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TB, oggi

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TB, oggi
(Last Updated On: 24 marzo 2017)

La sera del 24 marzo 1882

Oggi, 24 marzo, è il World TB day. Molti tra gli operatori sanitari, ricordano la data di oggi come giornata mondiale della lotta alla tubercolosi. Pochi forse ritrovano  la coincidenza col giorno della scoperta del bacillo di Koch.

La prima “rivelazione” ufficiale dell’isolamento del bacillo la diede lo stesso Robert Koch, proprio la sera del 24 marzo 1882 (aveva 39 anni), tenendo una  breve “lezione” presso una piccola stanza dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Berlino. Non potè rivolgersi ad una audience medica perché il Dr Koch (che cominciava ad essere famoso come batteriologo) in un certo senso “disturbava” l’autorità del Professore dei Professori, Rudolf Virchow, già allora considerato tra i medici più importanti nella storia europea e che era stato suo insegnante alla Charitè (l’Ospedale di Berlino, con 4000 posti letto).

Si scelse quindi, per ospitare le rivelazioni del medico che proveniva dalla campagna  di Clausthal,  la sede della Società di Fisiologia di Berlino. Prima di procedere alla sua lezione Koch estrasse dalle sue borse tutto quanto aveva portato: un microscopio, più di 200 preparati, tubi e piccole scatole in vetro contenenti terreni di coltura (eravamo in un’epoca antecedente alle capsule di Petri) e tanto materiale patologico conservato in alcool.

Il tutto era ispirato a dimostrare con prove le sue ipotesi di lavoro convertendole in tesi: erano le basi pratiche dei postulati di Koch, antesignani della Evidence Based Medicine. Con il suo borsone ed i suoi postulati Robert Koch  si rivelò fondatore della medicina scientifica. Quando finì la sua presentazione, fu accolto da un grande silenzio. Nessun applauso, nessuna domanda, nessun dibattito. L’uditorio era rimasto semplicemente attonito, di fronte alla brillante esposizione.

Solo alcuni dei presenti si complimentarono.  Il più noto, Paul Ehrlich, insieme ad altri, cominciò ad esaminare i preparati e le colture: le “prove” di Robert Koch. Ed Ehrlich rivelò che quella sera del 24 marzo era stata la più importante esperienza della sua vita scientifica. Tre settimane dopo, la “pagina” di Koch fu pubblicata sul Berliner Klinische Wochenschrift ed in breve tempo ebbe immediata eco in tutto il mondo, arrivando fino a noi. Ed è rimasta.

La TB è “la malattia” per definizione, da Ippocrate a Koch ha attirato l’attenzione nel corso di secoli di intere generazioni: si passa da Enrico II di Francia che curava la manifestazione cutanea (lesioni da adenite tubercolare o “scrofola”), a Rene’ Laennec (si l’inventore dello stetoscopio) che ne è morto, da Doc Holliday (OK Corral) ad Alberto Moravia (TB ossea o morbo di Pott) fino al quadro di Munch (più noto per l’urlo) che ritraeva la sorella Sophie malata proprio di Tb.

La prima scoperta certa del Mycobacterium tuberculosis è nei resti di un bisonte di circa 18.000 anni fa. Tuttavia se la tubercolosi abbia avuto origine nel bestiame e sia mutato trasmettendosi agli umani, o se sia derivato da un antenato comune, non è ancora chiaro. Gli uomini preistorici avevano la tubercolosi già nel 4000 a.C. (resti scheletrici)  e tracce di decadimento dovuto alla TB sono state ritrovate nella spina dorsale di alcune mummie datate 3000-2400 a.C..  

Phthisis è un termine greco per indicare la tubercolosi, dal quale sarebbe poi derivato il termine odierno Tisi; attorno al 460 a.C., Ippocrate   aveva identificato la tisi come la più diffusa malattia di tutti i tempi, causa di febbre ed emottisi, quasi sempre fatale.

Ma Oggi? L’obiettivo è l’eradicazione (OMS).Ogni anno viene aggiornato Il NICE Quality Standard, le testate più note in campo sanitario dedicano articoli innovativi. Ma tutto ció non impedisce che in Italia ci siano stati nel 2015, 3769 casi (con un tasso di notifica del 6,2 per 100.000 abitanti).

E’ stato pubblicato congiuntamente dal Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC) e l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il nono Rapporto sulla sorveglianza e il monitoraggio della tubercolosi (TB) in Europa. Nel rapporto si ricorda la strategia globale 2016-2035, approvata nella sessantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità e inserita nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, per porre fine alla tubercolosi. L’Ufficio regionale per l’Europa del OMS, nel 2015, ha adottato un piano d’azione che si prefigge, entro il 2020, una riduzione del 35% delle morti e del 25% dei tassi di incidenza della tubercolosi e di raggiungere almeno il 75% di successi nel trattamento delle forme multiresistenti. Individuati come fondamentali la tempestività delle diagnosi, l’implementazione di nuovi test diagnostici e nuovi farmaci che garantiscano  tempi di trattamento inferiori. Questa la TB oggi.

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Romualdo Grande

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