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Acque minerali. Nuovi criteri di valutazione

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Acque minerali. Nuovi criteri di valutazione
(Last Updated On: 2 aprile 2015)

Il nuovo Decreto 10 febbraio 2015 (GU n.50 del 232015) “Criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali” (15A01419) del ministero della Salute, riordina le norme per la valutazione delle caratteristiche della acque minerali italiane.

L’Italia è all’avanguardia nei controlli.
La nostra acqua è generalmente di buona qualità (circa l’85% di origine sotterranea da sorgenti naturalmente protette) ma circa 1/3 dei piccoli gestori fornisce acque non pienamente conformi alle norme, soprattutto rispetto a parametri “indicatori” non direttamente correlati a rischi sanitari.

Con un nuovo decreto, che sostituisce completamente quello del 1992 e successive modificazioni, il ministero della Salute ha infatti aggiornato e ampliato i criteri per la valutazione:
 delle caratteristiche geologiche e idrogeologiche;
 delle caratteristiche chimiche, chimico-fisiche e organolettiche
 delle caratteristiche microbiologiche;
  delle caratteristiche cliniche e farmacologiche.

Diverse sono le azioni intraprese dal Ministero della Salute per potenziare le strategie di controllo sulla qualità delle acque (specie per l’aggiornamento dello stato delle conoscenze circa l’analisi dei rischi).
Fondamentale è la promozione sul modello dei Water Safety Plans (WSP) elaborati in sede di Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), basato sul nuovo approccio olistico (dal controllo retrospettivo sulle acque distribuite, alla prevenzione e gestione dei rischi nella filiera idropotabile estesa dalla captazione al rubinetto).
Tale modello è alla base dei lavori di revisione degli allegati della Direttiva europea 98/83/CE.
Nello stesso contesto l’emanazione della Direttiva 2013/51/ Euratom, in fase di recepimento nella normativa nazionale (sostituisce le disposizioni della Direttiva 98/83/CE – protezione sanitaria della popolazione in relazione alla presenza di sostanze radioattive nelle acque destinate al consumo umano).

Il Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM), come organismo di coordinamento tra il Ministero della Salute e le Regioni per le attività di sorveglianza, prevenzione e risposta tempestiva alle emergenze, ha promosso il progetto “Sperimentazione del modello dei WPS per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano”, coordinato dall’Agenzia regionale per l’ambiente del Piemonte.
L’attività di progetto, in stretta cooperazione con l’Istituto Superiore di Sanità, ha di recente consentito di produrre le prime linee guida nazionali per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo il modello WPS, definiti “Piani di Sicurezza dell’Acqua” (PSA).

Tra le azioni condotte dalla Direzione generale della Prevenzione del Ministero della Salute, il nuovo progetto CCM “Portale acque”, in cooperazione con il Dipartimento di Ambiente e Prevenzione Primaria dell’ISS; target specifiche attività dirette a potenziare le attività di controllo ed informazione dei consumatori in tema di qualità delle acque destinate al consumo umano e protezione della salute, anche in relazione alla applicazione dei PSA in ambiti locali, ai parametri oggetto di non regolare monitoraggio, ai piccoli sistemi di gestione idrici, ed all’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche e sui sistemi idro-potabili.

Con l’introduzione del PSA nei sistemi di gestione idro-potabile si ridefiniscono i limiti dei sistemi di controllo della qualità delle acque destinate al consumo umano, analogamente a quanto avvenuto in altri settori, l’evoluzione delle conoscenze in materia di analisi del rischio ha identificato le criticità di strategie incentrate sulla verifica di conformità del prodotto finito, spostando l’interesse verso la realizzazione di un sistema globale di valutazione e gestione del rischio esteso all’intera filiera idrica dalla captazione al punto di utenza finale.

Possiamo dire che sono una rivisitazione e riorganizzazione di diversi criteri e procedure gestionali che hanno sino a oggi presieduto alla produzione e alla distribuzione di acque di qualità adeguata al consumo umano, soprattutto quando basati su sistemi di assicurazione della qualità a norma ISO 9001; in aggiunta gli importanti elementi di analisi del rischio mutuati da altri settori produttivi come il sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), cogente nell’industria alimentare con Regolamento CE n. 852/2004) e standardizzato a livello di normazione (ISO 22000).

BIBLIOGRAFIA:

 Decreto 10 febbraio 2015 “Criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali” (15A01419) (GU n.50 del 232015)
 Direttiva 2013/51/ Euratom
 ISO 22000 (Hazard Analysis and Critical Control Points -Regolamento CE n. 852/2004)

 

   In allegato la Documentazione relativa in formato PDF

 

Click per visualizzare la Documentazione

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Sergio Galmarini

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