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C. difficile – terapia fecale

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C. difficile – terapia fecale
(Last Updated On: 20 dicembre 2019)

un approccio clinico mirato

Nel soggetto normale il microbiota intestinale è costituito da circa mille specie diverse di microrganismi. Per la maggior parte sono innocue e “collaboranti” (digestione, sistema immunitario etc…). Ma se qualcosa sconvolge l’equilibrio dell’ecosistema, alcuni batteri possono crescere fuori da ogni controllo e causare sintomi più o meno gravi. In questo prevalere forsennato non si finisce mai di immaginare quanti danni possa fare l’abuso di antibiotici, principale concausa del fenomeno e della relativa sintomatologia.

Il principale indiziato, come batterio, è il Clostridium difficile (CD + Infection = CDI ). Da sottolineare che può essere isolato, normalmente, nell’intestino di circa un soggetto adulto su 30. Nei Paesi Occidentali ed in particolare nelle strutture sanitarie, è una delle più importanti cause di diarrea infettiva. In realtà il quadro sintomatologico assume diverse forme e sintomatologie, riassumibili, in ordine di complessità,  dallo Stato di portatore alla Diarrea associata a CDI, dalla Colite semplice da CDI alla Colite pseudo-membranosa, dalla forma “fulminante” alla malattia ricorrente.

Specie in quest’ultima (la ricorrente) si osserva una alterazione persistente nel nostro microbiota (descrivibile come disbiosi), che può divenire causa di malattie severe. Lo squilibrio microbico e la malattia conseguente possono essere corretti con il trapianto fecale o FMT da  donatore sano. Questa terapia, pur nell’originalità, appare come la “nuova frontiera” per i casi ricorrenti di infezione da C. difficile.

Risulta in grado di ripristinare il normale microbiota, determinando una competizione per i nutrienti tra batteri. In questo modo viene generata una riposta immunitaria più adeguata, associata a vantaggiosi cambiamenti nel ciclo degli acidi biliari. In verità la recente soluzione, proposta come trapianto FMT, manca di una risposta EBLM condivisa dal mondo scientifico. Negli USA la FDA autorizza il FMT solo per le forme ricorrenti da CDI, ritenendo sperimentali (quindi soggette ad approvazione) tutte le altre forme di trattamento.

La Food and Drug Administration (ente federale americano preposto al controllo dei medicinali) è arrivata ad ordinare, nel 2016, la sospensione delle ricerche in corso sull’utilizzo di questa procedura in soggetti affetti da gravi infezioni intestinali dovute a CDI. Due persone, negli Stati Uniti, hanno contratto gravi complicanze infettive (ed una è morta) dopo avere subito un trapianto fecale contenente germi multi-resistenti (i.e. E.coli). L’ente ha, su questa base, autorizzato la terapia per le sole forme ricorrenti di casi in cui tutte le terapie antibiotiche siano risultate vane.

Fortunatamente in Italia, unico paese europeo, la normativa è quella dei trapianti di organo (legge 181), cosa che ridimensiona il FMT, rispetto a molti altri paesi, richiedendo un consenso informato specifico. In pratica le feci sono classificate come tessuto umano. Il trapianto fecale non è una novità assoluta: è stato effettuato in esseri umani già nel 1958. Solo recentemente si è assistito ad una riproposta della soluzione. In medicina veterinaria è stato utilizzato in animali per più un secolo, ad esempio nei cavalli affetti da diarrea incoercibile.

Un FMT di qualità prevede per i donatori, come presupposto, l’esecuzione di test per varie malattie infettive (HIV, HBV, HCV, ecc.) e la diretta esclusione, quando sono rilevati comportamenti sessuali ad alto rischio, oppure una cronologia di piercing o si è in presenza di soggetti con situazioni particolari, come detenuti, tossicodipendenti, ecc. Causa d’esclusione temporanea sono anche semplici viaggi in aree con diarrea endemica. Nell’anamnesi dei donatori devono inoltre essere assenti malattie infiammatorie intestinali, colon irritabile, poliposi o altre manifestazioni tumorali, come pure la diarrea o, al contrario, la costipazione cronica.

Come si può intuire ci troviamo di fronte ad una terapia “difficile” per una patologia complessa. La disponibilità delle diapositive presentate al Congresso di Trento, nel settembre scorso, dal Dott. Benvenuti della UOC di Gastroenterologia di Treviso, risulta “preziosa” anche per i lettori del sito e per questo lo ringraziamo. La panoramica offerta (tradotta in e-book) vale sicuramente la nostra attenzione.

BIBLIOWEB:

S. Benvenuti – La terapia Fecale: presente e futuro  in  Atti del Convegno su “Diagnostica e clinica del C. Difficile alla luce dei nuovi approcci clinico-terapeutici”. Trento, 27/9/2019 (Ptx-FlipBook allegato)
C. difficile – Inquadramento Clinico e terapia http://newmicro.altervista.org/?p=6702
Tossina binaria & C.difficile http://newmicro.altervista.org/?p=6550
Clostridium?…. Difficile http://newmicro.altervista.org/?p=6276
Microbiologia gastroenterologica: è ancora un enigma?  http://newmicro.altervista.org/?p=4454
Antimicrobico-resistenza: nuovi scenari  http://newmicro.altervista.org/?p=3618
Clostridium difficile: la rivincita degli Eosinofili (e della IL-25) http://newmicro.altervista.org/?p=1328
PDTA olistici in microbiologia http://newmicro.altervista.org/?p=1113

 La terapia Fecale: presente e futuro  – Benvenuti S. – in Atti del Convegno su “Diagnostica e clinica del C. Difficile alla luce dei nuovi approcci clinico-terapeutici”. Trento, 27/9/2019 (Ptx-FlipBook)

 

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Lucia Collini

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