Due studi recenti ed indipendenti comparsi su JAMA Internal Medicine online arrivano alle medesime conclusioni: lo screening per neoplasie su popolazioni di grandi anziani fornisce benefici minimi a prezzo di costi estremamente elevati e con un aumentato ricorso a procedure invasive.
Il primo di questi studi afferma che “negli USA una ’significativa’ percentuale di persone con aspettativa di vita limitata viene regolarmente sottoposta a screening per neoplasie frequenti (mammella, prostata, utero, colon retto) senza una ragionevole prospettiva di beneficio ma a prezzo non solo di costi sanitari importanti e anche di un effettivo danno per il paziente”. Dallo studio emergono anche clamorose inappropriatezze nell’applicazione di procedure di screening, come l’esecuzione di PAP test a pazienti isterectomizzate.
Il secondo studio conclude che ridurre l’intervallo per lo screening di neoplasie del colon retto mediante colonscopia da 10 a 5 anni porta un beneficio minimo in termini di qualità di vita, al prezzo di oltre 700,000 $ per anno.
Le conclusioni di entrambi gli studi non sono certo sorprendenti. Esistono anche raccomandazioni e linee guida che attestano la sostanziale inutilità di screening neoplastici troppo prolungati. Oggi lo screening per il cancro della prostata è esplicitamente sconsigliato dalla US Preventive Services Task Force. Ma evidentemente il consenso a tali raccomandazioni non è universale.
I risultati di questi studi sembrano confermare l’opinione che “lo screening per il cancro nel XXI secolo sta “perdendo il suo smalto”, sostiene Cary P. Gross, facoltà di Medicina dell’Università di Yale in un editoriale di accompagnamento. ” Sempre più elementi sembrano avvalorare l’evidenza che molti schemi di screening danno meno benefici di quanto originariamente ipotizzato. Specialmente nell’anziano, per il quale l’eventuale neoplasia scoperta dallo screening non sarà la causa di morte”. Gross formula tre suggerimenti, per “utilizzare meglio i soldi e fare meno danni” con gli screening di cancro:
• Avere una strategia comunicativa efficace per informare correttamente su rischi e benefici degli screening in base al rischio individuale;
• Rivalutazione dei rimborsi nei sistemi assistenziali (Medicare) per le prestazioni definite “ragionevoli” o “necessarie”;
• Utilizzare indicatori di qualità per l’abuso di screening.
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JAMA Internal Medicine
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Source reference: Gross CP “Cancer screening in older persons. A new age of wonder”JAMA Intern Med 2014; DOI: 10.1001/jamainternmed.2014.3901
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