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Il punto sulla chirurgia

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Il punto sulla chirurgia
(Last Updated On: 4 febbraio 2019)

Interventi chirurgici secondo Eurostat

L’anima “chirurgica” della sanità esprime sia lo stato di salute delle popolazioni sia l’evoluzione tecnica delle specialità, attraverso la “necessità” di interventi chirurgici. Un aspetto non secondario dell’attività di Medicina di Laboratorio, passa proprio per le richieste conseguenti: esami da assicurare giornalmente o nel corso dell’attività annuale.

Il punto sugli interventi più comuni viene fornito da Eurostat, attraverso  una descrizione comparativa tra diverse nazioni europee, di interventi per cui è d’elezione la chirurgia mini-invasiva   o che non dovrebbero essere eseguiti in regime di ricovero, mettendo “in classifica” le procedure in diminuzione e quelle in aumento.

L’analisi Eurostat, basata su dati 2018 (prossimo aggiornamento: agosto 2019), delle procedure di intervento, distinte in “con o senza ricovero”, “con o senza chirurgia”, descrive le principali condizioni patologiche in  Europa. Ci “consegna” le due attività più comuni nel Ue (al 2016): la colonscopia e la chirurgia della cataratta. Dal confronto l’Italia non “esce male”, a differenza di quanto si sia propensi a credere. Scarseggia purtroppo negli interventi mini-invasivi e ricovera ancora “in eccesso” per eseguire  un intervento: la sua posizione però è di metà classifica.

Ci sono delle novità: l’Italia non è il Paese dove i tagli cesarei sono più frequenti e risulta tra le nazioni con meno interventi segnalati, per quanto riguarda la colonscopia. Tra gli Stati membri è al 14° posto (metà classifica), in rapporto al numero di abitanti. Prima di noi ci sono, tra gli altri, Germania e Regno Unito (al top Cipro, che raddoppia il valore italiano, per centomila persone). Tra i Paesi con meno interventi: Francia, Belgio e in generale le nazioni del Nord Europa. Globalmente, diminuiscono i ricoveri per tonsillectomia, prostatectomia e isterectomia.

Angioplastiche coronariche transluminali (dati 2016). Risultano più comuni in Germania e in Croazia, dove vengono eseguite in media e rispettivamente 406 e 354 volte ogni 100.000 abitanti. Sono comprese tra 195 e 285, per 100 mila abitanti, nella maggior parte degli altri Stati, per i quali sono disponibili dati. Sotto il livello medio: Finlandia, Cipro, U.K., Spagna, Irlanda, Portogallo e Romania.

Appendicectomia (2016). La sua frequenza appare abbastanza costante, con numeri relativi più elevati in Germania, Belgio, Irlanda e Danimarca e più bassi a Cipro. Varia  però notevolmente la quota di appendicectomie eseguite per via laparoscopica: circa il 12% in Romania, il 70% nella maggior parte degli Stati membri, fino al 77% in Irlanda, per superare i quattro quinti in Francia, Germania e Belgio. Il picco in Danimarca: 90 per cento. In Italia  sono circa 40 (39,8) ogni 100 mila abitanti, rappresentando il 55 %.

Broncoscopie (dati 2015). La frequenza  ha raggiunto i 607 per 100 mila abitanti in Lettonia (solo per degenti) e 588 per 100 mila abitanti in Croazia, mentre era superiore a 400 ogni 100mila ab. in Germania. Tra i restanti Stati membri (con dati disponibili), la frequenza è compresa nell’intervallo 80-307 per 100 mila abitanti, con Malta, Finlandia e Cipro al di sotto di questo livello.

Cataratta. L’intervento chirurgico della cataratta è stato effettuato 4,5 milioni di volte negli Stati membri (dati 2016), rendendola una delle due operazioni più comuni. In 13 Stati, la chirurgia della cataratta è stata eseguita mille volte o più ogni 100 mila abitanti, in Portogallo il picco di 1.400/100 mila abitanti, mentre è stata eseguita meno di 300 volte ogni 100.000 abitanti a Cipro, in Irlanda, in Slovacchia e in Lettonia (solo per degenti) e in Svizzera. L’ Italia si assesta su poco più di 900 per 100 mila abitanti.

Colecistectomie.  In stragrande maggioranza sono state eseguite per via laparoscopica: in Italia 15,2 interventi  per 100 mila abitanti.

