Ne è passato di tempo da quando nei laboratori la ‘Camera di Burker’ imperava.
Il povero Laboratorista, allora, contava una a una le cellule del sangue…
L’evoluzione tecnologica dalla fine degli anni settanta ha iniziato a correre sempre più velocemente.
Dal semplice conteggio degli elementi corpuscolati del sangue si è arrivati ad una definizione qualitativa dei leucociti e del loro grado di maturazione, si sono svelati quasi tutti i “segreti” dei globuli rossi ed è migliorata la capacità di discriminare la presenza di interferenti o di particolari situazioni patologiche.
Infine, l’accuratezza analitica raggiunta da alcuni analizzatori presenti oggi sul mercato, ha permesso di snellire il lavoro del tecnico e del medico di laboratorio.
Come? Semplicemente con l’adozione dei cosiddetti filtri, ovvero una serie di allarmi per valori anomali o caratteristiche anomale del campione.
Tutto ciò che rimane “taggato” dovrà essere ri-valutato, il resto andrà direttamente al referto.
Il Tecnico e il Medico di Laboratorio hanno ridotto il tempo impegnato per gestire tutti gli esami emocromocitometrici dedicandosi così ai soli campioni patologici per un esame di qualità.
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