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Di Qua E Di Là Dal Mare Il Diabete Fa Allarmare

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Di Qua E Di Là Dal Mare Il Diabete Fa Allarmare
(Last Updated On: 7 ottobre 2014)

 

E’ interessante osservare come certi temi e certe preoccupazioni evidentemente comuni a tutti trovino a seconda dei contesti politici e degli assetti economici risposte differenti. Gli endocrinologi americani dell’AACE (American Association of Clinical Endocrinologists) dichiarano di essere estremamente preoccupati per le incertezza che ancora oggi rendono problematico il monitoraggio della glicemia nel paziente diabetico. L’Associazione ha così deciso di organizzare per l’ultimo fine settimana di settembre 2014 un incontro “speciale” a Washington, D.C.

L’ AACE ha chiesto a tutti i “portatori di interesse” in materia –riconosciuti e raggruppati in 4 categorie: a) scienza e medicina, b) industria, c) politici e compagnie assicurative, d) pazienti- su quelle che vengono considerate oggi le maggiori sfide legate al monitoraggio glicemico. Queste sfide riguardano,tra l’altro, una migliore regolamentazione dei dispositivi, procedure di acquisizione poco competitive, assenza di copertura finanziaria da parte di Medicare per il monitoraggio glicemico continuo. Non si è trattato del solito “convegno“: riunire insieme tutti i ‘portatori di interesse’ è qualcosa di mai riuscito fino ad oggi” dice in una intervista al blog Medpage Today il Presidente eletto di AACE, George Grunberger. “Si tratta di una vera e propria Consensus Conference”. I gruppi di lavoro in due intense giornate hanno discusso gli argomenti sul tavolo e stenderanno un documento di consenso che sarà presentato in commissione al Congresso.

Grunberger dice che i glucometri oggi hanno una scadente sorveglianza post-vendita, non sufficiente a garantire in continuo un’operazione da cui dipende un aspetto vitale quale la scelta del dosaggio farmacologico da utilizzare. “Abbiamo bisogno di sapere che si tratta di strumenti affidabili, accurate e precisi,” sostiene Grunberger chiedendo una maggiore sorveglianza da parte di FDA sul post-vendita di questi strumenti. La stessa cosa è stata chiesta la scorsa settimana da esperti dell’Associazione europea per lo studio del Diabete.

Altro argomento critico la concorrenza nelle procedure di acquisizione. Un terzo del budget di Medicare viene speso per il diabete, ed è comprensibile che si voglia esercitare un qualche controllo dei costi. Ma se i contratti vengono aggiudicati esclusivamente in base al prezzo più basso, la possibile carenza qualitativa diventa estremamente preoccupante, specialmente quando lo strumento finisce direttamente tra le mani del paziente senza coinvolgimento del medico. “Tratto pazienti sulla base di risultati dei quali non so se e quanto fidarmi,” lamenta Grunberger.

Preoccupazione specificamente yankee invece è la copertura dei costi per il monitoraggio glicemico continuo (MGC). Non sono così rari i pazienti con diabete tipo 1, ben controllati con pompa insulinica e MGC costretti ad abbandonare quest’ultimo appena compiuti i 65 anni. Grunberger cita il caso di una sua paziente a cui Medicare fornisce la pompa insulinica ma non più MGC, dato che ha compiuto il sessantacinquesimo anno. “Ma se dovesse avere un episodio ipoglicemico talmente grave da indurre al ricovero, Medicare lo dovrebbe pagare”.

Con le dovute differenze, questa preoccupazione riflette qualcosa di simile alle nostre latitudini, dove Spending review e tagli lineari non pesati sulle evidenze mettono probabilmente a rischio livelli essenziali di assistenza.
Anche l’American College of Endocrinology ha sponsorizzato questo meeting.

   In allegato la Locandina relativa, in formato PDF

Click per visualizzare la Locandina

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Marco Caputo

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