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(Last Updated On: 5 luglio 2022)

Medici e Turni Massacranti, FNOMCeO e Cassazione

ILdisagio medico è sempre più evidente, un “convitato di pietra” che molti decisori non vedono o fanno finta di non vedere, come se non dovesse influenzare l’operato dei medici e più in generale le professioni sanitarie coinvolte nell’assistenza, diagnosi e cura della popolazione.

Non così (fortunatamente) per i giudici. Secondo la Suprema Corte di Cassazione Civile che ha emesso l’Ordinanza 17976/2022, sussiste il nesso causale tra le condizioni di lavoro di un medico in una struttura ospedaliera e l’infarto da lui subito. In altri termini, è responsabile l’Azienda Sanitaria che non pone rimedio alle proprie carenze a livello di organico e sottopone il medico a stress occupazionale, frutto dell’effettuazione di turni di reperibilità in misura di gran lunga superiore a quella prevista dal contratto, contribuendo quindi alla determinazione dell’evento lesivo della sua integrità fisica.

In pratica riconosce che l’attuale pratica della professione è una prova di resistenza, fisica e mentale. Per molti medici ospedalieri, specie per medici di Pronto soccorso e di medicina d’urgenza, internisti, anestesisti, specialisti in chirurgia generale, ma ovviamente anche per infermieri e operatori sanitari, l’attività richiesta (e prestata) è un’amante esigente, che ti prosciuga tutte le energie, impedendoti di dedicarti appieno ad altre attività.

È la vita di reperibilità: urgenze e notti, che non conosce il significato della parola festivo né, troppo spesso, della parola riposo. Lo sanno bene, gli ospedalieri, che cosa significa essere chiamati di notte per un’urgenza, a cui magari ne segue un’altra; tornare a casa alle 6 di mattina e poi, facendo finta di aver dormito, ripresentarsi in ospedale alle 8 ed affrontare un’altra giornata di PS, esami, visite o sala operatoria. Si va avanti così, anno dopo anno, trascurando inevitabilmente se stessi e i propri cari.

Finché si arriva al limite e si prende la difficile decisione di cambiare vita, di lasciare quel posto per il quale si è lottato e sacrificato tanto. Si lascia l’ospedale. «Sono sempre più i medici ospedalieri che, per il basso livello della qualità di vita e delle condizioni di lavoro, firmano anzitempo la risoluzione del rapporto di lavoro».

A dirlo è Il vicepresidente della FNOMCeO Giovanni Leoni, che ha declinato il termine “autodimissione” (normalmente riferito ai pazienti quando rifiutano le cure e firmano la cartella clinica per uscire dall’ospedale), per spiegare la fuga dei camici bianchi dalle corsie, visto il basso livello della qualità di vita e delle condizioni di lavoro. Firmano anzitempo la risoluzione del rapporto di lavoro con l’ospedale: tra le cause il blocco del turnover e la disincentivazione dei giovani sottoposti a pesanti condizioni lavorative, di difficile giustificazione, con un numero insufficiente di contratti per le scuole di specializzazione o per il corso di formazione in medicina generale.

Non sono solo liste d’attesa più lunghe, i PS affollati o l’assenza di determinati specialisti in alcuni ospedali. Sono anche la qualità e la sicurezza delle cure che possono esserne condizionate. E, lasciando l’ospedale, non si fa che alimentare il problema della carenza di medici e sanitari, che già affligge le corsie dei nostri ospedali e che in parte è causa della vita frenetica ed estenuante condotta dagli ospedalieri. Un cane che si morde la coda. Un circolo vizioso da cui è difficile uscire.

Un modo per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di chi, prima o poi, dovrà prendersi cura della salute di tutti noi, forse c’è. È una questione di impegno, di incentivazione, di risorse che devono essere investite per sbloccare il turnover generazionale. È necessario che ci siano più specialisti e che si qualifichino più giovani, mettendo a loro disposizione più posti per le scuole di specializzazione ed il corso in medicina generale, consentendo a tutti i laureati in medicina di proseguire il loro percorso formativo.

I giovani arrivano alla professione con le più svariate motivazioni, prima tra tutte aiutare i pazienti. Poi, se vedono i più anziani che hanno condizioni di vita particolarmente pesanti, possono avere delle perplessità sul futuro che li attende. Trascorreranno la maggior parte della vita facendo quel lavoro, affrontando tutte queste difficoltà e facendo questi sacrifici ed è fondamentale che quel lavoro piaccia e appassioni. Altrimenti abbandonerà quella strada per tentare di inseguire altrove il proprio sogno e la propria passione. Se non si cambia qualcosa, cercheranno sempre più all’estero quello che non trovano nel nostro Paese.

Il Sondaggio condotto dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia, presentato al Convegno “Verso gli Stati generali… Medicina Meccanica 2.0: il medico e il suo non tempo”, “fotografa” la professione in crisi per 9 su 10 degli intervistati. “Medici in crisi, ma che continuano a metterci il cuore” Colpa di definanziamento e burocrazia. Ma anche del task shifting (il trasferimento di competenze dal medico ad altre figure professionali), giudicato negativamente da tre medici su quattro. Non si salva neanche l’Educazione continua in Medicina, che oltre la metà dei medici ritiene inadeguata rispetto alle necessità attuali della professione.

