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Emicrania & Cefalee

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Emicrania & Cefalee
(Last Updated On: 24 luglio 2020)

Approvata la legge che Le riconosce come “Malattia Sociale”. Patologie importanti, ma ancora trascurate

E’stato approvato il 9 luglio in via definitiva dal Senato, con 235 pareri favorevoli e 2 contrari, il testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia invalidante. Nel testo si prevede che, con decreto del Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni, saranno individuati progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea. Il testo punta innanzitutto a riconoscere la cefalea cronica come malattia sociale, quando si presenta nelle seguenti forme:

a) emicrania cronica e ad alta frequenza;
b) cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
c) cefalea a grappolo cronica;
d) emicrania parossistica cronica;
e) cefalea nevralgiforme unilaterale, di breve durata, con arrossamento oculare e lacrimazione;
f) emicrania continua.

La cefalea primaria cronica, come patologia invalidante riconosciuta, refrattaria alla terapia, è in grado di limitare o compromettere gravemente e in maniera cronica, la capacità di far fronte agli impegni di famiglia e di lavoro, coinvolgendo in questi casi, indirettamente, anche tutta la filiera lavorativa. Cardine del provvedimento in esame è il riconoscimento della patologia come malattia sociale.

Nel mondo, il 12% delle persone soffre di cefalea cronica. In Italia parliamo di 8 milioni di persone, in prevalenza donne. Chi ne soffre ha una vita molto complicata, spesso non viene creduta e deve ricorrere ad antidolorifici senza effetti nel lungo periodo, con un costo annuo calcolato in 2.600 euro a paziente. Con questa legge, la patologia avrà un riconoscimento a livello nazionale, un passaggio obbligato per una diagnosi corretta, attraverso il coinvolgimento dei centri specializzati (che stanno sorgendo un po’ dappertutto). Il passo successivo dovrà essere l’inserimento nei LEA, livelli essenziali di assistenza, perché il SSN sia in grado di garantire, su tutto il territorio nazionale, diagnosi precoci efficaci, adeguata terapia e tempestive misure di prevenzione e sensibilizzazione.

Secondo il Global Burden of Disease di Lancet si tratta del terzo disturbo più comune nel mondo; in termini epidemiologici l’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta una prevalenza del 15%, a livello globale. Numeri ancor più significativi sembrano interessare l’Italia: si stima una prevalenza compresa in un range che va dal 24,7% al 42,9% della popolazione e che prevalentemente riguarda il sesso femminile, con un rapporto 1:3. Si può parlare di una patologia di Genere.

L’emicrania è una forma di cefalea primaria, contraddistinta da mal di testa periodici, che tende ad associarsi a diversi sintomi quali nausea, vomito, fotofobia e fonofobia. Un attacco emicranico può durare tra le 4 e le 72 ore e ripetersi più volte al mese. Gli attacchi hanno inizio nell’età infantile o nella prima età adulta e tendono a presentarsi, con minore frequenza, anche in età avanzata.

La patologia ha conseguenze spesso invalidanti su chi ne soffre e ciò rende rilevante il suo “peso” economico. Si stima che in Europa l’impatto sul sistema sanitario e sulla società si aggiri attorno a 27 miliardi di euro per anno.

Gender. Le donne che soffrono di emicrania in gravidanza hanno maggiori probabilità di sviluppare un ictus durante il parto, nel periodo post-partum o durante la gravidanza stessa. È quanto emerge da uno studio condotto negli USA, che ha esaminato i dati di una coorte californiana retrospettiva, costituita da tre milioni di parti non gemellari dal 2007 al 2012, creata sulla base dei certificati di nascita e dei registri delle dimissioni ospedaliere.

I risultati dello studio, frutto dei ricercatori dell’Università della California di San Diego, sono basati su 26.440 donne che hanno ricevuto diagnosi di emicrania durante la gravidanza. Da un campione di 914 soggetti, 843 donne hanno avuto un ictus e nel 58% di questi casi si è trattato di un ictus ischemico. Rispetto alle donne che non hanno avuto emicranie in gravidanza, le controparti avevano maggiori probabilità di essere di etnia caucasica, obese, diabetiche, di avere un disturbo di salute mentale e di fare uso di tabacco, droghe e alcool.

Esclusi i bias legati all’aggiustamento per età, BMI, etnia, nascita, patologie mentali, fumo, uso di sostanze o alcool e diabete, le donne con emicrania mostravano il 60% in più delle probabilità di avere un disturbo ipertensivo, durante la gravidanza (rischio relativo aggiustato pari a 1,6). Avevano anche probabilità sei volte maggiori di avere un ictus in gravidanza o durante il parto (aRR 6,8) e più del doppio di probabilità di avere un ictus nel post-partum (aRR = 2,1).

Risulta doppia la percentuale di soggetti con disturbi ipertensivi nelle donne che avevano presentato emicrania durante la gravidanza (15,1% vsl 7% del gruppo controllo). Aumenta anche la probabilità (0,15%) per le donne che hanno sofferto di emicrania, durante la gravidanza o il parto, di andare incontro ad ictus, rispetto allo 0,01% di quelle senza emicrania. Nel periodo successivo al parto, lo 0,05% delle future mamme del gruppo con emicrania ha avuto un ictus, rispetto allo 0,01% delle controparti.

