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Diabete: Trend in Crescita

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Diabete: Trend in Crescita
(Last Updated On: 10 marzo 2021)

Da Nord a Sud, in 20 anni, siamo passati dal 3,8 al 5,8% della popolazione

ILdiabete è in continua crescita, in tutti i paesi europei: fra il 2008 e il 2014 il numero di cittadini europei con tale patologia è cresciuto di 4,6 milioni, del 28 per cento in sei anni, con un aumento 24 volte maggiore rispetto a quello della popolazione nello stesso periodo.

Anche in Italia il diabete rispecchia l’andamento descritto: l’ISTAT stima che dal 2000 al 2019 le persone con diabete siano aumentate di circa il 60 per cento, passando dal 3,8 al 5,8% della popolazione (oltre 3 milioni e mezzo di persone). Questo incremento è spiegabile con una pluralità di motivi, tra cui l’invecchiamento della popolazione, la sedentarietà, l’obesità e in generale la scarsa attenzione a stili di vita salutari.

Ma fortunatamente contribuiscono a questa crescita anche i continui progressi nel contrasto alle malattie croniche, come le migliorate capacità diagnostiche accompagnate a una diagnosi in età più giovane o la capacità del sistema di cura di allungare la sopravvivenza delle persone con diabete e relative complicanze.

L’organizzazione sanitaria e i decisori di politiche sanitarie non possono prescindere dai dati e dalle informazioni epidemiologiche che, a livello nazionale, derivano da numerose fonti coordinate (istituzioni e società scientifiche). Forniscono aggiornamenti sullo stato attuale di numerosi aspetti correlati al diabete, come il numero di persone affette ma anche la loro qualità di vita, la gestione clinica, l’accesso alle strutture sanitarie, ai dispositivi medici, alle cure domiciliari, alle terapie.

La quattordicesima edizione dell’Italian Diabetes Barometer Report (in collaborazione con ISTAT e Coresearch), presentata nel webinarIl Diabete una malattia silente: l’impatto In Italia e nelle Regioni”, patrocinato dal Ministero della Salute e dall’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, tratteggia la distribuzione della patologia nelle diverse aree territoriali: i livelli più elevati sono ancora in Calabria, Sicilia e Campania.

La relazione illustra una serie di dati e di passaggi chiave, che possono contribuire ad affrontare con successo la crescita tumultuosa del diabete tipo 2, anche nel contesto dell’attuale gravissima crisi sanitaria globale e che, al contempo, possono avere un impatto di vasta portata sullo sviluppo complessivo delle malattie croniche.

C’è ancora troppa disparità nell’accesso alle cure ed ai trattamenti tra le varie Regioni italiane, ma anche tra le singole province di una stessa regione, finendo per fornire un quadro negativo, non accettabile, all’interno di un Sistema Sanitario universalistico. Rispetto al 2000 le prevalenze standardizzate aumentano maggiormente nelle regioni del Nord e del Centro (escluso il Lazio), che partivano da livelli più bassi. Per il Mezzogiorno fa eccezione la Sicilia che passa dal 4,4 per cento nel 2000 al 6,9 per cento nel 2019.

Per quanto riguarda la mortalità, si conferma la tendenza a crescere, soprattutto nelle regioni meridionali del paese, con una certa variabilità, in base alle province della stessa regione. In Piemonte i decessi per diabete rappresentano il 2,9% del totale, percentuale inferiore alla media nazionale, che si attesta al 3,5%. Nella provincia di Vercelli però il dato sale al 4,1% e in quella di Torino scende al 2,5. Analogamente, in Puglia, con una media regionale del 4,6%, si passa dal 5,6 di Taranto al 3,6 di Lecce.

