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Fahfa, i Grassi Buoni

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Fahfa, i Grassi Buoni
(Last Updated On: 20 ottobre 2014)

Si chiamano ‘Fahfa‘ (Acid-hydroxyl fatty acids) e rappresentano una nuova classe finora sconosciuta, di lipidi ‘buoni’ come gli omega-3.
A differenza di questi però, i Fahfa vengono prodotti all’interno del corpo: affascinante l’idea si potrebbe modularne il livello nell’organismo umano.
Nello studio su Cell  i ricercatori annunciano la scoperta che apre potenziali prospettive di studio per trattamenti contro il diabete e altre malattie infiammatorie.

Lo studio*, pubblicato su Cell, è stato realizzato da un team di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) e del Salk Institute: I Fahfa, individuati su modello animale, si trovano nelle cellule di grasso ed in altre cellule del corpo vengono generati e scomposti all’interno dell’organismo umano.

La ricerca, partita da alcune indagini su un particolare modello murino (con sovraespressione di molecole GLUT-4, i GLUT sono proteine trasportatrici del glucosio), ha portato i ricercatori a evidenziare che gli esseri umani resistenti all’insulina ( più inclini a sviluppare diabete e malattie metaboliche) mostrano una minore concentrazione dei GLUT-4, molecole trasportatrici di glucosio nelle cellule di grasso.
Nello studio, la sovra-espressione di GLUT-4 era sufficiente per aumentare la tolleranza al glucosio e proteggere i topi contro il diabete, anche quando gli animali erano obesi. Aumentando attraverso l’alimentazione il livello di Fahfa nell’animale, i ricercatori hanno mostrato un rapido e radicale calo dello zucchero nel sangue e un aumento dell’insulina.

Studiando la concentrazione di questi lipidi nell’uomo, nel grasso o nel plasma di individui con insulino-resistenza, i ricercatori hanno osservato che le concentrazioni di Fahfa erano dal 50 al 75% più basse di quelle degli individui con normale sensibilità insulinica.
Questa importante caratteristica conferisce ai Fafha un vantaggio in termini di sviluppo terapeutico, perché potremmo essere in grado di modificare il tasso di produzione e la ripartizione in tutto il corpo.

Potendo misurare i livelli di Fahfa nel sangue, le basse concentrazioni possono rivelarsi un indicatore precoce del rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Di conseguenza, se il ripristino dei livelli Fahfa negli individui con insulino-resistenza rivela effetti terapeutici, a livello potenziale potremmo essere in grado di intervenire prima dello sviluppo del diabete”.

Lo studio è stato in parte supportato da National Institutes of Health, JPB Foundation, the Searle Scholars Award, Burroughs Wellcome Fund CABS, Sloan Foundation Fellowship, e da grant del the Harvard Training Program in Nutrition and Metabolism.

 BIBLIOGRAFIA

* Mark M. Yore, Ismail Syed et al., Discovery of a Class of Endogenous Mammalian Lipids with Anti-Diabetic and Anti-inflammatory Effects, Cell, Volume 159, Issue 2, p318–332, 9 October 2014, DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.cell.2014.09.035

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Giuseppe Catanoso

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