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Implementing one health

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(Last Updated On: 6 maggio 2023)

Oms, Fao, Unep e Woah lanciano una call to action per potenziare l’approccio ‘One Health’

Epidemie, antibioticoresistenza, sicurezza alimentare e cambiamenti climatici: tutti temi la cui rilevanza è fuori discussione.  Le recenti emergenze sanitarie internazionali come la pandemia di Covid, il ‘Mpox”, le epidemie di Ebola, Lassa e Marburg le continue minacce di altre malattie zoonotiche, condizionano l’organizzazione delle risposte a livello internazionale ed europeo.

A tutto ciò si aggiungono la sicurezza alimentare, le sfide della resistenza antimicrobica (Amr), il degrado degli ecosistemi ed i cambiamenti climatici dimostrano chiaramente la necessità di sistemi sanitari resilienti e di un’azione globale accelerata. Quello One Health è visto come l’approccio principale per affrontare queste sfide urgenti e complesse che la nostra società deve affrontare.

Nel loro primo incontro annuale, i vertici delle organizzazioni quadripartite che lavorano su “One Health” hanno lanciato un appello senza precedenti per un’azione globale. L’obiettivo è realizzare ciò che nessun settore può ottenere da solo, unendo quattro agenzie principali: l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH).

Una maggiore collaborazione, per tradurre l’approccio “One Health”, esorta a promuovere le seguenti azioni prioritarie con un “Invito ad agire”:

1. dare priorità a One Health nell’agenda politica internazionale, aumentando la comprensione e sostenere l’adozione della governance sanitaria intersettoriale rafforzata. L’approccio dovrebbe fungere da principio guida nei meccanismi globali; anche nel nuovo strumento per le pandemie, rafforzando prevenzione, preparazione e risposta;
2. rafforzare le politiche, le strategie e i piani nazionali, calcolati in termini di costi prioritari, in linea con il piano d’azione congiunto quadripartito One Health (OH JPA), promuovendo una più ampia attuazione in tutti i settori e a tutti i livelli;
3. accelerare l’attuazione dei piani, compreso il sostegno alla governance nazionale One Health e ai meccanismi di coordinamento multisettoriale, sviluppando analisi, mappatura, definizione delle priorità per il monitoraggio One Health;
4. costruire una forza lavoro intersettoriale che abbia le competenze per prevenire, rilevare, controllare e rispondere alle minacce per la salute, rafforzando la formazione continua della forza lavoro sanitaria;
5. sostenere la prevenzione alla fonte, concentrandosi su attività e luoghi che aumentano il rischio di ricaduta zoonotica;
6. incoraggiare lo scambio di conoscenze scientifiche e la condivisione di dati, facilitando l’accesso a nuovi strumenti e tecnologie;
7. aumentare il finanziamento delle strategie One Health.

I programmi del “ECDC” coordinano le reti operative sulle malattie, sostenendo diversi consorzi di laboratori di microbiologia pubblici negli Stati membri del UE, per rafforzare la capacità di rilevamento dei patogeni e di sorveglianza della resistenza antimicrobica.

Queste reti di laboratori di microbiologia di sanità pubblica, contribuiscono con informazioni essenziali alla sorveglianza epidemiologica delle malattie trasmissibili soggette a notifica dell’UE, come elencato nella decisione 1082/2013/UE: “…per costruire un pianeta più sano abbiamo bisogno di un’azione urgente per galvanizzare impegni politici vitali, maggiori investimenti e collaborazione multisettoriale a tutti i livelli“.

Il 75% degli italiani è consapevole che umani, animali, piante e ambiente sono interconnessi. Nel nostro Paese c’è terreno fertile per seminare un nuovo approccio sistemico e collaborativo, che valorizzi la One Health come nuova visione e strategia per un futuro sostenibile.