Il diabete è una malattia dal quadro morboso complesso ed è riportato come causa iniziale in circa 23 mila decessi. Tra le malattie che hanno un ruolo nel determinare il decesso (concausa) incide in un numero di casi circa quattro volte più elevato (oltre 80 mila decessi). Già prima della diffusione del virus SARS-CoV-2, il diabete aveva un’associazione significativa anche con le malattie infettive e parassitarie: tra coloro che presentano “menzione” di diabete si rileva infatti un eccesso del 10% dei decessi.

Covid-19 Nella prima fase della pandemia Covid-19, il 16% dei casi di decessi di persone risultate positive riguardava soggetti con diabete. Per questo motivo il Ministero della Salute ha inserito nel piano vaccinale, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 9 febbraio, le persone con diabete e obesità, fragili e vulnerabili, tra i gruppi di cittadini da considerare prioritari per la vaccinazione contro il Sars-Cov-2.

Spesa. L’aumento della popolazione con diabete negli ultimi anni ha comportato ovviamente un aumento di spesa per il Sistema sanitario, ma non per quanto riguarda il costo medio pro-capite. Secondo i dati dell’osservatorio “Arno diabete”, il costo medio annuo nel 2018 (escludendo i costi per dispositivi, come strisce, siringhe, aghi) ammonta a 2.735 euro, praticamente uguale a quello del 2010.

Analizzando le componenti, si evidenzia un lieve aumento dei costi per la terapia standard (+78 €) e per le prestazioni ambulatoriali (+94 €) e un aumento più marcato per altri farmaci (+224 €), mentre si sono ridotti in maniera importante i costi per le ospedalizzazioni (- 417 €). Solo il 9 % della spesa riguarda i farmaci antidiabete: il 31% è legato alle terapie per le complicanze e le patologie concomitanti, mentre oltre il 40 % è relativo al ricovero ospedaliero.

Il modello italiano di cura del diabete è considerato uno dei più efficienti. Grandi progressi sono stati fatti, negli ultimi anni, nella lotta a questa malattia cronica: secondo lo studio condotto dalla London School of Economics nel 2011, il costo medio per paziente, in Italia, risulta più basso rispetto a Francia, Gran Bretagna e Germania, dove l’assistenza diabetologica è demandata principalmente alla medicina generale, contrariamente a quanto accade in Italia, dove è invece presente una rete diffusa di strutture specialistiche, in grado di fornire assistenza a oltre il 50% dei pazienti con diabete.

L’investimento nell’appropriatezza terapeutica e nell’assistenza specialistica ambulatoriale, rappresentano la chiave di volta per ridurre gli ingenti costi delle ospedalizzazioni, a loro volta indice di complicanze del diabete. Ma molto ancora si può fare, implementando i PDTA sul diabete in modo che risultino semplici, condivisi ed efficaci e facilitando l’integrazione della medicina nel territorio, grazie alla rete specialistica diabetologica, per la quale l’Italia rappresenta un modello a livello internazionale, con la presa in carico della persona con diabete.

Il report dedicato all’Italia dall’IBDO (al cui link rimandiamo) testimonia la positiva gestione del diabete di tipo 2 nel nostro paese.

BIBLIOWEB:

Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation https://ibdofoundation.com/
Diabetes Monitor Journal – 14esimo Report IBDO https://viewer.ipaper.io/sp-servizi-pubblicitari-srl/report2021/?page=2
Diabetes expenditure, burden of disease and management in 5 EU countries  - London School of Economics – January 2012 https://www.lse.ac.uk/business-and-consultancy/consulting/assets/documents/diabetes-expenditure-burden-of-disease-and-management-in-5-eu-countries.pdf
COVID-19, Glicemia e Diabete https://newmicro.altervista.org/?p=8096
Malattia renale e Covid  https://newmicro.altervista.org/?p=7956
Diabete & Covid https://newmicro.altervista.org/?p=7481
COVID-19, Diabete & TNF https://newmicro.altervista.org/?p=7293
Diabete “cittadino” https://newmicro.altervista.org/?p=3463

 

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Roberto Testa

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