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Quello che non sappiamo scopriamolo insieme

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Quello che non sappiamo scopriamolo insieme
(Last Updated On: 22 ottobre 2014)

Così recita in TV un recente slogan dell’Istituto Pasteur! Del resto l’informazione e, quindi, la conseguente conoscenza costituiscono di per sé un buon avvio per la giusta risoluzione delle problematiche a cui andiamo incontro nel nostro iter quotidiano.

Sulla patologia diabetica e sulle sue complicanze più significative quali le cardiovascolari e altre di rilevanza minore, molto materiale risulta disponibile per una informativa puntuale e non dispersiva, mentre non altrettanto materiale ,del resto anche non uniforme e non sempre condiviso, si trova sul Diabete Gestazionale ( GDM ).

Una estensione dello Studio DAWN ( Diabetes Attitudes Wishes and Needs ) costituita dal progetto italiano DAWN e Gravidanza , oltre ad aver consentito di individuare la complessità delle problematiche che interessano la gestione del percorso gestazionale nella gravida con GDM , ha evidenziato anche la richiesta da parte delle donne di un più completo coinvolgimento della Medicina generale in modo particolare per quanto riguarda l’informazione. A questo fine la AMeLab , in osservanza al suo Statuto come Associazione di Promozione Sociale ad indirizzo Culturale, si mobilita inserendosi con queste note divulgative sul Diabete Gestazionale.

Secondo una definizione pressoché universalmente condivisa il GDM è una condizione di “intolleranza ai carboidrati di grado e severità variabile, con un inizio o primo riscontro durante la gravidanza”.
Spesso asintomatica costituisce una complicanza che, se non diagnosticata e non adeguatamente trattata, conduce al rischio di elevata morbilità materno-fetale con manifestazioni di grado e severità variabili quali ad esempio la Macrosomia fetale, la distocia di spalla, l’ipoglicemia neonatale, l’aborto spontaneo,il taglio cesareo, la cheto acidosi, etc.… Nel periodo post-partum e anche ad anni di distanza possono apparire manifestazioni patologiche quali obesità adolescenziale per il bambino e il diabete tipo 2 nella madre.

Il GDM costituisce la complicanza più frequente con una prevalenza intorno al 7% di tutte le gravidanze, ma con valori che possono raggiungere anche il 14% o più a seconda le popolazioni studiate.

Ogni anno in Italia 40.000 gravidanze sono complicate da Diabete Gestazionale che in circa il 25% sviluppano in seguito il Diabete di tipo 2; ma tale percentuale si eleva al 50 % nelle donne obese.

La prevalenza italiana del 7% potrebbe però innalzarsi, tenendo conto del fenomeno dell’immigrazione che continua a fare aumentare il numero delle donne in età fertile provenienti da paesi in cui l’incidenza di diabete tipo 2 è elevata.

Nella popolazione immigrata il valore di rischio dovuta all’età presenta due anni in meno : 32 rispetto ai 35 delle italiane ; questa popolazione,inoltre, spesso disconosce il problema ed arriva tardi alla diagnosi, sia per difficoltà di lingua, sia per abitudini nutrizionali e di costume, per cui sarebbe opportuno un potenziamento della comunicazione tra paziente , mediatore culturale e operatori sanitari.

Per tutte le donne in gravidanza, indipendentemente dalla loro etnia, si impone, quindi, la necessità di una diagnosi precoce con conseguente adeguato trattamento per ridurre sia la morbilità materno-fetale sia l’incidenza dei rischi cardiovascolari connessi al diabete tipo 2.

La diagnosi di GDM , se ricercata, è facile; il conseguente approccio e controllo terapeutico risulta abbastanza agevole, essendo centrato soprattutto sul miglioramento e cambiamento eventuale delle abitudini comportamentali ,seguendo una terapia dietetica ed operando una costante attività fisica giornaliera oltre all’autocontrollo glicemico.

Ecco allora la necessità di una campagna informativa per sensibilizzare la donna e gli eventuali operatori sanitari di contatto alla problematica dello screening per la diagnosi e al follow-up post-partum.

Rimane da colmare il gap informativo di sanitari e pazienti , in particolare donne con problemi di scolarità, ricomprendendo nella problematica il caso Migrantes.

Da tempo si è avvertita anche la necessità di una maggior sensibilizzazione dei professionisti impegnati nel settore all’utilizzo di criteri diagnostici certi, uniformi e condivisi.
In Italia la pubblicazione, sia nel marzo che nel novembre 2010, di criteri di screening con Linee Guida (LG) a diverso orientamento ha creato una certa confusione determinando difformità di comportamenti fra i Professionisti impegnati nelle varie Regioni. Allo scopo di favorire una omogeneità assistenziale su tutto il territorio, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS ) ha riunito rappresentanti delle Società Scientifiche e di tutti gli specialisti del tema in un gruppo di studio che , con il supporto metodologico ed organizzativo CeVEAS ( Centro per la Valutazione della Efficacia dell’Assistenza Sanitaria ) , ha prodotto un documento di sintesi condiviso, pubblicato poco dopo nel luglio 2011 come “Raccomandazioni SNLG-ISS e AMD-SID : aggiornamento 2011 sul Diabete Gestazionale”,
approvato in seguito sia dalla SIGO ( Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia ) che dalla SID ( Società Italiana Diabetologia ) e dalla AMD ( Associazione Medici Diabetologi ) .

Le principali Società Scientifiche, sia Cliniche (AMD, SID ) che di Laboratorio (SIMeL, SIBIOC ) , in effetti, avevano da tempo identificato gli standard dei dati di diagnosi, siano essi allarmi anamnestici , valori di riferimento o indicazioni sulla corretta esecuzione di esami , oppure consigli sui fattori di rischio.

Nell’ultima riunione de gruppo di Studio Intersocietario SIMeL SIBIOC ( GsD ), essendo state recepite le osservazioni dei Diabetologi afferenti alla Società Scientifica AMD , è stato proposto e valutato un riassunto informativo sul Diabete in Gravidanza al fine di poter sviluppare diverse forme di comunicazione multimediale .

D’altronde, gli studi esistenti al momento sul GDM, in verità non numerosi, fanno intravedere, in mancanza di una campagna informativa capillare, un possibile incremento di tale complicanza patologica in una futura previsione di crescita dei tassi di prevalenza intorno a 11-13%.

La scarsa informazione , infine, contribuisce notevolmente al basso indice di follow-up post-partum per la affluenza, inferiore al 30-40%, pertanto non molto entusiasmante, delle donne che dopo il parto si sottopongono allo screening . Si prevede, pertanto, che possano crearsi seri problemi alla prevenzione del Diabete tipo 2 e delle sue complicanze sia metaboliche che cardiovascolari.
Il mettere a disposizione questo nostro foglietto informativo sul Diabete Gestazionale, allora, mira a comunicare rapidamente le variazioni consolidate nelle Società Scientifiche di settore, ma non ancora di dominio pubblico tra i sanitari e la popolazione.

Ricorrere in aggiunta alla distribuzione in formato cartaceo, con caratteristiche grafiche accattivanti, anche a quella via Web, riteniamo sia la scelta vincente!

Musmeci Michele, Presidente AMelab

   In allegato il Depliant  in formato PDF

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Michele Musmeci

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