Italia. Estrapolando i dati da una ricerca europea circa i costi indiretti, si evidenzia per l’Italia un importo annuo di 7.6 miliardi di euro, per perdita di produttività. Una cifra che conferma l’enorme condizionamento economico della patologia e la necessità di prenderne atto, con un approccio integrato al problema. Costi diretti riguardano principalmente visite mediche, analisi, ospedalizzazione; acquisto di farmaci. Ciò che sorprende è che la grande maggioranza dei costi indiretti riguardano la ridotta produttività data dal “presentismo”, seguita dalle assenze dal lavoro.

Tre sono gli aspetti che dimostrano come il tema debba ancora essere oggetto di campagne di sensibilizzazione e informazione corretta, con un coinvolgimento proattivo delle istituzioni.

Il primo riguarda il mancato inserimento dell’emicrania (ed in genere delle cefalee) nelle delibere attuative a livello locale, del Piano Nazionale della Cronicità del 2016.

Il secondo aspetto è strettamente connesso ai ritardi nel riconoscimento come malattia sociale dell’emicrania. Sebbene dal luglio 2019 sia stata in discussione in Parlamento una legge (approvata all’inizio di Luglio) che permette, finalmente, agli emicranici di avvalersi del regime dell’invalidità civile. La possibilità di vedersi riconosciuta una percentuale di invalidità è poco nota ed è regolata in modo frammentario, non diffuso e sicuramente non cogente se solo regionale.

Il terzo riguarda le difficoltà rilevanti nella tracciabilità dei pazienti emicranici, considerata la scarsità di indicatori chiari che possano fornire dati utili a inquadrare la popolazione per costruire PDTA sostenibili e applicabili a livello nazionale, uniformando l’accesso alle cure nell’ottica dell’universalismo del nostro servizio sanitario.

Ma qualcosa si muove. Frutto di un lungo percorso costituito da differenti fasi e diversi approcci, il Quaderno della “Fondazione-The Bridge” evidenzia in modo critico le diverse problematiche e le volge in termini propositivi come spunti di riflessione. Dopo un iniziale approfondimento e sistematizzazione della letteratura esistente, l’attenzione è stata prestata a soggetti direttamente interessati: clinici ed esperti di sistemi sociosanitari sono stati messi a confronto con un’indagine Delphi, in modo da utilizzare il punto di vista dei pazienti attraverso un questionario in rete.

Il lavoro raccoglie gli spunti di questi diversi approcci e, mentre da un lato ha l’obiettivo di aver riordinato contributi scientifici, sociologici ed economici, dall’altro vuole dare voce ai diversi aspetti della malattia, dal punto di vista dei vari interlocutori. L’obiettivo è di scardinare lo stigma del “malato immaginario”, cioè del soggetto che usa la scusa del mal di testa per non socializzare, giustificare assenze o scarse performance lavorative, con enormi ricadute in termini di costi diretti e indiretti e di detrimento della qualità della vita.

La “partita” con l’emicrania (e le cefalee) è ancora aperta e non può che giocarsi sul terreno del riconoscimento condiviso sociale, istituzionale, culturale e soprattutto promuovendo una maggiore sensibilizzazione (ancora latente) nel nostro paese.

BIBLIOWEB:

R. Croop, P. J Goadsby, D. A Stock, et al. – Testing rimegepant for migraine—time to revise the trial design? – VOLUME 395, ISSUE 10241, P1901-1902, JUNE 20, 2020 DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)30231-2 https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30231-2/fulltext
S. Gasparini, C. Torino, D. Branca, E. Ferlazzo, et al. – Testing rimegepant for migraine—time to revise the trial design? June 20, 2020 DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)30241-5 https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30241-5/fulltext
G. Bandoli, R. J. Baer, D. Gano, et al – Migraines During Pregnancy and the Risk of Maternal Stroke.  JAMA Neurol. doi:10.1001/jamaneurol.2020.1435 – June 1, 2020. https://jamanetwork.com/journals/jamaneurology/article-abstract/2766569
”E mi crania. E mi dici cos’è? E mi dici cosa comporta?“. Il quaderno della Fondazione The Bridge https://www.fondazionethebridge.it/emicrania-una-patologia-sottovalutata/
Contro il Dolore http://newmicro.altervista.org/?p=5464
Il Dolore  http://newmicro.altervista.org/?p=3356
L’erba medica, il dolore e Umberto Eco http://amicimedlab.altervista.org/?p=8018
Dolore che fare: il vademecum http://amicimedlab.altervista.org/?p=6386
11°Giornata Nazionale del sollievo http://amicimedlab.altervista.org/?p=3463

 ”E mi crania. E mi dici cos’è? E mi dici cosa comporta?“. Il quaderno della Fondazione The Bridge, 2020 (Pdf)  

 Un Click per Leggere

 Disposizioni in materia di riconoscimento della cefalea primaria cronica quale malattia sociale (n. 302) – Atti parlamentari – 2 – Nn. 1250, 184 e 302-A (Pdf)

Un Click per Leggere

 

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