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Cannabis terapeutica

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Cannabis terapeutica
(Last Updated On: 20 settembre 2017)

“Istruzioni per l’uso”: il Vademecum della Salute per medici e farmacisti

Siamo al secondo anno dalla legge che ha reso possibile l’uso terapeutico della Cannabis sativa ed ancora oggi la situazione può considerarsi “in evoluzione”.  L’uso terapeutico della cannabis è acquisito, ma c’è il problema dell’approvvigionamento, per i pazienti che si sottopongono a queste cure in ragione di particolari patologie. Tutte le Regioni, infatti, sono costrette ad acquistare il farmaco all’estero, perché la quantità prodotta dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze – SCFM, non soddisfa il fabbisogno interno.

Per questo motivo il Consiglio Regionale della Regione Puglia ha proposto un disegno di legge specifico, che prevede l’avvio sperimentale di un centro di coltivazione e produzione di cannabis per fini terapeutici, ad integrazione di quanto prodotto dallo SCFM. La cannabis Fm-2 è coltivata e poi preparata secondo quanto previsto dalle direttive dell’Unione Europea, in materia di sostanze attive per la produzione di medicinali.

Il Ministero della Salute diffonde varia documentazione per precisare alcune informazioni su questa sostanza “particolare”. Nel suo vademecum, la direzione generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del ministero della Salute, si rivolge a tutti i medici che possono prescriverla ed a tutti i farmacisti che possono venderla. Il Ministero specifica che le preparazioni a base di cannabis Fm-2 possono essere prescritte da qualsiasi medico abilitato e iscritto all’ordine professionale: la ricetta deve essere sempre individuale e personale, “non ripetibile”. Non può mai essere ceduta ad altri.

I rimborsi possono variare, a discrezione delle singole Regioni. Nel Lazio, grazie al decreto del Presidente numero 151 del 21 aprile 2017, è gratis per i pazienti oncologici, con sclerosi multipla e lesione del midollo spinale. Le altre tipologie di pazienti dovranno invece pagare il preparato, acquistabile su prescrizione del medico nelle farmacie convenzionate.

Il Ministero della Sanità ricorda che la cannabis è una sostanza immunomodulante e pertanto, con l’uso cronico, può alterare l’omeostasi del sistema immunitario. Va conservata sempre fuori dalla portata di bambini (e adolescenti). Chi assume per la prima volta questa sostanza, dovrebbe farlo in un ambiente tranquillo e protetto ed alla presenza di un’altra persona, per poter essere tempestivamente soccorso (nel caso di reazioni avverse). Le donne che pianificano una gravidanza o sono in dolce attesa oppure in allattamento, dovrebbero essere trattate sempre “con debita cautela”.

L’uso della cannabis può determinare la positività ai test antidoping, come quelli previsti dal codice della strada (N.B.: guida in stato di alterazione psicofisica, per uso di sostanze stupefacenti). Si dovrebbe quindi evitare di guidare o utilizzare particolari strumentazioni, dopo l’assunzione: il tempo di reazione è ridotto, così come la capacità di concentrazione (e la diminuzione è consistente!) .

Secondo quanto disposto nel DM del 9 novembre del 2015, tutte le Regioni e le Provincie Autonome devono, ogni anno, fornire all’Istituto Superiore di Sanità i dati relativi ai pazienti trattati con le preparazioni a base di cannabis e per raccogliere ed elaborare tali dati, ogni medico, all’atto della prescrizione, dovrà compilare  un’apposita scheda.

Bisogna sempre tener conto del rapporto rischio-beneficio, prima di qualsiasi prescrizione. Le principali controindicazioni riguardano giovani e adolescenti: le alterazioni mentali sono maggiori durante la fase di completamento dello sviluppo cerebrale. Persone con disturbi cardio-polmonari possono accusare ipotensione ma anche ipertensione, sincope e tachicardia. Rischio maggiore per chi soffre di insufficienza epatica o renale. Cautela nei disturbi psichici o in chi ha una storia familiare di schizofrenia, come pure per soggetti con tossicodipendenza, abuso di alcool, sostanze psicotrope e/o disturbi maniaco-depressivi. I pazienti che sono in cura con farmaci ipnoinducenti, sedativi, antidepressivi o in generale psicoattivi, sono da trattare con cautela perché la cannabis può generare effetti aggiuntivi o sinergici.

Il trattamento può avvenire per via orale, come decotto, o per via inalatoria, mediante vaporizzatore, con posologie e modalità di preparazione differenti: sono gravate da vincoli (decotto: quantità di acqua da utilizzare; vaporizzatore, per la via inalatoria: deve essere marcato CE).  I composti attivi principali della cannabis sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC, principio attivo potenzialmente psicogeno) ed il cannabidiolo (CBD). Alcune formulazioni (come la skunk e l’olio essenziale) presentano una maggiore concentrazione di THC e sono quindi associate a rischi psicotici più elevati.

BIBLIOWEB:

“Raccomandazioni per medici prescrittori …” DGDMF n12516  22/02/2017 (in allegato)
Scheda segnalazione cannabis ISS (in allegato)
SIF segnalazioni sospette reazioni avverse (in allegato)
Cannabis ad uso medico: domande Risposte Forum clinico InfoFarma marzo 2017 (in allegato)
Decreto Commissario ad Acta Modalità erogazione cannabinoidi Regione Lazio (in allegato)
http://www.epicentro.iss.it/farmaci/CannabisUsoMedico.asp
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4587&area=sostanzeStupefacenti&menu=organismo
http://www.cannabisterapeutica.info/tag/stabilimento-chimico-farmaceutico-militare-firenze/page/2/

Documentazione allegata (in formato PDF)

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Francesco Bondanini

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