Colonscopia con o senza biopsia (dati 2015). Al secondo posto tra le più comuni operazioni chirurgiche e procedure, ha frequenze relativamente elevate in Svezia, Lussemburgo, Regno Unito, Irlanda, Malta e Belgio, oltre 1 000 ogni 100 000 abitanti, con livelli ancora più elevati in Croazia, Francia e Danimarca (tra 2 000 e 3 000 per 100 mila abitanti. La frequenza varia da 208 a 813 per 100 mila abitanti, con Portogallo, Cipro, Slovenia, Finlandia e Ungheria al di sotto di questo intervallo. L’Italia in questo caso è intorno a 250 ogni 100 mila abitanti.

Ernie inguinali (2016). Ne sono state effettuate tra 150 e 250 ogni 100 mila abitanti, con Austria e Malta che riportavano frequenze più elevate e frequenze più basse nel Regno Unito, Romania, Cipro e Irlanda. In Germania, la maggioranza (60%) di questi interventi è stata effettuata per via laparoscopica, così come in Belgio (50%). In tutti gli altri Stati membri, la quota è inferiore al 50%. Inferiore al 10% in otto Stati e al di sotto del 5% in Spagna, Italia e Portogallo.

Isterectomie (2016). Più frequenti in Cecenia (157/100 mila abitanti), meno comuni in Danimarca (10/100mila abitanti). Più della metà di tutte le isterectomie sono state eseguite per via laparoscopica in Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia e Belgio. La quota era compresa tra un terzo e due quinti nei Paesi Bassi (dati 2014), Austria, Francia, Lituania e Germania. Altrove sono state registrate quote più basse, in particolare in Croazia ed a Malta, in cui il 9% delle isterectomie è stato eseguito per via laparoscopica: in Romania la quota è solo del 3%.

Prostatectomia (2015). Su 25 Stati membri, 16 hanno segnalato diminuzioni nella frequenza della procedura; di questi, sei hanno registrato cali superiori al 20%, il calo maggiore in Finlandia. I nove restanti hanno registrato aumenti, sei dei quali superiori al 20%. Questi nove includono anche Malta (la frequenza è passata da 0 nel 2012 a 0,9 ogni 100 mila ab.

Rivascolarizzazione cardiaca. Per l’anastomosi da bypass (che interessa una o più arterie coronarie), 18 dei 25 Stati   hanno segnalato un calo della frequenza, tra il 2011 ed il 2016.

Tagli cesarei (dati 2016). Ne sono stati eseguiti nell’Ue almeno 1,32 milioni. Eurostat segnala in Germania 237mila (287,13 interventi /100 mila abitanti), In Gran Bretagna 204mila (310,55 /100 mila abitanti), in Italia tra 165mila e 147mila (272,87 /100 mila abitanti), in Francia (232,01 /100 mila abitanti) e Polonia (387,83 /100 mila abitanti) e 100 mila in Spagna (215,99 /100 mila abitanti). Nella maggior parte degli Stati, sono stati eseguiti tra 200 e 400 tagli cesarei ogni 100 mila abitanti, con maggiore frequenza a Cipro (630,37), in Romania (442,37), in Irlanda (421,59): minore nei Paesi Bassi (168,22) e in Finlandia (154,26).

Tonsillectomie. Risulta ancora una procedura relativamente comune. Tra i 24 Stati membri, la frequenza   è diminuita in 16 paesi. Piccoli aumenti sono stati segnalati in Spagna e nel Regno Unito, mentre sono aumentati di oltre il 20% in Croazia, Cipro, Svezia e Slovenia. Il calo più marcato si è registrato in Germania, dove la frequenza è diminuita del 34 per cento.

Anche in Europa, chiarisce Eurostat, non sono tutti uguali né i pazienti nè le chirurgie.

BIBLIOWEB:

Sito Commissione Europea   https://ec.europa.eu/health/indicators/echi/list_en
ECHI (European Core Health Indicators)   http://ec.europa.eu/health/dyna/echi/datatool/index.cfm?indlist=73
Eurostat Statistics Explained   https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Surgical_operations_and_procedures_statistics#Number_of_surgical_operations_and_procedures
Piano nazionale esiti   http://newmicro.altervista.org/?p=3714
“Treemap” ovvero la nuova analisi di qualità degli ospedali http://newmicro.altervista.org/?p=2308

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Antonio Conti

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