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Sushi all’Anisakis

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Sushi all’Anisakis
(Last Updated On: 22 maggio 2017)

Allarme medico per aumento dei casi, su BMJ: vermi da Sushi

Una delle prelibatezze a cui molti non sanno rinunciare è l’antipasto “crudo” di pesce, comunemente noto come Sushi e Sashimi, preparazioni di origine giapponese, entrate nella pratica alimentare europea. Ma come tutte le abitudini può nascondere dei rischi.

L’Anisakis colpisce ancora, anche in Europa, guadagnandosi le pagine del British Medical Journal – BMJ. Sempre più spesso dietro dolori addominali acuti si nascondono proprio zoonosi, causate da questi nematodi parassiti. Se in maggior parte i casi sono stati descritti in Giappone, culla   di queste abitudini alimentari, oggi la patologia viene sempre più spesso segnalata nei paesi occidentali.

I ‘vermi da sushi’ del BMJ sono la storia di un trentaduenne del Portogallo, con febbriciattola  da una settimana, vomito e dolori addominali, da contorcersi. Il lusitano finisce in ospedale dove la causa dei suoi dolori viene letteralmente ‘fotografata’, durante l’endoscopia gastrointestinale, nel tratto digestivo superiore: solidamente attaccati alla mucosa c’è una massa di parassiti filiformi. Dopo attenta anamnesi, emerge che tra i suoi pasti c’era stato il sushi. Da qui l’articolo sul BMJ.

I medici gastroenterologi del “Hospital de Egas Moniz” e del “Hospital da Luz” di Lisbona, dopo aver descritto l’evoluzione clinica del paziente nell’articolo, tirano le conclusioni e lanciano un monito: “l’infestazione da Anisakis è una malattia crescente, nei paesi occidentali e deve essere sospettata nei pazienti con una storia di consumo di pesce crudo”. L’occasione di riflessione dell’articolo è la constatazione che, complice la passione dilagante per il sushi, l’impatto di patologie scatenate dall’Anisakis è in crescita.

Le abitudini alimentari, comprensive anche di frutti di mare ‘al naturale’, pescati e mangiati, possono nascondere l’insidia. Tra i rischi, i pazienti possono avere sintomi allergici come angioedema, orticaria e anafilassi, complicazioni come sanguinamento digestivo, ostruzione intestinale, perforazione e peritonite e quindi c’è quello di finire d’urgenza sotto i ferri del chirurgo.

L’endoscopia svolge un ruolo importante sia nella diagnosi sia nel trattamento della patologia.

In Italia, la sorveglianza è comunque di buon livello: si parte dal portale del Ministero della Salute e dai controlli effettuati dal personale veterinario, fino a pubblicazioni di settore di buon livello. Capofila per la problematica è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) siciliano, che tiene corsi sul tema da diversi anni, trattando l’argomento sul proprio sito istituzionale. Sempre l’IZS – Sicilia ha realizzato una “app” disponibile sul sito. Da segnalare, oltre alle pubblicazioni allegate a questo articolo, anche quella prodotta dal IZS delle Venezie (Arcangeli G, Mantovani C.  Appunti di scienza 12. Anisakis parassitosi nei pesci 2015. – IZSVe) scaricabile dal link del sito sotto riportato.

Un click per ingrandire

Anisakis per testo

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Romualdo Grande

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