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Tutti hanno bisogno del vaccino contro la pertosse

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Tutti hanno bisogno del vaccino contro la pertosse
(Last Updated On: 3 giugno 2019)

Dal neonato all’anziano, vaccinando anche la madre in gravidanza 

Cento anni fa (1919) veniva consegnato il premio Nobel per la Medicina a Jules Jean Baptiste Vincent Bordet, medico e batteriologo belga. Nel campo dell’immunologia chiarì la necessità dell’anticorpo (e del complemento) per la lisi batterica. La maggior parte dei suoi lavori hanno riguardato, oltre che l’immunologia, i batteriofagi (virus distruttori di batteri), la coagulazione del sangue e la pertosse. Fu il primo ad isolare e coltivare la Bordetella pertussis (bacillo di Bordet-Gengou) e ad aprire la strada per la preparazione del siero e del vaccino contro questa malattia.

Nonostante la presenza di vaccini specifici, la cronaca ci segnala ancora casi di morti (evitabili) di bambini non vaccinati o ai quali sarebbe necessitato un richiamo (l’immunità alla pertosse svanisce nel tempo).Oltre alla mancanza di informazione, ha un forte ruolo la potenziale gravità della malattia: la pertosse può essere fatale nel neonato, con meno di sei mesi  e che non ha ancora completato il ciclo vaccinale e negli adolescenti vaccinati perchè la protezione contro la pertosse può svanire rapidamente.

Esistono due vaccini, contro difterite, tetano e pertosse: uno (DTPa) è usato nei bambini, l’altro (dTpa, a dose ridotta) negli adolescenti-adulti. Il calendario vaccinale italiano 2017-2019 prevede la vaccinazione contro difterite, pertosse e tetano al 3°, al 5° e all’11°-13° mese (DTPa), con un richiamo al 5°-6° anno (DTPa), un altro dopo l’11° anno (dTpa) e poi ogni 10 anni (dTpa).

Stanno cambiando anche le strategie: ad esempio da un lato si è scelto di vaccinare le donne in gravidanza e, dall’altro, si cerca di sviluppare e adottare nuovi vaccini, come quello geneticamente modificato.

Negli Stati Uniti l’incidenza della pertosse, tra gli adolescenti, sta aumentando. La breve durata dell’efficacia protettiva potrebbe spiegarne la recrudescenza. Non a caso la maggior parte dei Campus richiede la vaccinazione. Corrono ai ripari.

Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha finanziato uno studio osservazionale  che ha dimostrato come la concentrazione degli anticorpi, contro la tossina della pertosse (nel sangue del cordone ombelicale, di neonati la cui madre ha ricevuto il vaccino Tdap durante il terzo trimestre di gravidanza, è 3,6 volte più alta (con riferimento alla media geometrica della concentrazione –GMC- degli anticorpi) di quella che si misura se le madri non vengono vaccinate. Il momento migliore, per effettuare la somministrazione del vaccino, è tra la 27°e la 30° settimana di gestazione, con il picco di risposta alla 30°.

Uno studio olandese segnala che la vaccinazione materna interferisce con la risposta immunitaria del figlio: inizialmente protegge il neonato, ma interferisce con la risposta del piccolo, dopo la prima vaccinazione. La concentrazione di anticorpi del bambino risulta e si mantiene più bassa, rispetto ai bambini del gruppo controllo. Occorrono però ulteriori conferme.

Sempre il CDC ha finanziato un secondo studio di coorte retrospettivo, che ha interessato 165.541 soggetti di età compresa tra 11 e 18 anni (nati nel 1987-2001), serviti da due sistemi sanitari integrati statunitensi (database KPWA e KPNW). Le differenze, tra coorte mista e coorte acellulare, non sono risultate statisticamente significative. Risulta però significativo che, nella coorte acellulare, l’efficacia nei 2 anni successivi alla vaccinazione (62%, IC95% 41-76) sia più alta rispetto alla coorte mista (21%, IC95% 30-52, P=0,01).

Anche se emerge che la protezione del dTpa contro la pertosse diminuisce rapidamente, è bene ricordare che i soggetti vaccinati hanno maggiori probabilità di contrarre una forma lieve della malattia ed evitare complicanze.

