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Celiachia & SGNC ‘aggiornare’ l’approccio

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Celiachia & SGNC ‘aggiornare’ l’approccio
(Last Updated On: 28 luglio 2015)

Tracciate le linee guida per la diagnosi della Sensibilità al Glutine

Anche se non si è celiaci, si può essere sensibili al glutine.
Recepita una nuova tendenza alimentare che non riguarda da qualche tempo solo i celiaci.
È la Sensibilità al Glutine Non Celiaca (SGNC), una sindrome, distinta dalla celiachia, caratterizzata da sintomi multi-sistemici intestinali ed extra-intestinali, collegati alla reazione del nostro organismo ai cibi contenenti glutine.
Ora, 30 tra i maggiori esperti mondiali dei disturbi correlati al glutine hanno tracciato le nuove linee guida per la diagnosi della Sensibilità al Glutine Non Celiaca.

La recente pubblicazione sulla rivista scientifica Nutrients, dal titolo “Diagnosis of Non-Celiac Gluten Sensitivity (NCGS): The Salerno Experts’ Criteria”, in assenza di biomarker, rappresenta la prima raccomandazione, condivisa a livello internazionale, di modello di protocollo diagnostico per la conferma della patologia.

Secondo l’ultima revisione degli studi, dal punto di vista epidemiologico, si stima che sia più frequente della celiachia (1% della popolazione) e che colpisca soprattutto le donne, rispetto agli uomini.
In generale, l’insorgenza dei sintomi appare dopo poche ore o giorni rispetto all’assunzione di glutine.

Uno degli elementi apparso chiaro fin da subito dallo studio è che la SGNC può presentarsi in molti casi come una sindrome transitoria, che non rende necessario un regime di dieta senza glutine, particolarmente rigido e sicuramente non a vita, come è invece necessario per la celiachia.

L’Istat ha inserito anche la pasta senza glutine nel suo “paniere” 2015 (elenco dei cibi usati come indicatori dell’inflazione).
Il paniere registra molto prontamente un trend che ‘costa’ a molti italiani.
In Italia, come nel resto del mondo, persone che non hanno la celiachia hanno tolto dalla loro dieta il glutine, e quindi soprattutto il frumento, e comprano la pasta e il pane senza glutine.
Tra i tanti anche atleti che riferiscono che a gluten-free la loro performance sia migliorata, ma anche persone affette da quella che prima era definita come la sindrome del colon irritabile.
Questa condizione rientra nella SGNG.

Nei pazienti sensibili, ad oggi non si è trovata alcuna specifica anomalia in relazione al glutine.
Non hanno quindi certificazione e comprano il costoso gluten-free.
Spesso queste persone non tollerano anche altri cibi come il latte, i suoi derivati, alcune verdure e alcuni tipi di frutta.

Recentemente ricercatori australiani hanno dimostrato che nei pazienti non celiaci ma che si ritengono sensibili al glutine i sintomi si riducono con una dieta senza non solo senza glutine ma anche senza latte, legumi, frutta e verdure, cioè cibi che contengono zuccheri fermentabili (acronimo in inglese: FODMAPs) dai batteri del colon che producono il gas intestinale e i sintomi.

BIBLIOWEB

 Celiachia. Relazione annuale al parlamento 2013

 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26096570

   In allegato la Documentazione relativa in formato PDF

Click per visualizzare la Documentazione

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Francesco Bondanini

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