il 2-4% di quelli sottoposti a terapia). L’incidenza annuale in Europa tra i bambini di età inferiore a 5 anni, varia da un caso su 6.500 a uno su 20.500 nelle diverse popolazioni.

L’incidenza nei bambini è superiore, con un rapporto di 1,6 a 1. Sebbene le manifestazioni cliniche (febbre, tumefazioni su mani e piedi, rush cutaneo) e l’età di insorgenza siano simili nei due sessi, nei maschi si osservano un maggior numero di complicanze e di “non responder” alla terapia di prima linea.

Pubertà precoce. Nella sua evoluzione normale ha profonde differenze legate al genere, in parte attribuibili agli ormoni sessuali, in parte a cause non ancora note. Differenze si riscontrano anche nella pubertà precoce, una condizione che si verifica quando i segni di sviluppo compaiono prima degli 8 anni nelle bambine e dei 9 nei bambini. L’incidenza femminile è dalle 10 alle 20 volte superiore rispetto alla maschile. La pubertà precoce femminile nel 90% dei casi è idiopatica (non ha una causa riconosciuta), quella maschile lo è per il 60%.

Scoliosi. Quella idiopatica adolescenziale (AIS) è la più diffusa forma di scoliosi, con una prevalenza del 2-3%, in età scolare. Circa il 10% di questi casi richiedono un trattamento conservativo e lo 0,1-0,3% uno chirurgico. Diverse sono le differenze che la patologia mostra nei due sessi: nella ragazza ha un’insorgenza più precoce, correlata all’anticipato sviluppo puberale, con una maggiore probabilità di progressione, di trattamento e di impatto psicologico.

Nelle scoliosi lievi-moderate il rapporto tra ragazze colpite e ragazzi è simile (1,3 su 1), ma le differenze aumentano nelle scoliosi più importanti, passando a 5,4 femmine su 1 solo maschio. Nelle forme più gravi il rapporto diventa di 7 ragazze colpite su 1 ragazzo. Nel sesso femminile quindi la valutazione clinica deve essere più precoce, per un tempestivo e adeguato trattamento.

Vaccini. Le risposte immunitarie più intense, nelle bambine rispetto ai bambini, sarebbero alla base di una diversa reattività ai vaccini. Nelle bimbe si raggiungono titoli di anticorpi protettivi significativamente più elevati. Le differenze di genere sono oggetto di approfondimento e potrebbero aprire la strada alla cosiddetta “vaccinologia di genere”, basata su una prevenzione differenziata per sesso.

BIBLIOWEB:

SIP – Guida alle differenze di genere in età pediatrica, 2022 (in PDF allegato)
Gaslighting https://newmicro.altervista.org/?p=9674
Dolore di Genere https://newmicro.altervista.org/?p=9556
Dalla Parte della Donna https://newmicro.altervista.org/?p=9377
Covid-19 e salute di genere https://newmicro.altervista.org/?p=8894
Giornata Violenza sulle donne https://newmicro.altervista.org/?p=8850
Incidenti di Genere https://newmicro.altervista.org/?p=8276
Cancro Guarigioni di Genere https://newmicro.altervista.org/?p=7934
Violenza & Legge https://newmicro.altervista.org/?p=7720
Giornata contro la violenza sulle donne https://newmicro.altervista.org/?p=6691
Diciamo NO alla Violenza https://newmicro.altervista.org/?p=6359
La norma UNI 45001 contro le aggressioni ai sanitari http://newmicro.altervista.org/?p=6103
Stress & Aggressioni. Prevenzione d’Europa https://newmicro.altervista.org/?p=5710
Speciale di Genere https://newmicro.altervista.org/?p=5626
Discriminazione di genere: uccide https://newmicro.altervista.org/?p=5067
Violenza in sanità https://newmicro.altervista.org/?p=3975
Linee guida contro la violenza sulle donne https://newmicro.altervista.org/?p=3852
Bardolino di genere: Epatiti, Vaginosi e Cerviciti https://newmicro.altervista.org/?p=2392

 SIP - Guida alle differenze di genere in età pediatrica, 2022  (PDF)

Un Click per Leggere

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Assunta Sartor

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