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Cancro Guarigioni di Genere

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Cancro Guarigioni di Genere
(Last Updated On: 21 novembre 2020)

In Europa guariscono il 51% delle donne ed il 39% degli uomini

(Tiroide, testicolo, stomaco, colon retto, utero, melanoma)

Laprobabilità di guarire non è ovviamente limitata al solo Covid. Riguarda tutte le patologie, quelle che ormai che sono state messe in secondo piano dalla pandemia. Per quest’ultima non riusciamo a curare i pazienti con altre patologie o li curiamo meno bene, specie per quel che riguarda la prevenzione. Il sistema tende al collasso, non solo per gli effetti diretti del Covid, ma anche perché abbiamo dilazionato o sospeso i programmi di screening.

Da febbraio, abbiamo dovuto annullare 1.300.000 test preventivi oncologici. Alcune di queste persone non controllate potranno sviluppare una patologia. E’ un prezzo altissimo che rischiamo di pagare nei prossimi anni. Vale comunque la pena di riassumere i principali risultati conseguiti in questo campo analizzando i dati di un recente studio (programma Eurocare) dell’Istituto Superiore di Sanità e del Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano, pubblicato sull’International Journal of Epidemiology.

Risultati di Genere. La guarigione è ormai certa per il il 51% delle donne ed il 39% degli uomini europei che hanno avuto un tumore. Guariscono in meno di 10 anni. Le persone guarite tornano ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato. Questo accade per sei tipi di tumori: della tiroide, del testicolo, dello stomaco, del colon-retto, dell’utero e per il melanoma.

Eurocare” è attivo da oltre 30 anni, sotto la responsabilità dell’ISS e della Fondazione Irccs – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. L’attività è stata condotta grazie al supporto dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), della Commissione Europea, della Fondazione Cariplo e della Compagnia di San Paolo. I risultati dell’indagine sono stati coordinati dal CRO. In tema di oncologia, la pubblicazione descrive i progressi significativi in queste patologie e ribadisce la necessità di dare continuità a tutti i programmi di screening ed ai percorsi di cura.

Attraverso lo studio si è osservato che l’aumento della probabilità di guarire, in 10 anni, è stato di circa il 10%, per la maggior parte dei tumori. Le stime di guarigione dal tumore, presentate dallo studio, sono da ritenersi prudenti: è ipotizzabile, infatti, che le persone con diagnosi successive al 2007 abbiano una probabilità di guarire ancora maggiore di quanto documentato da questa ricerca.

Gli indicatori sono misurati a partire dai dati di oltre 7 milioni di pazienti, raccolti dal 1990 al 2007 in 17 Paesi Europei e seguiti per almeno 18 anni. Sono riferiti a 32 tipi di tumore, per la prima volta seguiti in modo sistematico, a livello europeo, per singola patologia, per sesso e per gruppi di età. Congiuntamente, restituiscono lo stato dell’arte sulla capacità dei sistemi sanitari e delle moderne tecnologie di affrontare e sconfiggere le numerose forme di malattie neoplastiche.

Obiettivi Europei. In Europa, le persone con una pregressa diagnosi di tumore sono circa 25 milioni su una popolazione di 500 milioni di abitanti. Migliorare le conoscenze sull’esito del percorso di cura, inclusa la guarigione, è un obiettivo qualificante della “Joint Action sul Cancro” della Commissione Europea “Innovative Partnership for Action Against Cancer (iPAAC)”, che ha supportato lo studio.

Ottimizzare l’uso dei dati raccolti dai Registri tumore Europei, promuovendo la diffusione di indicatori affidabili sui sopravviventi, rientra nelle attività iPAAC su Health Information, coordinate da ISS. Migliorare le evidenze scientifiche disponibili, contribuisce a migliorare i servizi ed a ridurre le diseguaglianze di accesso alle cure.

Speranza. Lo studio suggerisce l’opportunità di non considerare più “irreversibile” l’esperienza di malattia tumorale. Sapere quali sono i tempi di guarigione, per sesso, età dei pazienti e, soprattutto, tipo di tumore, offre ai clinici l’opportunità di calibrare meglio i loro interventi sui pazienti e consente anche ai decisori politici di organizzare l’assistenza oncologica nella maniera più efficace ed efficiente. Purtroppo una percentuale non indifferente di persone guarisce con più o meno piccole disabilità e circa il 15% va incontro all’insorgenza di seconde neoplasie.

