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Procreazione medicalmente assistita

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Procreazione medicalmente assistita
(Last Updated On: 22 luglio 2017)

Fecondazione eterologa – 601 bambini nati vivi

ILMinistero si è dato da fare: sul proprio sito compare, ampiamente trattata, la procreazione medicalmente assistita – PMA (comprensiva del secondo manuale per la gestione di un laboratorio per la PMA, scaricabile all’indirizzo sottoriportato). La Relazione annuale sullo stato di attuazione della Legge 40/2004 in materia di Procreazione medicalmente assistita (PMA) e relativa all’anno 2015,  per la prima volta fornisce i dati dei risultati dell’applicazione della fecondazione eterologa. A parte ciò, la relazione disegna un quadro relativo all’attuazione della legge n. 40/2004 tutto sommato simile all’anno precedente, per quanto riguarda la fecondazione omologa. Ma vediamo i contenuti.

Il maggior numero dei trattamenti di fecondazione assistita viene effettuato nei centri pubblici e privati convenzionati, pur essendo  in numero inferiore ai centri privati (il doppio  di quelli pubblici). In particolare, il 31,1% dei centri è pubblico (38,6% dei cicli); il 6,6% è privato convenzionato ( 24,8%); il 62,3% è privato (36,6% dei cicli). In totale il 63,4% dei cicli di trattamento si effettua all’interno del SSN (in centri pubblici o privati convenzionati).

La fecondazione eterologa  è stata determinante per l’aumento dei nati vivi, con PMA, dal 2014 al 2015. Solo con quella omologa, i nati vivi sarebbero diminuiti, essendo stati 12.235 (-3,3% rispetto all’anno precedente). 2.800 sono stati i cicli di trattamento con fecondazione eterologa, pari al 2,9%, con 601 bambini nati vivi (il 4,7% dei nati totali, dall’applicazione della PMA) e rappresentano il 0,1% dei nati in Italia.

Aumentano le coppie trattate (da 70.826 a 74.292,  + 4.9 %), i cicli effettuati (da 90.957 a 95.110, + 4.6 %) e i bambini nati vivi (da 12.720 a 12.836, +0.9 %), pari al 2,6% dei nati nel 2015 (erano il 2,5% nel 2014). I dati comprendono tutte le tecniche – omologa ed eterologa, sia di primo livello (inseminazione), sia di secondo (fecondazione in vitro) – dal 2014 al 2015.

Diminuiscono le coppie (da 45.985 a 45.689), i cicli iniziati (da 55.705 a 55.329) e i nati (da 8.848 a 7.695) da tecniche di II e III livello, omologhe a fresco, cioè la procedura più utilizzata dalle coppie.  In diminuzione le gravidanze gemellari (anche le trigemine, queste ultime in linea con la media europea, nonostante una persistente variabilità fra i centri). Aumenta in totale la percentuale di esiti negativi sulle gravidanze monitorate, per la fecondazione in vitro (da fresco e da scongelamento). In riferimento alla fecondazione omologa, aumentano quasi del 20% gli embrioni crioconservati successivamente alla loro formazione, nonostante diminuiscano quelli formati e trasferiti.

Le percentuali di successo, nel decennio 2005-2015, possono essere rilevate solamente per la fecondazione omologa e risultano pressocchè invariate negli anni (tecniche di inseminazione semplice al 10,5%, nel 2015). Dal 2005 la percentuale è variata oscillando tra il 10,9% ed il 9,9%. Per quelle di II e III livello risulta del 18,2% per tecniche a fresco (il 18,8% nel 2005, con un picco del20,9%nel2010).

Costante l’età media delle donne riceventi nelle tecniche omologhe a fresco: media 36.6 anni; (i dati del registro europeo – 2012 – danno un’età media di 34.7 anni). Si conferma l’aumento progressivo delle donne con più di 40 anni che accedono a queste tecniche: sono il 33,7% nel 2015, erano 20,7% del 2005. Nella fecondazione eterologa l’età della donna è maggiore se la donazione è di ovociti (41.5 anni) e minore se la donazione è di seme (35.3). La maggiore età di chi accede alla “eterologa femminile” (rispetto all’omologa) sembra indicare che questa tecnica sia scelta soprattutto per infertilità fisiologica, dovuta appunto all’età della donna, e non patologica.

Sono passati 25 anni dalla prima procedura ICSI (IntraCytoplasmatic Sperm Injection) del 1992. Attraverso un’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo, effettuata direttamente nel citoplasma ovocitario, consente di superare molti degli scogli che si frappongono all’applicazione delle altre tecniche di fertilizzazione in vitro, aumentando considerevolmente le percentuali di successo riproduttivo nelle coppie che hanno difficoltà ad avere un bambino.

BIBLIOWEB:

http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=113&area=Servizi_per_persone_o_situazioni_speciali
http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioNotizieDonna.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3000
Seconda edizione del “Manuale per la gestione di un laboratorio di PMA” http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1820_allegato.pdf
RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE AL PARLAMENTO SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE CONTENENTE NORME IN MATERIA DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA (LEGGE 19 FEBBRAIO 2004, N. 40, ARTICOLO 15) – Attività anno 2015 centri procreazione medicalmente assistita – Utilizzo dei finanziamenti (artt. 2 e 18) anno 2016 (in allegato)

Procrezione Medicalmente Assistita – Relazione annuale 2015  (in formato PDF)

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Assunta Sartor

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