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Test rapidi e COVID-19

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Test rapidi e COVID-19
(Last Updated On: 28 novembre 2020)

Damesi si ripete che una delle misure chiave per controllare la pandemia da COVID-19 è la capacità di eseguire un gran numero di test, così da poter rintracciare i contatti delle persone positive e isolare i nuovi focolai, naturalmente senza dimenticare, per quanto sia già possibile, la terza delle tre T indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: oltre a Testare e Tracciare, la T di Trattare.

Mentre stiamo assistendo alla “seconda ondata” della pandemia da COVID-19, le persone che vengono infettate dalla sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) sono più giovani e si sono evidenziati sintomi che sembrano avere effetti variabili, anche di lunga durata (Medscape, CDC, ECDC). Il numero di tamponi eseguiti ogni giorno è andato così aumentando ed ha raggiunto valori record per il nostro Paese: il 15 ottobre ne sono stati eseguiti quasi 163.000, il 58% sulla base di un sospetto diagnostico, gli altri di controllo.

Oggi che non ci sono più criteri geografici, dal momento che la trasmissione del virus è sostenuta in tutto il Paese, si definisce come “caso sospetto di COVID-19” chiunque abbia un’infezione respiratoria acuta (con insorgenza improvvisa di almeno uno tra i seguenti segni e sintomi: febbre, tosse e dispnea), senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica.

Oppure che, oltre ai sintomi, se si è stati a stretto contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19, nei 14 giorni precedenti la loro insorgenza oppure una persona con infezione respiratoria acuta grave (febbre e almeno un segno/sintomo di malattia respiratoria – es. tosse, dispnea), che richieda il ricovero ospedaliero (Severe Acute Respiratory Infection – SARI) sempre senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica.

Le ultime indicazioni sono contenute nella “Nota tecnica ad interim. Test di laboratorio per SARS-CoV-2 e loro uso in sanità pubblica” del 23 ottobre, a cura del Ministero della Salute e ISS.

Circolari ministeriali. Individuare i casi e tracciare i loro contatti è infatti fondamentale per cercare di contenere i nuovi focolai. Chi deve quindi essere sottoposto a tampone? La circolare dei primi di aprile del Ministero della salute stabiliva queste priorità: prima di tutto “i pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave (SARI), al fine di fornire indicazioni sulla gestione clinica, incluso l’eventuale isolamento del caso e l’uso di appropriati Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)…, poi tutti i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle altre strutture di lunga degenza, in considerazione del fatto che ivi risiedono i soggetti esposti al maggior rischio di sviluppare quadri gravi o fatali di COVID-19…”.

Seguono gli “operatori sanitari esposti a maggior rischio, compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario ed i tecnici verificatori…” ed anche gli “operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia, per decidere l’eventuale sospensione dal lavoro e gli operatori, anche asintomatici, delle RSA e delle altre strutture per anziani”.

Sono comprese le “persone a rischio di sviluppare una forma severa (fragili), anziani con comorbidità quali malattie polmonari, tumori, malattie cerebrovascolari, insufficienza cardiaca, patologie renali, patologie epatiche, ipertensione, diabete e immunosoppressione, con segni di malattia acuta respiratoria, che possono richiedere ospedalizzazione e cure ad alta intensità per COVID-19…”.

E poi…i “primi individui sintomatici, all’interno di comunità chiuse, per identificare rapidamente i focolai e garantire misure di contenimento”. La circolare raccomandava inoltre che nei laboratori autorizzati, i campioni provenienti da personale sanitario dovessero ottenere priorità assoluta. Possiamo dire che la parola d’ordine è “accorciare i tempi”. Ed i microbiologi cercano di rispondere!

Test “fai da te” è la “risposta veneta”.  Test al quale lo stesso Zaia si è sottoposto in diretta tv, illustrato da Roberto Rigoli, dopo che il Governatore ha ringraziato lui e tutto il suo team “per la dedizione e l’impegno che ci hanno messo finora e che ci metteranno da qui in avanti”. Costituito da un tamponcino, una provetta contenente il reagente, una saponetta e le istruzioni per l’uso, l’esame dura da 2 a 3 minuti.

La sperimentazione viaggerà in parallelo tra più microbiologie del Veneto: Mestre, Vicenza, Padova, Santorso e Treviso. In ognuna di queste sedi verranno effettuati 200 tamponi fai-da-te in doppio confronto con il tradizionale molecolare, verificandone il tasso di corrispondenza dell’esito. Le categorie prescelte sono pazienti testati nei Pronto Soccorso e operatori del sistema sanitario. I risultati saranno inviati all’ISS per la validazione.

Problemi. Occorre capire anche a chi affidare l’esecuzione dei test di screening e c’è ancora molta discussione. Si parla di potenziare le USCA, deputate all’assistenza a domicilio, ma anche i medici di continuità assistenziale, i medici di medicina dei servizi, quelli dell’emergenza sanitaria territoriale o di incaricare medici di famiglia e pediatri di libera scelta, per arrivare alle farmacie.

Oggi che la capacità di analisi è aumentata, la raccomandazione è di sottoporre a tampone tutti coloro che presentano sintomi compatibili con COVID-19. “In teoria, davanti a sintomi compatibili, occorre sempre prescrivere un tampone, ma ciò comporta un enorme dispendio di risorse, tempo, impegno anche da parte dei cittadini, oltre che di sovraccarico per il sistema. Per questo auspichiamo che al più presto si possano diffondere i test antigenici rapidi, mentre quelli salivari ancora non sono sufficientemente validati”.