Prognosi. Lo studio evidenzia che sono molti i tumori dai quali si può guarire, non solo essere “curati”: tumori dello stomaco, del colon retto, dell’endometrio ed il melanoma addirittura dopo meno di 10 anni. La maggior parte delle persone con tumori della prostata o della mammella non morirà a causa del tumore, anche se saranno necessari oltre 10 anni dalla diagnosi perché la loro attesa di vita raggiunga quella di chi non ha avuto un tumore. Possono ritenersi “guarite” invece le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide, dopo 5 anni dalla diagnosi.

Probabilità di guarire. Nei pazienti europei, con tumori del testicolo, risulta superiore all’80% (94%). In caso di neoplasie tiroidee raggiunge il 87% per le donne ed il 70% per gli uomini. Per i melanomi cutanei 86% nelle donne e 76% negli uomini. Percentuali di guarigione superiori al 60% sono emerse anche per i pazienti con tumori dell’endometrio (76%), della mammella (66%), della cervice (64%) e della prostata (63%), oltre che per i pazienti con linfomi di Hodgkin (75% per le donne e 67% per gli uomini).

Il tempo necessario affinché diventi trascurabile l’evento “morte per la malattia” è molto breve (1-2 anni) per la maggior parte dei tumori della tiroide, del testicolo e per i linfomi di Hodgkin, diagnosticati nei giovani sotto i 45 anni di età. Risulta di 5-10 anni per i pazienti con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’utero e per i melanomi.

Per le persone con tumori della mammella, della prostata e della vescica, il rischio di ripresa è esiguo, ma ancora presente, almeno fino a 15 anni dalla diagnosi ma oltre la metà dei pazienti non morirà a causa della malattia. La maggior parte dei pazienti con linfomi, leucemie e mielomi sono esposti, per il resto della loro vita, ad un rischio più alto di ripresa di malattia rispetto agli individui “sani”, anche se per una parte di questi pazienti la malattia convive molto a lungo con forme “croniche” o “asintomatiche”.

Ritardi e mortalità. È stata portata a termine e pubblicata su BMJ una revisione sistematica della letteratura, con successiva metanalisi, al fine di valutare l’impatto (sulla prognosi) del ritardo di diversi trattamenti relativi a 7 tumori (vescica, mammella, colon, retto, polmone, cervice e testa-collo) confermando (e integrando) i dati Eurocare.

Nei pazienti oncologici un ritardo di 4 settimane, nell’esecuzione dei trattamenti, si traduce in un aumento della mortalità. Questo incremento è maggiore in caso di ritardi più prolungati. Per i trattamenti chirurgici, è stato osservato un incremento del 6-8% nel rischio di mortalità, per ogni 4 settimane di ritardo. I pazienti con tumori dell’esofago, pancreas, fegato, polmone, sistema nervoso centrale (negli adulti), leucemie linfatiche croniche, mielomi hanno ancora probabilità di guarigione inferiori al 15%.

Per i pazienti che non guariscono dal tumore, l’attesa di vita varia mediamente da oltre 10 anni per le leucemie linfatiche croniche (difficili da guarire ma con cui si convive a lungo), a meno di 6 mesi per i tumori del fegato, del pancreas, del polmone e del sistema nervoso centrale nelle persone oltre i 65 anni di età. I pazienti di oltre 65 anni che non guariscono dopo tumori della mammella e della prostata, vivono in media otre 5 anni dopo la diagnosi e l’aumento è stato di circa 1 anno nei 10 anni analizzati dallo studio. Per quasi tutte le forme neoplastiche, all’aumentare dell’età, oltre a calare la probabilità di guarigione, diminuisce il tempo di sopravvivenza di chi non guarisce.

Nelle scelte necessarie per governare il post-pandemia, occorre tenere conto anche di questi effetti collaterali della pressione sui sistemi sanitari. Su tali dati possono essere modulate politiche ad hoc, che potranno ridurre i ritardi nei trattamenti oncologici, migliorando così la sopravvivenza di “tutti i pazienti”.

BIBLIOWEB:

Dal Maso L et al. Cancer cure for 32 cancer types: results from the EUROCARE-5 study. Internat J Epidemiology 2020. Doi: 10.1093/ije/dyaa128 https://academic.oup.com/ije/advance-article-abstract/doi/10.1093/ije/dyaa128/5912108?redirectedFrom=fulltext
Hanna TP, King WD, et al. Mortality due to cancer treatment delay: systematic review and meta-analysis. BMJ 2020. Doi: 10.1136/bmj.m4087 https://www.bmj.com/content/371/bmj.m4087
Biopsia Liquida Raccomandazioni http://newmicro.altervista.org/?p=7840
Prevenzione EBM http://newmicro.altervista.org/?p=7831
Screening oncologici e indicatori http://newmicro.altervista.org/?p=7776
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