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Sicurezza sul lavoro in Sanità

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Sicurezza sul lavoro in Sanità
(Last Updated On: 25 ottobre 2017)

Settimana europea per la sicurezza sul lavoro: dal 23 al 27 ottobre

L’agenzia EU-OSHA (Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro) lancia la settimana europea per sensibilizzare, al tema, tutti i cittadini europei. L’Agenzia promuove una cultura della prevenzione dei rischi, per migliorare le condizioni di lavoro in Europa anche con una enciclopedia multimediale per settori (OSHWIKI), tra i quali ci interessa particolarmente quello Sanità (Health).

Alla campagna di tutela in Italia sono interessati oltre nove milioni di lavoratori, di età superiore a 55 anni: è da sottolineare che nel vigente Piano Nazionale della Prevenzione, sono previste attività di monitoraggio e di prevenzione, diversificate per età e setting, intervenendo numerosi fattori di rischio extralavorativi, che si sommano a quelli professionali, coinvolgendo proprio questa fascia di lavoratori.

Nella valutazione del rischio professionale, emergono nuove problematiche: 1) legate all’allungamento dell’età lavorativa, di tipo fisico, sensoriale e cognitivo, 2) dovute all’insorgenza di malattie subordinate a peculiari situazioni fisiopsichiche per il genere femminile e 3) a patologie da stress lavoro-correlato. Il Medico Competente in questi casi  è chiamato ad un’analisi più attenta dei vari rischi, compreso quello biologico, non tralasciando la prescrizione di vaccinazioni e non solo di quelle obbligatorie o raccomandate.

L’età di 50 anni è il limite  che sancisce uno specifico obbligo di valutazione  (generazionale) dei rischi lavorativi. Discende direttamente dalla lettera della Legge (Testo Unico Sicurezza, art. 176, comma 3) l’ obbligo per il datore di lavoro di sottoporre i dipendenti alla visita periodica di idoneità alla mansione per i video terminalisti, compiuto il cinquantesimo anno di età (ed il dovere per gli stessi di sottoporvisi), non più ogni 5 bensì ogni 2 anni. Viene evidentemente riconosciuto, nel superamento di tale soglia d’età, un maggiore rischio per l’apparato visivo agli addetti alle attrezzature munite di videoterminale.

Lo spostamento dell’età pensionabile a 67 anni, obbliga i dipendenti a rimanere occupati più a lungo. Inevitabili le conseguenze : i lavoratori in età avanzata risultano ancor più vulnerabili e le possibilità di infortuni, anche mortali, sono più elevate. Con l’avanzare dell’età si riduce comprensibilmente la capacità di sostenere un lavoro fisico. Anche le malattie croniche, derivanti dal lavoro o che impattano sullo stesso, aumentano. In particolare i disturbi muscolo-scheletrici, cardio-circolatori e la depressione, la quale rappresenta una delle cause più comuni di pensionamento anticipato.

E’ evidente che i problemi di salute e le malattie croniche a lungo termine aumentano con l’età: circa il 30% degli uomini e delle donne, nella fascia compresa fra i 50 e i 64, anni necessita di un adeguamento urgente del posto di lavoro, allo scopo di prevenire i rischi di inabilità o disabilità.

All’allungamento dell’età lavorativa ci stiamo a fatica abituando: per i sanitari la problematica è doppia, vale come professionisti e come lavoratori. Roberta Chersevani, presidente FNOMCeO, sottolinea che lo stiamo accettando consci delle problematiche di questo particolare periodo storico. Se dobbiamo preoccuparci della prevenzione di patologie non strettamente legate all’attività lavorativa stessa, dobbiamo dare particolare evidenza  alla prevenzione secondaria, che consente diagnosi precoci, con possibilità di cura e guarigione. Motivo aggiuntivo per propagandare screening già disponibili e  contemporaneamente implementare le informazioni, anche riguardanti stili di vita sani (valgono a qualsiasi età !).

Sappiamo che un lavoro stressante può proteggere dall’Alzheimer. Vale per avvocati, insegnanti e medici che hanno le migliori chance di combattere gli effetti della malattia, grazie proprio alla natura della loro professione. Lo sostengono i ricercatori del “Alzheimer Disease Research Center” del Wisconsin (Usa), secondo cui l’effetto ‘scudo’ è frutto del mix fra la complessità intellettuale e l’impegno verso gli altri. Ma occuparci di più della sicurezza del lavoro rimane un imperativo. 

Vale la pena, in conclusione, elencare in una sinossi alcune cause che rendono maggiormente vulnerabili i lavoratori :

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Sandro Pierdomenico

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