Testimonia che un medico nel mezzo del cammino della sua vita professionale, si trova in crisi: soffre la burocratizzazione eccessiva, la medicina amministrata, i vincoli di bilancio. Non riesce più a conciliare lavoro e vita privata, schiacciato da turni massacranti, senza poter prendere ferie e sentendosi in colpa se deve entrare in maternità o in malattia. E allora sogna la fuga: verso il prepensionamento, verso l’estero, verso il privato. Eppure, alla domanda se, potendo tornare indietro, rifarebbe il medico o l’odontoiatra, la risposta è un “coro di sì”.

Quasi tutti i medici e gli odontoiatri intervistati ritengono che la loro professione sia in crisi (92%). In particolare, sono soprattutto i più giovani a percepire tale decadimento (96% tra gli under 40, 93% sotto i 55 anni). Tuttavia, coloro i quali si trovano nel pieno della carriera manifestano un disagio maggiore (il 60% dei 41-55enni è molto d’accordo con l’affermazione). La crisi della professione medica è avvertita più dalle donne che dagli uomini.

L’eccessiva burocratizzazione viene individuata quale prima causa della crisi della professione medica, soprattutto dagli iscritti più maturi. Inoltre, più della metà di medici e odontoiatri, attribuisce una significativa responsabilità ai vincoli della medicina amministrata e all’inadeguato finanziamento del SSN. Per un giovane medico su tre, pesa la difficoltà di relazionarsi con il paziente.

La quasi totalità dei medici (91%) ritiene che le modalità oggi richieste, nello svolgimento della professione, influiscano negativamente sulla vita privata. L’apice del disagio si riscontra nella fascia anagrafica centrale (41-55 anni). Anche nella professione medica e odontoiatrica, sono le donne ad avvertire una maggiore tensione nel rapporto tra vita privata e lavorativa. Come reagire a questo disagio? Il 71% di chi ha meno di 40 anni sogna (47%) o ha già pianificato (14%) la fuga verso l’estero. Non è così, come era prevedibile, per gli over 55!

Sette giovani medici su dieci potrebbero andarsene dall’Italia nei prossimi 5 anni, attratti da stipendi più congrui, da condizioni di lavoro migliori, da una qualità di vita più elevata. Potrebbero così delinearsi scenari simili a quello della Romania, dove il 10% dei cittadini è rimasto senza cure mediche. Anche il prepensionamento è un’idea che si potrebbe concretizzare, a breve, per quasi il 23% degli iscritti over 55. Con riferimento alla classe anagrafica centrale (41-55 anni), il 23% degli intervistati si dichiara disposto a ritirarsi anticipatamente dal lavoro, se la normativa lo consentisse. Il ritiro anticipato dal lavoro è una possibilità ancora lontana soprattutto per le donne (51%).

A fronte di tutte le considerazioni svolte sugli aspetti critici della professione, emerge tuttavia il persistere di una forte soddisfazione per la scelta professionale effettuata (78%), soprattutto tra coloro che possono vantare una lunga carriera alle spalle. Appena il 14% degli iscritti si ritiene «pentito» del percorso professionale intrapreso, con una maggiore incidenza tra le donne.

La crisi esiste perché il mondo cambia. Noi sanitari non vogliamo subire il cambiamento, ma governarlo e condividerlo con i colleghi e con le altre professioni, anche non sanitarie: con i filosofi, i teologi, i costituzionalisti, i giuristi, gli altri esperti e, soprattutto, con i cittadini. Noi siamo i custodi dei diritti dei cittadini, in particolare di quello alla tutela della salute. È per tenere fede a questa missione che, nonostante tutto, nel nostro lavoro continuiamo a metterci passione, voglia e cuore.

BIBLIOWEB:

Corte di Cassazione Civile – Ordinanza n.17976/2022 (in PDF allegato)
Indagine OOMM di Venezia (vedi PDF)
Giornata europea contro la violenza sugli operatori sanitari https://newmicro.altervista.org/?p=9105
Giornata Violenza sulle donne https://newmicro.altervista.org/?p=8850
Resilienza Medica  https://newmicro.altervista.org/?p=7730
Violenza & Legge https://newmicro.altervista.org/?p=7720
Sanitario, cura te stesso https://newmicro.altervista.org/?p=7450
COVID-19 Angeli e Demoni https://newmicro.altervista.org/?p=7407
COVID-19 Il silenzio degli innocenti https://newmicro.altervista.org/?p=7288
Coronavirus – Misurare lo stress degli operatori sanitari https://newmicro.altervista.org/?p=7251
Old Med & COVID https://newmicro.altervista.org/?p=7233
Coronavirus & Media https://newmicro.altervista.org/?p=7019
Non si uccidono così anche i cavalli? https://newmicro.altervista.org/?p=6946
Stress & Aggressioni. Prevenzione d’Europa https://newmicro.altervista.org/?p=5710
Medici in fuga https://newmicro.altervista.org/?p=2110
Old Med https://newmicro.altervista.org/?p=2085
Non solo negli USA. Medice, cura te ipsum! https://newmicro.altervista.org/?p=1039
Diciamo NO alla Violenza https://newmicro.altervista.org/?p=6359
Stress & Aggressioni. Prevenzione d’Europa https://newmicro.altervista.org/?p=5710
L’Ordine per noi https://newmicro.altervista.org/?p=4914
Violenza in sanità https://newmicro.altervista.org/?p=3975
Sicurezza sul lavoro in Sanità https://newmicro.altervista.org/?p=3411
Decesso da lavori forzati https://newmicro.altervista.org/?p=2940
Il Lavoro ai tempi del Burn Out https://amicimedlab.altervista.org/?p=6136

 Corte di Cassazione Civile – Ordinanza n.17976/2022 (PDF)

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 Indagine OOMM di Venezia, 2022 (PDF)

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Sandro Pierdomenico

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