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La Tubercolosi è ancora una minaccia. Anche in Italia.

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La Tubercolosi è ancora una minaccia. Anche in Italia.
(Last Updated On: 1 aprile 2016)

La tubercolosi nel mondo causa 30 morti al giorno, con 8,6 mln di casi di malattia (dati 2012) con circa 3 milioni non notificati ai programmi nazionali.
Si tratta di casi ‘ignoti’, o per mancanza di diagnosi, o perché diagnosticati e non segnalati.
In un anno 450 mila persone nel mondo sviluppano una forma multi resistente.

La globalizzazione e l’aumento degli esodi permettono alla Tubercolosi di continuare a diffondersi attraverso le comunità e i Paesi.
Per eliminare la malattia nei Paesi a bassa incidenza sarà di vitale importanza estendere a tappeto la prevenzione e la cura della Tubercolosi nei Paesi ad alta incidenza.
Questa interdipendenza richiede un’azione concertata e una stretta collaborazione tra i Paesi con alta incidenza di Tubercolosi e quelli con bassa incidenza.

In Italia? Nel 2012 abbiamo avuto 4.300 casi (dati Prevenzione del ministero della Salute), ma la situazione non è omogenea: al Nord si contano più casi che al Sud.
Infine la questione immigrati: Dal 2000 al 2012 i casi notificati in cittadini non italiani dunque stranieri regolari o migranti sono stati il 43% di quelli notificati.

Il Programma globale per la tubercolosi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2014), condiviso con l’European Respiratory Society (Ers), propone un nuovo piano di intervento per l’eliminazione della tubercolosi nei Paesi a bassa incidenza e mette in evidenza l’efficacia di otto interventi chiave per contrastare la malattia, eccoli:

1) Garantire sostegno finanziario per la pianificazione e per i servizi di elevata qualità;
2) Priorità ai gruppi più vulnerabili e difficili da raggiungere;
3) Servizi speciali ai migranti e attenzione alle questioni transfrontaliere;
4) Effettuare lo screening per la tubercolosi attiva e per l’infezione tubercolare nei gruppi ad alto rischio e fornire un trattamento appropriato; gestire le epidemie;
5) Ottimizzare la prevenzione e la cura della tubercolosi multi-resistente;
6)Garantire una sorveglianza costante, il monitoraggio e la valutazione dell’intervento;
7) Investire in ricerca ed in nuovi strumenti;
8) Sostenere il controllo globale della tubercolosi.

E’ rivolto ai 33 Paesi dove si contano meno di 100 casi all’anno per milione di abitanti, tra cui l’Italia.
Sebbene la Tubercolosi sia prevenibile e curabile, ancora oggi, in queste 33 aree, 155.000 persone ogni anno si ammalano e 10.000 muoiono.
Il programma delinea una fase iniziale di “pre-eliminazione”, con l’intento di riportare il tasso annuale di nuovi casi di Tubercolosi in questi Paesi a meno di 10 per milione di persone entro il 2035.
L’obiettivo successivo sarà quello di conseguire la completa eliminazione della Tubercolosi entro il 2050, definita come meno di 1 caso per milione di persone all’anno.

Bisogna quindi ripensare le strategie per la gestione dei casi se vogliamo porre un freno alla diffusione della malattia, come ad esempio nella cosiddetta urban TB.
Riemerge il vecchio ruolo di comunicatore per i medici di sanità pubblica, tra cui non posso non citare Marino Faccini, storico rappresentante (a Milano) della categoria che ha dato voce alla necessità comune di ridare energia al tentativo di eliminare la Tubercolosi, intesa come problema di salute pubblica, e di impedirne il ritorno.
L’occasione di rivederlo (ed apprezzarlo) è stata fornita dal convegno tenutosi presso l’Ospedale Bassini, proprio sulla TBC.
Gli sono particolarmente grato della disponibilità nel fornire le diapositive della sua relazione, oltre che onorato di fornire un ulteriore “mezzo di comunicazione” a distanza quale è il nostro sito.

 BIBLIOWEB:

 ● www.stoptb.it

● M.Faccini – Epidemiologia della TB – in atti del convegno ”STOP alla TBC: strategie per la gestione dei casi “ 2016 ASST Nord Milano

 

   In allegato presentazione PPT-FlipBook


Click per visualizzare la Presentazione

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Giovanni Casiraghi

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