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NHS on Strike

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NHS on Strike
(Last Updated On: 31 ottobre 2014)

La sanità britannica scende unita in piazza. Non succedeva dal 1982.

Negli ultimi anni vi sono stati alcuni scioperi di medici e di professionisti nella sanità britannica, ma nulla se paragonato a quello effettuato il 13 ottobre.

Per la prima volta dopo trentadue anni, le sette sigle sindacali più importanti del Regno Unito hanno effettuato un unico grande sciopero per dare un segnale forte al premier David Cameron, reo tra l’altro di non essere intervenuto, dopo le dichiarazioni del ministro Hunt che aveva pubblicamente snobbato le raccomandazioni di un organismo indipendente che suggeriva un aumento dell’1% dei salari.

Migliaia di infermieri, ostetriche, personale delle ambulanze e segretari di uffici medici del National Health Service (NHS – la Sanità pubblica brittanica) hanno effettuato il 13 ottobre uno sciopero di quattro ore per reclamare aumenti di salario. Non accadeva dai tempi della Thatcher ed esattamente dal 1982. Sono stati tuttavia assicurati i servizi essenziali di assistenza e le emergenze.

Il nemico pubblico numero uno dei sanitari inglesi è il ministro della Sanità (Jeremy Hunt), reo di aver ignorato le richieste del comparto rispetto agli aumenti di salari e di un più equo pagamento degli straordinari.
«Se lo facessimo», ha detto alla BBC (l’emittente nazionale), «i direttori degli ospedali sarebbero costretti a licenziare 4.000 infermieri quest’anno e 10 .000 nel 2015».

Argomenti giudicati pretestuosi dai sindacati di fronte alle performance dell’economia britannica che nel 2014 dovrebbe archiviare una crescita di oltre il 3%, poco convincenti per tutti i sanitari, quindi.

Secondo un’indagine del principale sindacato dei lavoratori della sanità britannica, l’Unison, a causa dei sacrifici imposti negli ultimi anni, il 20% dei salariati è stato costretto a trovarsi un secondo lavoro

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Sergio Galmarini

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