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Celiachia 2021

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Celiachia 2021
(Last Updated On: 13 gennaio 2024)

Latitudine, prevalenza e i dati Italiani

Nel mondo la distribuzione della celiachia è uniforme? No. Una meta-analisi e una meta-regressione pubblicata su Clinical Gastroenterology and Hepatology nel 2022 ha analizzato l’associazione tra latitudine e prevalenza della celiachia. I risultati hanno evidenziato che una latitudine più elevata (maggior distanza dall’equatore) è associata a una maggiore prevalenza della patologia.

Nel 2021 erano 241.729 i celiaci in Italia (233.147 nel 2020) di cui il 70% (168.385) donne e il restante 30% (73.344) uomini. Solo l’11% dei celiaci diagnosticati ha più di 60 anni. Sono stati circa 433 i corsi di formazione organizzati, con il coinvolgimento circa 7.701 operatori del settore ristorativo e alberghiero. Le regioni più attive del 2021 sono state Piemonte, Emilia-Romagna e Abruzzo. Non sono stati invece attivati corsi di formazione in Friuli-Venezia Giulia e Umbria. Le mense nazionali che garantiscono il pasto senza glutine ai celiaci, che ne fanno richiesta, sono 37.727 di cui 27.233 scolastiche (72%), 7.475 ospedaliere (20%) e 3.019 annesse ad altre strutture pubbliche (8%).

Questi i numeri della Relazione al Parlamento sulla celiachia, patologia autoimmune cronica che colpisce circa l’1% della popolazione generale. In media ogni anno, in Italia, vengono effettuate circa novemila diagnosi, con una prevalenza dello 0,41%. Nel 2021 sono state 8.582 i nuovi casi, in crescita rispetto all’anno della pandemia (7.729). Dalla Relazione emerge che solo una minoranza (meno del 20%) degli adolescenti celiaci rimane affidato a cure mediche specialistiche, dopo l’adolescenza.

E’ una malattia cronica, a rischio di gravi complicanze. Per supportare la dieta senza glutine di chi vive questa condizione, il Servizio Sanitario Nazionale contribuisce all’acquisto dei prodotti senza glutine, garantendo anche la possibilità di usufruire di pasti adeguati nelle mense e la formazione degli operatori del settore alimentare. La prevenzione è sempre più efficace della cura e l’Italia dimostra di credere fortemente nei programmi e nei protocolli diagnostici e di follow-up, come forma primaria di salvaguardia.

La relazione vuole essere una sintesi sullo stato dell’arte e del lavoro prezioso che ogni anno si realizza. Nel 2021, per i prodotti senza glutine erogati, il SSN ha speso 233.349.439 euro, con una spesa media pro-capite di 965 €. Nel 2022, sulla base dei dati del 2021, sono stati stanziati in favore delle Regioni 325.689,09 € per la garanzia dei pasti e 564.694,94 euro per le iniziative di formazione per un totale di 890.384,02.

Gli alimenti senza glutine erogabili gratuitamente alle persone celiache sono quelli classificabili come “specificamente formulati per celiaci” o “specificamente formulati per persone intolleranti al glutine” e appartenenti alle seguenti categorie: pane e affini, prodotti da forno salati, pasta e affini; pizza e affini; piatti pronti a base di pasta; preparati e basi pronte per dolci, pane, pasta, pizza e affini; prodotti da forno e altri prodotti dolciari; cereali per la prima colazione.

Per uniformare le modalità di erogazione dei prodotti senza glutine, favorire la diversificazione dei canali distributivi e consentire la circolarità dell’erogazione in tutte le regioni italiane è stato previsto un investimento che mira al potenziamento del fascicolo sanitario elettronico ed al completamento del “Sistema Tessera Sanitaria”. Nell’ambito di tale progetto, è compresa la digitalizzazione dei buoni per la spesa, l’utilizzo degli stessi nella piccola, media e grande distribuzione, nonché la circolarità degli stessi sull’intero territorio nazionale.

Sul fronte delle decisioni terapeutiche – si legge nella Relazione – l’atteggiamento prevalente è quello di porre a dieta priva di glutine i pazienti sintomatici, per verificare la dipendenza dei sintomi; al contrario, i pazienti asintomatici vengono lasciati a dieta libera, ma con uno stretto programma di follow-up, per verificare l’andamento clinico-laboratoristico e la comparsa di eventuali segni e sintomi della malattia, come indicato dalle linee-guida del “ESPGHAN”, pubblicate nel 2020.

Si terrà a Milano dal 15 al 18 maggio 2024, il 56° Meeting annuale di ESPGHAN (Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica, Epatologia e Nutrizione), associazione multiprofessionale per la promozione della salute dei bambini, con particolare attenzione al tratto gastrointestinale, al fegato es allo stato nutrizionale, attraverso la creazione di conoscenze, la diffusione di informazioni scientifiche, la promozione delle migliori pratiche nella fornitura di cure e l’offerta di formazione di alta qualità per i professionisti sanitari, in Europa e nel mondo.

L’aderenza alla dieta glutinata, durante l’adolescenza, ha un’importanza specifica. Qualora instaurata dopo il raggiungimento del picco di massa ossea (16-18 anni nelle donne e 20-22 anni nell’uomo), non basterà più da sola a correggere il difetto di mineralizzazione dell’osso. È stato calcolato che solo una minoranza (meno del 20%) degli adolescenti celiaci rimane affidato a cure mediche specialistiche dopo l’adolescenza. Un evento che rappresenta uno dei fattori di maggior peso nel favorire una cattiva aderenza alla dieta senza glutine, suggerendo la ricerca di una soluzione specifica.

I problemi per i celiaci sono frequentemente legati ai viaggi. “In vacanza si è spesso alla ricerca di un ristorante, una pizzeria, un bar, una gelateria dove trascorrere un momento sereno con amici e famigliari, sapendo di poter mangiare senza glutine in sicurezza”, spiega Rossella Valmarana, presidente di AIC. Grazie al Programma Alimentazione Fuori Casa, AIC mette a disposizione una Guida con oltre 4.000 locali in cui trovare informazioni sulla celiachia e sulla dieta senza glutine, redatte da professionisti. Questi locali sono comunque segnalati da adesivi attaccati alle vetrine.

Se non è possibile recarsi in una sede indicata nella Guida, AIC consiglia di informare sempre il personale della propria alimentazione e gli ingredienti da evitare, consigliando di “…chiedere sempre le caratteristiche delle pietanze e, in caso di dubbio, evitarne il consumo”. La buona notizia è che il gelato non è “off limits” per una persona celiaca.

E’ composto da alimenti permessi a chi soffre di celiachia, quali latte, yogurt naturale, zucchero e uova; ma anche da ingredienti considerati a rischio perché trasformati, come i semilavorati, basi pronte, neutri, guarnizioni e decorazioni. Le gelaterie devono quindi seguire particolari procedure per evitare il rischio di contaminazione da glutine, durante la preparazione ed il servizio. Se si sceglie un gelato confezionato, è bene verificare la presenza del “claim” senza glutine, in etichetta o il marchio Spiga Barrata.

Celiachia

BIBLIOWEB:

Ministero della Salute – Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione – Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia – dicembre 2022 (PDF)

Un Click per Leggere

New Guidelines for the Diagnosis of Paediatric Coeliac Disease. Advice Guide – ESPGHAN 2020 (PDF)

Un Click per Leggere

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Francesco Bondanini

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