Gold Standard. Quando il test molecolare con PCR è positivo, invece, il caso è confermato indipendentemente dalla presenza o meno dei sintomi. A questo punto occorre considerare i suoi contatti. Il rapporto sul “contact tracing” dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato a giugno, definisce come contattoqualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato di COVID-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima a 14 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi nel caso”, oppure, se questo è asintomatico, dopo la raccolta del campione positivo (o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento).

Che fare nei cosiddetti “long haulers”, i pazienti che continuano a risultare positivi al tampone anche molto tempo dopo la risoluzione dei sintomi? La circolare è chiara: dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi ed una settimana senza, a parte anosmia e ageusia che possono durare a lungo, pur con qualche cautela legata ai singoli casi, è possibile interrompere l’isolamento anche se il test non si negativizza.

Sono invece considerati contatti “stretti” i conviventi con il caso confermato, coloro che abbiano avuto un contatto fisico diretto (anche solo una stretta di mano) con il caso o con le sue secrezioni, per esempio per aver toccato a mani nude fazzoletti di carta usati, persone che siano state faccia a faccia con il caso, a meno di 2 metri di distanza, per più di 15 minuti.

Alcuni di questi contatti, definiti “casuali”, sono a basso rischio e non richiedono ulteriori provvedimenti, se non una maggiore attenzione. Persone che si siano trovate in un ambiente chiuso con un caso senza DPI idonei, che lo abbiano assistito o abbiano manipolato campioni di laboratorio contaminati senza protezioni adeguate, che abbiano viaggiato in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto, entro due posti, in qualsiasi direzione rispetto ad un caso documentato, i compagni di viaggio ed il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il soggetto era seduto.

Per questi non è indicato un tampone subito, che potrebbe dare falsi negativi o non essersi ancora positivizzato. Occorre invece sottoporli comunque ad una quarantena di 14 giorni, dall’ultima esposizione al caso. La quarantena può essere accorciata a 10 giorni se, all’ultimo giorno, si ottiene un test antigenico o molecolare negativo.

Viaggiatori. I passeggeri provenienti da Paesi considerati a maggior rischio devono essere sottoposti al test (anche questo sarebbe bene potesse essere rapido), come quelli già utilizzati in alcuni aeroporti. “La loro disponibilità purtroppo è ancora limitata mentre per migliorare il controllo della pandemia è urgente averli in tutto il Paese, soprattutto per gestire la frequenza scolastica”.

Scuola. “In vista di un probabile ampliamento dell’esigenza di prevenire attraverso l’effettuazione di test l’incremento dei contagi, l’utilizzo dei test antigenici rapidi può essere utilmente esteso a contesti diversi rispetto a quello di porti e aeroporti”.  “Il test molecolare rimane tuttora il test di riferimento per la diagnosi di SARS-CoV-2”, ma… “i test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo” possono essere utili in determinati contesti, come lo screening fast di numerose persone”, evitando un eccessivo sovraccarico dei laboratori di riferimento, precisa la circolare di settembre, firmata dal Dg della Prevenzione Giovanni Rezza.

per testo

BIBLIOWEB:

Conferenza Veneto – Video https://www.facebook.com/watch/?v=840502399825890
ECDC https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/public-health-management-persons-having-had-contact-novel-coronavirus-cases
ECDC, Q & A on Covid 19 https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19/questions-answers
Flow-chart test COVID Protezione Civile (in PDF allegato)
Filia A, Urdiales AM, Rota MC. Guida per la ricerca e gestione dei contatti (contact tracing) dei casi di COVID-19. Versione del 25 giugno 2020. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2020. (Rapporto ISS COVID-19, n. 53/2020) (in PDFallegato)
Circolare test rapidi 29 settembre 2020 (in allegato)
Atto di indirizzo medicina convenzionata 15-10-2020 (in PDF allegato)
Ministero della Salute. Covid-19: indicazioni per la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena. 12 ottobre 2020. (in PDF allegato)
SCHEDE-ALI-NUOVO-DPCM-24-OTTOBRE (in allegato)
COVID 19 – Nota tecnica test 23 ottobre – ISS, Ministero della Salute (vedi allegati)
Covid Seconda Ondata https://newmicro.altervista.org/?p=7913
Covid19, Medscape dice di noi https://newmicro.altervista.org/?p=7882
Accuratezza e Specificità dei Test Sierologici Covid-19 https://newmicro.altervista.org/?p=7799
Covid-19: infortunio sul lavoro http://newmicro.altervista.org/?p=7639
In Vitro Veritas http://newmicro.altervista.org/?p=7509
L’indagine di sieroprevalenza http://newmicro.altervista.org/?p=7425
Covid-19 Angeli e Demoni http://newmicro.altervista.org/?p=7407
Covid 19 Test sierologici http://newmicro.altervista.org/?p=7319
COVID-19 Test di Laboratorio http://newmicro.altervista.org/?p=7193
Coronavirus & Media http://newmicro.altervista.org/?p=7019

 Flow-chart test COVID Protezione Civile - Rapporto ISS COVID-19, n. 53/2020 - Circolare test rapidi -  Indicazioni e note tecniche Ministero della Salute (Pdf)

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Elisa Vian

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