Il crescente fenomeno dell’antibiotico-resistenza rappresenta sicuramente una situazione molto grave per la difficoltà e la complessità che comporta nella cura delle infezioni e si moltiplicano i richiami da parte di organismi ed enti autorevoli, in campo internazionale, all’osservanza di regole per arginarlo e per applicare appropriatezza nella terapia antibiotica.
La minaccia di tornare a un’epoca pre-antibiotica è sempre più concreta e l’emergenza di nuove e temibili resistenze pregiudica fortemente le nostre possibilità di contrastare le infezioni, considerando anche l’indisponibilità di nuove molecole e l’immobilismo della ricerca in questo campo.
Oggi, in particolare, la diffusione di Enterobatteri che esprimono crescenti resistenze a categorie importanti di antibiotici è un evento di rilevante portata che riduce in maniera significativa le opzioni di cura per le numerose infezioni sostenute da questi germi.
Secondo i dati dell’Antimicrobial resistance surveillance Network, EARS-Net, in Italia, tra gli Enterobatteri, la Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi è passata rapidamente dai bassi livelli del 2009 (< 5%) a un preoccupante 26.7% del 2011, dato tra i più alti d’Europa.
Risultano indispensabili, accanto alla ricerca di nuove ed efficaci molecole antibiotiche, l’attenzione costante a queste problematiche, l’impegno a politiche di appropriatezza terapeutica e a investimenti in strategie di contenimento.
La comunità scientifica internazionale, come dimostra il recente documento “ Guidelines for the prevention and control of Multidrug resistant organism (MDRO) excluding Mrsa in healthcare setting” del Royal College of Phisician of Ireland, è impegnata da molto tempo in prima linea in questa difficile battaglia. Occuparsi dei pazienti e dei loro familiari è strategico: un felice esempio sono le raccomandazioni del Children’s Hospitals and Clinics of Minnesota (USA).
In allegato la Documentazione in formato PDF
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