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HIV: clinica e patologie correlate

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HIV: clinica e patologie correlate
(Last Updated On: 14 aprile 2016)

Alcune patologie infettive sono soggette a variazioni temporali legate alla diagnosi e cura e alle componenti polifattoriali che cambiano nel tempo: L’HIV è sicuramente uno di tali casi. La media di articoli pubblicati mensilmente varia da 500 a mille, causando un problema di inquadramento notevole, specie per chi non segue giornalmente la problematica. Diventa quindi essenziale “selezionare” le fonti.

Con gli attenti lettori di PubMed degli ultimi mesi, sappiamo che la vaccinazione precoce antinfluenzale è legata a tassi di influenza maggiori nei pazienti con infezione da HIV rispetto alla tardiva (con proposte di ripetizione della vaccinazione, vaccinazione ad alto dosaggio o tempi ottimali della vaccinazione per le epidemie locali). Anche con terapia antiretrovirale (antiretroviral therapy, ART), i soggetti HIV+ hanno una mortalità maggiore e lesioni correlate a livelli inferiori di alcol rispetto alle persone HIV-. Ma scegliere queste notizie tra gli oltre settecento articoli usciti nel mese, non è cosa semplice.

La “visione d’insieme” è evidenziata nella Relazione al Parlamento 2014 sullo stato dell’Arte, in cui si segnala cosa è stato fatto nel nostro Paese (ultimi trent’anni) per affrontare l’Aids/HIV e cosa  rimane da fare. Viene segnalata come essenziale la comunicazione, istituzionale e non solo, diffusa in molteplici contesti per rafforzare la percezione del rischio dell’infezione da Hiv. La cura dell’Aids/Hiv non si limita ai soli aspetti diagnostici, clinici e terapeutici, ma richiede altrettanta attenzione per favorire le misure preventive.

Il dato a conferma che manca ancora la comunicazione, è che circa il 35% delle persone con  nuova diagnosi Hiv è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL ed il 53,4% con un numero inferiore a 350 cell/μL. Troppo tardi.

In Europa in termini di incidenza l’Italia si colloca al 12° posto. Le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive (2014) sono maschi per il 79,6% dei casi (età media 39 anni per gli uomini e di 36 per le donne). L’incidenza più alta è stata osservata nella fascia d’età 25-29 anni. La sorveglianza dei casi di Aids riporta i dati delle persone con una diagnosi di Aids conclamato. Dall’inizio dell’epidemia (1982), ad oggi sono stati segnalati più di 67.000 casi, con circa 43.000 deceduti.
Nel 2014, sono stati diagnosticati 858 nuovi casi (incidenza di 1,4 nuovi casi per 100.000 residenti). Emerge che in Italia, il 90,9% delle persone con infezione da Hiv è seguito presso i centri clinici di malattie infettive; il 92,6% è in terapia antiretrovirale, raggiungendo la soppressione virale nell’85,4% dei casi trattati.

La maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, che costituiscono l’84,1% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 43,2%; MSM 40,9%).
Il 27,1% riguarda persone di nazionalità estera. L’incidenza è stata di 4,7 nuovi casi ogni 100.000 tra italiani residenti e di 19,2 nuovi casi ogni 100.000 tra stranieri residenti (dati 2014). Tra gli stranieri, la maggioranza dei casi è rappresentata da eterosessuali femmine (36,0%), tra gli italiani da maschi che fanno sesso con maschi (MSM,49,0%). Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Lazio, Campania, Sicilia e Molise.

Dal corso di aggiornamento tenutosi a Trento il 20 febbraio 2016, organizzato da NewMicro, dia cui abbiamo già anticipato la relazione di Barbara Suligoi, MD Direttore del COA (Centro Operativo AIDS Istituto Superiore di Sanità, Roma), proponiamo per sua cortesia le diapositive di Anna Beltrame, MD del Centro Malattie Tropicali dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, Negrar (Verona).

BIBLIOWEB:

● Ministero della Salute – Relazione al parlamento 2014 sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l’infezione da HIV (articolo 8, comma 3, legge 5 giugno 1990, n.135).

 

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Giovanni Casiraghi

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