Il ritorno di malattie “dimenticate” è oramai una evenienza consolidata per non dire frequente.
Non ci sarebbe quindi da stupirsi della ricomparsa in Europa della febbre ricorrente, malattia storica fino al secolo scorso e che “vanta” una prima segnalazione da parte di Ippocrate.
I recenti flussi migratori dai Paesi africani aprono nuove rotte per l’introduzione di queste malattie infettive in Italia e in Europa e con i conseguenti rischi di reinfezione negli habitat.
Estremamente rara in Europa, causata da batteri del genere Borrelia, è una malattia infettiva trasmessa da vettori quali la zecca (TBRF) e il pidocchio del corpo umano Pediculus humanus, (LBRF).
I due vettori condizionano la trasmissione, interumana nel caso della forma sostenuta dal pidocchio, che è in grado di trasmettere soltanto la Borrelia recurrentis, con apertura al “ciclo silvestre” nel caso delle zecche e alla apertura ad altri animali a sangue caldo selvatici. Le zecche, invece, trasmettono all’uomo più specie di Borrelia (B. duttonii, B. crocidurae, B. turicatae, B. hispanica, B. persica, B. latyshevi e B. hermsii), mantenute in natura da uccelli, roditori, animali domestici e da fattoria.
Tassi di mortalità per la febbre ricorrente possono arrivare al 70% per la LBRF e al 10% per la TBRF, in assenza di terapia, (grandi epidemie e durante guerre e carestie).
Con il trattamento antibiotico questi tassi scendono al 5% per la LBRF e a meno dell’1% per la TBRF.
Attualmente sono stati segnalati 17 casi di LBRF al Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), di cui 3 in Italia.
Il Laboratorio per le Rickettsiosi umane e patogeni atipici, sito presso il Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità, si è occupato della conferma diagnostica dei casi umani riscontrati in Italia in persone migrate dalla Somalia.
Il quadro sintomatologico della malattia è caratterizzato da febbre con sintomi aspecifici (mal di testa, brividi, mialgia, artralgia, disturbi addominali) e un transitorio rash petecchiale, comune durante l’episodio febbrile iniziale.
Il decorso della malattia varia da 13 a 16 giorni.
Alle ricadute febbrili sono associate una varietà di possibili complicazioni infiammatorie, tra le quali meningite e meningoencefalite, miocardite e cardiomegalia, polmonite ed edema polmonare, epatite e epatomegalia.
Può provocare epistassi, trombocitopenia, diminuzione dei fattori della coagulazione, o ostruzione di capillari dovuta ad aggregazione delle borrelie.
La terapia è basata su doxiciclina, tetraciclina, come prima scelta, ripiegando per casi particolari su cefalosporine ed eritromicina.
La doxiciclina e la tetraciclina non devono essere usate nelle donne in gravidanza e nei bambini di età inferiore ai 9 anni (eritromicina 12,5 mg/kg fino a 500 mg).
Durante la terapia -dose iniziale- si può verificare la reazione di Jarisch-Herxheimer ( riacutizzazione dei sintomi per l’elevato numero di batteri improvvisamente uccisi e frammentati, che innalzano i livelli circolanti di TNF, interleuchina-6 e interleuchina-8) Per tale motivo i pazienti devono essere attentamente monitorati per le prime 12 ore dopo l’antibiotico.
Diagnosi di laboratorio
● Nei laboratori generici mediante l’individuazione delle spirochete nel sangue o nel liquor durante un episodio febbrile e mediante l’allestimento di vetrini per microscopia colorati con Giemsa o Wright.
Questa metodica, tuttavia, non è in grado di determinare il genere e la specie dell’agente eziologico.
● Nei laboratori specializzati usando la reazione a catena della polimerasi (PCR) e il sequenziamento genico.
BIBLIOWEB:
● Ciervo, F. Mancini, G. Rezza – La Febbre Ricorrente: una malattia emergente in Italia e in Europa - Not Ist Super Sanità 2016;29(1):3-6
In allegato la Documentazione relativa in formato PDF
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