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Celiachia e screening di popolazione: non siamo ancora pronti.

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Celiachia e screening di popolazione: non siamo ancora pronti.
(Last Updated On: 15 giugno 2016)

Fonte: Clinical Laboratory News

La Task Force dei Servizi Preventivi americani (US Preventive services Task Force, USPTF) ha pubblicato il 2 giugno scorso la bozza delle linee guida per lo screening della celiachia nella popolazione generale.

Dopo aver esaminato in dettaglio tutte le evidenze attualmente disponibili in letteratura, il Panel conclude che non esiste alcuna possibilità di stabilire un preciso rapporto costo/beneficio di una campagna di screening sierologico sulla popolazione generale (adulta e pediatrica) che non presenti alcun sintomi clinico di malattia celiaca (diarrea, addominalgie, perdita di peso).

Non esistono ancora dati certi sulla storia naturale della malattia, sulla proporzione di soggetti positivi alla sierologia che sviluppano in seguito la celiachia, se addirittura esista sempre una progressione dalla fase silente o subclinica alla espressione clinica conclamata

Quello che interessa più direttamente il Laboratorio è che, dalla disamina di USPTF, l’accuratezza diagnostica dei test sierologici più diffusamente utilizzati per lo screening di popolazione -gli anticorpi anti-transglutaminasi (tTG) e anti-endomisio (EMA)- nelle sole persone asintomatiche è tutt’altro che ideale e comunque poco studiata. Una recente revisione sistematica ha selezionato solo 2 studi focalizzati esclusivamente sugli asintomatici, uno in Iran e un altro nella Repubblica ceca: entrambi riportano per questi test una sensibilità sicuramente inferiore a quella riportata per le popolazioni miste, sintomatiche e asintomatiche. Questa considerazione si somma alla mancanza di trial o studi osservazionali sui benefici ottenuti da soggetti sintomatici che si sottopongono allo screening rispetto a controlli che non facciano esami, e alla assenza di confronti documentati sulla utilità di screenare la popolazione generale rispetto allo studio di popolazioni selezionate.

Se poi si prendono in considerazione i possibili effetti indesiderati di risultati incerti o falsi positivi, con il carico di ansia e la spinta ad eseguire approfondimenti con tecniche invasive del tutto inutili, e i costi e i disagi di una dieta gluten-free del tutto superflua, si comprende meglio come le conclusioni di questo draft invitino a sconsigliare per il momento di imbarcarsi in costose campagne di screening sulla totalità della popolazione. Infine, conclude la bozza di USPTF, mancano del tutto le evidenze che lo screening possa modificare anche parzialmente mortalità e morbilità o migliorare in qualche modo la qualità di vita del paziente.

Ascoltare il paziente, visitarlo accuratamente, decidere un intervento diagnostico solo sulla base di un circostanziato giudizio clinico è ancora una volta la condotta migliore da suggerire.

Fino a nuove evidenze, ça va sans dire….. 

BIBLIOWEB:

http://www.uspreventiveservicestaskforce.org/Page/Document/draft-recommendation-statement150/celiac-disease-screening

 

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Marco Caputo

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