Come siamo, in tema di salute e non solo, è l’obiettivo del nuovo Rapporto BES elaborato dal Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) pubblicato per la prima volta.
Sul primo rapporto “Benessere Equo e Sostenibile” è fotografata la società italiana attraverso 134 indicatori suddivisi per 12 aree di ricerca (salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e qualità dei servizi).
La vita media continua ad aumentare, e l’Italia è tra i Paesi più longevi d’Europa.
Le donne, a fronte dello storico vantaggio (più longeve) che si va riducendo, sono più svantaggiate in termini di qualità della sopravvivenza: mediamente, un terzo della vita è vissuto in condizioni di salute “non buone”. Mortalità infantile, da incidenti stradali e da tumori (mortalità evitabile), sono in calo nel lungo periodo, mentre crescono i decessi per demenza senile e malattie del sistema nervoso.
La durata della vita media in Italia è 79,4 anni – uomini – e 84,5 – donne, con valori leggermente più bassi al Sud – rispettivamente 78,8 e 83,9 anni – (stime 2011).
In Francia e in Spagna le donne sono più longeve che in Italia (85,3 anni in entrambi i Paesi); gli uomini più longevi sono gli svedesi, mentre gli Italiani sono al quarto posto insieme con gli spagnoli, dopo ciprioti e maltesi (stime 2010).
Negli ultimi dieci anni in Italia la vita media è aumentata di 2,4 anni per gli uomini e di 1,7 anni per le donne. Per la prima volta negli ultimi anni, la provincia di Bolzano (80,5 anni uomini) affianca la regione Marche, tradizionalmente a più lunga sopravvivenza.
Anche per le donne è la provincia di Bolzano (85,8 anni) quella con la sopravvivenza media più elevata, seguita da Trento (85,5) e dalle Marche (85,4). La regione in cui mediamente si vive meno a lungo? La Campania, con sopravvivenza di 77,7 anni – uomini – e 83 anni – donne (stime 2011). Si riducono le differenze di genere: il vantaggio femminile, che nel 2001 era di 5,8 anni, si riduce a 5,1 nel 2011, continuando una tendenza iniziata nel 1979, quando raggiunse il massimo di 6,8 anni.
La speranza di vita in buona salute è l’indicatore che combina la componente di sopravvivenza alla percezione di buona salute da parte dei cittadini. Si misura alla nascita: nel 2010 un nuovo nato in Italia conta su 59,2 anni di vita in buona salute se maschio, 56,4 se femmina, con uno svantaggio rispetto alla media per i residenti nel Mezzogiorno di 2,8 anni – maschi - e 2,3 anni - femmine.
Particolarmente “stuzzicanti” i box che si trovano in chiusura di capitolo delle diverse aree di ricerca “appunti per il futuro” e la bibliografia “per saperne di più”
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