Anche se solo il 17% degli italiani ha sentito parlare di questa visione, per la maggior parte il benessere di questi mondi sono strettamente dipendenti. Appare forte l’assunzione di responsabilità soggettiva: il 62% degli intervistati si sente investito in prima persona dell’impegno in questo come approccio sistemico: per il 26% è una priorità della politica e l’11% ritiene che sia un problema della scienza; il 90% cambierebbe il proprio stile di vita, per il bene di tutti. E’ quanto emerge da una indagine nazionale che ha esplorato le rappresentazioni collettive sul rapporto tra umani, animali, piante e ambiente.

L’indagine (del marzo 2023, effettuata con metodo CAWI) ha coinvolto 1.000 persone, un campione rappresentativo per genere, età ed area geografica. La One Health sembra essere l’occasione da non perdere, per un’importante trasformazione valoriale, che mitighi gli impatti negativi delle componenti più distruttive dell’agire umano. Nonostante la fiducia attribuita all’approccio, la pandemia ha lasciato il segno, rafforzando la percezione negativa dell’agire umano.

Per il 40% degli intervistati, le mutate condizioni ambientali influenzano sempre più la nascita di nuove malattie, difficili da contrastare con nuove cure. Preoccupano sia la salute degli animali che la deforestazione. Le risposte fanno emergere l’importanza attribuita non solo ad un’azione collettiva, ma anche al contributo di ognuno. La quasi totalità conferma di volersi impegnare a cambiare il proprio stile di vita, con un 31% che accetta anche cambiamenti radicali a favore della salute di piante e ambiente.

Online One Health Project” rappresenta il sito dedicato al progetto innovativo, promosso dall’ESG Culture LAB di Eikon Strategic Consulting e Healthware Group, con il supporto incondizionato di Fondazione MSD. La survey condotta sul sito, prevede che ogni partecipante riceva la fotografia del suo profilo (umanista, animalista, naturalista, astronauta) e una scheda informativa con indicazioni su come poter contribuire concretamente al benessere comune, attraverso 7 categorie: Educazione, Salute degli animali domestici, Salute degli animali selvatici, Alimentazione, Scelta delle cure, Ricerca e Comunità.

Propensione al cambiamento. Il 31% si dichiara pronto ad a un cambio radicale nello stile di vita per la salute di piante e ambiente.

Tecnologie digitali. I partecipanti mostrano un atteggiamento di apertura e fiducia. Per la maggior parte (55%) le tecnologie digitali sono di supporto, per il 33% diventano fondamentali per prendersi cura di umani, animali, piante e ambiente. Solo il 4% pensa che siano inutili, mentre il 8% le vede solo come parte del problema.

BIBLIOWEB:

One Health Joint Plan of Action (2022-2026) Working Together for the  Health of Humans, Animals, Plants and the Environment  - FAO / UN Environment Programme / WHO-WO for Animal Health, Rome, 2022 (in PDF allegato)
ECDC https://www.ecdc.europa.eu/en
Surveillance Atlas of Infectious Diseases https://www.ecdc.europa.eu/en/surveillance-atlas-infectious-diseases
European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net) https://www.ecdc.europa.eu/en/about-us/networks/disease-networks-and-laboratory-networks/ears-net-data
Malattie e reti di laboratorio https://www.ecdc.europa.eu/en/about-ecdc/what-we-do/partners-and-networks/disease-and-laboratory-networks
One Health: l’interconnessione tra salute di persone, animali, piante e ambiente (Survey, Formazione, Divulgazione, Corso) https://www.onehealthproject.com/
La “Carta di Bucarest” https://newmicro.altervista.org/?p=9999
Aviaria “One Health” https://newmicro.altervista.org/?p=9901
WAAW “One health” WAAD https://newmicro.altervista.org/?p=5037

 One Health Joint Plan of Action (2022-2026) Working Together for the  Health of Humans, Animals, Plants and the Environment  - FAO / UN Environment Programme / WHO-WO for Animal Health, Rome, 2022 (PDF)

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Paolo Lanzafame

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