Il vaccino acellulare è preferito per diverse ragioni a quello a cellule intere, specie per i minori effetti collaterali sistemici. Servono vaccini acellulari più efficaci. Quelli contenenti una versione della tossina della pertosse modificata geneticamente, potrebbero rappresentare la risposta a questa necessità. La tecnologia del DNA ricombinante permette di migliorare immunogenicità e durata della risposta contro la pertosse e il vaccino, in potenza, potrebbe essere somministrato a popolazioni più ampie, incluse le gestanti.

Uno studio, pubblicato su Lancet, ha dimostrato che un richiamo effettuato con vaccino in formulazione monovalente o combinata, contenente la tossina della pertosse geneticamente modificata (PTgen), ha portato a risposte anticorpali e tassi di sieroconversione più elevati, rispetto a quanto osservato dopo la somministrazione di un vaccino combinato, contenente la tossina modificata chimicamente (PTchem). I partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 1:1:1 nel ricevere le diverse tipologie di vaccino.

Non tutto è ancora definito nel “mondo Pertosse”. Proprio per mantenere elevata la conoscenza sui problemi legati alle caratteristiche della malattia, nel mondo francofono (coqueluche) e anglofono (whooping choug) le campagne informative sono una costante.

E’ importante segnalare che anche in Italia la SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia)  ha prodotto un Position Paper, condiviso da altre undici Società Scientifiche (SITI, SIP, SIN, SIAIP, FIMP, SIICA, SIMIT, AMD, FIMMG, SIMG, SID).

Se vogliamo affermare che la lotta alla pertosse sia un lavoro di squadra, proprio il Position Paper sottolinea le diverse figure professionali coinvolte. Costituisce soprattutto un messaggio rassicurante di coesione, di tutta la comunità scientifica, nel diffondere e trasferire le evidenze vaccinali a tutela della mamma e del bambino.

BIBLIOWEB:

Position Paper “Nuove sfide nella prevenzione per mamma e neonato, Investire nelle vaccinazioni raccomandate in gravidanza. La pertosse” SIGO, SITI, SIP, SIN, SIAIP, FIMP, SIICA, SIMIT, AMD, FIMMG, SIMG, SID (in PDF allegato)
C. Mary Healy, M. A. Rench,  L. S. Swaim, MD2; et al - Association Between Third-Trimester Tdap Immunization and Neonatal Pertussis Antibody Concentration – JAMA. 2018;320(14):1464-1470.  doi: 10.1001/jama.2018.14298 https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2706137
Barug D, Pronk I et al. Maternal pertussis vaccination and its effects on the immune response of infants aged up to 12 months in the Netherlands: an open-label, parallel, randomised controlled trial. Lancet Infect Dis. 2019 Apr;19(4):392-401. doi: 10.1016/S1473-3099(18)30717-5. https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(18)30717-5/ppt
Briere EC, Ponto T, et al. Assessment of Tdap vaccination effectiveness in adolescents in integrated health-care systems. Journal of Adolescent Health 2018;62:661-666.  doi:10.1016/j.jadohealth.2017.12.011 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29551624
Pitisuttithum P, Chokephaibulkit K, et al. Antibody persistence after vaccination of adolescents with monovalent and combined acellular pertussis vaccines containing genetically inactivated pertussis toxin: a phase 2/3 randomised, controlled, non-inferiority trial. Lancet Infect Dis 2018; Doi: 10.1016/S1473-3099(18)30375-X https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(18)30375-X/ppt
Vaccinazioni in gravidanza http://newmicro.altervista.org/?p=5949
Infezioni Virali in Gravidanza http://newmicro.altervista.org/?p=5862
G.B. Vico e la Pertosse http://amicimedlab.altervista.org/?p=5362
Batteri e virus respiratori in età pediatrica http://newmicro.altervista.org/?p=4831
Nuovi vaccini crescono http://newmicro.altervista.org/?p=3687
Vaccinazioni per il triennio 2017-2019 http://newmicro.altervista.org/?p=2359

Nuove sfide nella prevenzione per mamma e neonato, Investire nelle vaccinazioni raccomandate in gravidanza. La pertosse – Position Paper SIGO, 2019 (PDF)

 

 

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Antonio Conti

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