La creatinina urinaria sembra essere il migliore indicatore della qualità delle fibre muscolari scheletriche. E’ quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology online.
Analizzando i dati dello studio CRIC (Chronic Renal Insufficiency Cohort), gli autori hanno notato che la creatininuria bassa correlava meglio con gli out come clinici di altri parametri ritenuti più specifici, come quelli ricavati dalla impedenzometria bioelettrica e dalla DEXA.
In un follow-up di 4.2 anni su 3,604 partecipanti, le basse escrezioni di creatinina urinaria, ma non gli altri parametri, si associavano a morte (9.3%) e ESDR (14.2%).
L’impedenzometria bioelettrica resta il miglior metodo di valutazione della quantità di massa muscolare, ma questi dati ci dicono che la creatininuria sembra invece essere un miglior marcatore della qualità della fibra muscolare scheletrica, e l’informazione potrebbe certamente essere utile ad una migliore gestione di questa importante categoria di pazienti.
Le implicazioni di questa scoperta, che ovviamente attende di essere corroborata da ulteriori dati a sostegno, possono essere di immediato e vantaggioso impiego in clinica per migliorare la qualità e la durata di vita dei pazienti (purtroppo numerosi in tutto il mondo) che soffrono nefropatie croniche.
BIBLIOWEB
http://cjasn.asnjournals.org/content/early/2014/11/06/CJN.03790414.abstract
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