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Consiglio di Stato e Accorpamento di Reparti

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Consiglio di Stato e Accorpamento di Reparti
(Last Updated On: 14 ottobre 2019)

Rimanere sotto i limiti previsti non è solo un aspetto organizzativo, ma anche un rischio per i pazienti. Le società scientifiche di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria si oppongono da tempo alla sospensiva al decreto di chiusura del punto nascita dell’ospedale San Timoteo di Termoli concessa dal Tar Molise.

L’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri (Aogoi), la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), la Società italiana di neonatologia (Sin) e la Società italiana di pediatria (Sip) esprimono “forti perplessità” sulla decisione del Tar Molise che ha concesso la sospensiva al decreto di chiusura del punto nascita, “mettendo a rischio la salute di mamme e neonati“. Ma di casi simili ce ne sono altri. E’ quindi importante il pronunciamento del Consiglio di Stato che torna sul tema, affermando che è legittimo l’accorpamento, in due Ospedali, delle attività di ostetricia/ginecologia e pediatria/ neonatologia, ove il numero di parti all’anno sia inferiore a quello previsto dalle Linee di Indirizzo.

I dati dell’ultimo Programma nazionale esiti (PNE), evidenziano come siano ancora troppi i punti nascita sotto la soglia dei 500 parti/anno, privi dei requisiti strutturali e organizzativi appropriati. Queste strutture spesso non sono in grado di affrontare situazioni di urgenza e di emergenza e mancano degli standard di qualità per promuovere, sostenere e proteggere la fisiologia della nascita.

Avere la possibilità di partorire sul proprio territorio, ma mettere a rischio la salute e il benessere del bambino e della madre, a maggior ragione dove non esiste una terapia intensiva neonatale, è   una scelta che le Società Scientifiche non condividono. I dati a disposizione, in un tempo in cui l’età media della partoriente è sempre più alta e si registra un aumento dei parti pretermine, obbligano a scegliere la sicurezza piuttosto che la comodità.

Il Consiglio di Stato ha trattato il caso dei reparti di ostetricia/ginecologia e pediatria/neonatologia dell’Ospedale di Colleferro accorpabili con le analoghe unità operative dell’Ospedale di Palestrina. Ha chiarito che tale decisione si inserisce nel solco tracciato dalle “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”, dettate con l’accordo tra Governo, Regioni ed Enti Locali e sancito dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, che prevedono, (al punto 1), la “razionalizzazione/riduzione progressiva di quei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno”.

In tali “Linee” si raccomanda “di adottare stringenti criteri” per la riorganizzazione della rete assistenziale, fissando ad almeno 1000 nascite/anno il numero come parametro standard a cui tendere, nel triennio, per il mantenimento/attivazione dei punti nascita. La possibilità di adottare una numerosità inferiore  (comunque non al di sotto di 500), può essere prevista solo sulla base di motivate valutazioni, legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate soprattutto in presenza di rilevanti difficoltà del Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM).

Recepito a livello regionale con DCA n. 412 del 2014 con, in oggetto, la “Riorganizzazione della rete ospedaliera a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazio”, viene pure previsto, nell’allegato tecnico, tra gli interventi prioritari per la rete perinatale, la “concentrazione dell’offerta attraverso la chiusura di Unità con un volume di attività ostetrica inferiore a 500 parti ,per arrivare tendenzialmente, entro il 2016, ad un assetto caratterizzato dal rispetto di un volume minimo di 1.000 parti/anno”.

Viene ribadito che l’andamento delle nascite, registrato presso l’Ospedale di Colleferro, è ben lontano dal limite minimo di 500, costituente, secondo un indirizzo già espresso dalla Sezione (n. 4393 del 2014), prerequisito dimensionale, in carenza del quale le ripetute “Linee di indirizzo” non ammettono deroghe, come si è visto, rispetto a punti nascita “con numerosità (…) comunque non al di sotto di 500 parti/anno”.

In particolare, l’allegato 1A dell’Accordo Stato-Regioni del 2010, fissa il numero di mille nascite annue quale parametro quantitativo per mantenere o attivare i punti nascita.  Ammette, è vero, delle deroghe, ossia la possibilità di numerosità inferiore, purchè superiore ai 500 annui. La mancanza di tale prerequisito è perciò ragione primaria e sufficiente della prevista disattivazione.

Tale prerequisito rappresenta non un mero parametro di economicità dell’azione amministrativa, ma uno standard operativo di sicurezza, alla stregua di concordi e consolidate indicazioni in materia, anche del “OMS” (che a tal riguardo stabilisce il più rigido rapporto di 650 parti/anno), secondo cui un parametro numerico inferiore non consente di conseguire il dimensionamento minimo necessario per l’efficienza dell’investimento e per la salvaguardia della salute delle partorienti e dei nascituri, essendo provato che più alto è il numero dei parti/anno, tanto maggiori risultano manualità ed esperienza degli operatori e minore il tasso di complicanze e di mortalità (Cons. St. n. 4393 del 2014).

La tutela della salute, quale “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, deve considerare non la vicinanza del punto nascita, ma un’organizzazione finalizzata all’obiettivo che garantisca, ad ogni gestante ed ad ogni neonato, “…in qualsiasi centro nascita ed ai vari livelli sanitari, un’assistenza appropriata e sicura, conforme ai livelli essenziali delle prestazioni”.

BIBLIOWEB:

Cons. St., sez. III, 23 settembre 2019, sent. n. 6335 – Pres. Garofoli, Est. Maiello (in PDF allegato)
Cons. St., sez. III, 29 maggio 2014, sent. n. 4393https://www.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza?nodeRef=&schema=cds&nrg=201403575&nomeFile=201404393_23.html&subDir=Provvedimenti
Piano Nazionale Esiti http://newmicro.altervista.org/?p=3714
Treemap ovvero la nuova analisi di qualità degli ospedali http://newmicro.altervista.org/?p=2308

 Consiglio di Stato, sezione III, 23 settembre 2019, Sentenza n. 6335  (PDF)

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Francesco Bondanini

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