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AME Diabetes Update 2016

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AME Diabetes Update 2016
(Last Updated On: 23 febbraio 2016) 

il diabete è una malattia di elevata complessità che richiede, nella sua gestione quotidiana, non solo il continuo aggiornamento in ambito fisiopatologico e farmacologico ma anche l’adozione di un modello assistenziale in grado di conciliare il corretto impiego delle risorse e l’intervento armonico di competenze multidisciplinari.

Perché AME Diabetes Update? Nato per rispondere ai bisogni espressi da un numero crescente dei soci dell’ Associazione, AME Diabetes Update si è svolto a Napoli (5-6 febbraio), in una splendida cornice ambientale (via Partenope), fornendo occasione di confronto e di scambio sui temi diabetologici di immediata applicazione clinica.

L’incontro è stato pensato come una riunione di lavoro a numero chiuso, allo scopo di coinvolgere in modo proattivo tutti i partecipanti sui principali problemi che la “real practice” della gestione del diabete e delle sue complicanze pone tutti i giorni all’attenzione dei professionisti in corsia e in ambulatorio.

Il programma è stato articolato in sei sessioni, in ognuna delle quali si è partiti da un caso clinico concreto proposto alla discussione da un di un gruppo di “esperti” endocrinologi, cardiologi, chirurghi, laboratoristi.

Il dibattito ha poi coinvolto l’intera platea, lasciando spazio anche a vivaci scambi di opinioni contrastanti, per poi concludersi con alcuni sintetici “take-home messages” improntati alla massima praticabilità nella routine clinica di tutti i giorni, come è nello stile costitutivo di tutti gli incontri AME.

Di particolare interesse la presentazione e la discussione commentata delle nuove Linee Guida AACE (American Association of Clinical Endocrinologists) 2015 sul Diabete.

Sono state esaminate le maggiori variazioni rispetto alle precedenti versioni, facendo particolare riferimento al confronto con le raccomandazioni di altre autorevoli società scientifiche (prima tra tutte ADA) e considerando la loro applicabilità allo specifico contesto italiano.

Questa discussione commentata potrebbe essere oggetto nel prossimo futuro di una pubblicazione da mettere a disposizione di tutti gli interessati.

Una segnalazione specifica merita anche la sessione dedicata al LADA, il diabete auto-immune dell’adulto o diabete 1.5.

Come è noto, LADA potrebbe essere l’anello di congiunzione tra il classico diabete giovanile (tipo 1, insulino-dipendente, classicamente ad eziologia autoimmune, DMT1) e il diabete dell’adulto (tipo 2, finora considerato non autoimmune, DMT2).

Definizioni eziologiche apparentemente consolidate vengono continuamente rimesse in discussione da nuove evidenze che arrivano dalla genetica e dalla stessa clinica.

Dal Prospective Diabetes Study del Regno Unito (UKPDS) sappiamo che il 10% dei pazienti adulti che si presentano con un quadro di DMT2 hanno evidenza di reazioni autoimmuni pancreatiche sotto forma di anticorpi anti-insula o, soprattutto, anti-acido glutammico decarbossilasi 65 (GAD65).

La maggior parte di questi pazienti arrivava alla terapia insulinica entro 6 anni dalla diagnosi.

Si è molto discusso in passato se LADA e DMT1 ad insorgenza nell’adulto siano la stessa cosa, La genetica oggi fornisce evidenze che attestano come in realtà il LADA sia una forma ibrida di diabete, condividendo con DMT1 il genotipo di rischio HLA-DQB1, e con il DMT2 una variante del TCF7L2.

Oggi si sa che LADA è una forma comune di diabete, sicuramente più frequente del classico DMT1. Vengono usati 3 criteri fondamentali per definirlo:

  1. positività agli anti-GAD65;
  2. età alla diagnosi > 35 anni;
  3. nessuna terapia insulinica nei primi 6-12 mesi.

L’importanza di definirlo risiede nella necessità di ricorrere al trattamento insulinico più precocemente che nelle altre forme di DMT2. Il pilastro diagnostico è la determinazione della concentrazione degli anti-GAD65.

Per evitare però il ricorso acritico al laboratorio per screenare tutti i pazienti diabetici, Fourlanos et al hanno proposto tempo fa un approccio clinico basato sull’evidenza, che consiste nell’astenersi dal richiedere il dosaggio degli anticorpi se il paziente in osservazione non presenta uno o più delle seguenti caratteristiche:

  1. Età di insorgenza < 50 anni;
  2. Sintomatologia acuta: poliuria e/o polidipsia con perdita di peso non intenzionale;
  3. BMI < 25 kg/m2;
  4. Storia personale di malattia autoimmune;
  5. Storia familiare di malattia autoimmune.

Nella sessione alla fine, si è convenuto che un approccio del genere sia effettivamente, al momento, il più razionale e cost-effective.

BIBLIOWEB:

  • Atti 1st AME Diabetes Update endorsed by the AACE Italian Chapter Napoli, 5 – 6 febbraio 2015
  • Lutgens MW, Meijer M, Peeters B et al. Easily obtainable clinical features increases in the diagnostic accuracy of LADA. An evidence-based report. Primary Care Diabetes 2 (2008): 207-11
  • Tuomi Tm, Santoro N, Caprio S et al The many faces of diabetes: a disease with increasing heterogeneity. Lancet (2014); 383: 1084-94

   In allegato la Documentazione relativa  in formato PDF

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Marco Caputo

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