Blog

Ospedali: la rivincita del Centro – Sud

Posted by:

Ospedali: la rivincita del Centro – Sud
(Last Updated On: 15 gennaio 2023)

Rapporto di Agenas (Edizione 2022 su dati 2021) del Programma Nazionale Esiti (PNE)

L’annuncio più “ghiotto” è sicuramente l’avvio di un nuovo programma di valutazione delle direzioni strategiche: sotto la lente finiranno anche le performance di manager, direttori amministrativi e sanitari e del middle management delle Aziende. Il nuovo rapporto 2021, sulle performance degli ospedali del SSN, mostra una ripresa delle attività in tutti i settori, dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, anche se siamo ancora lontano dai livelli prepandemici: in numeri, 1 milione e 200 mila ricoveri in meno, rispetto al 2019; sommati al milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020, si sono tradotti in ben 2 milioni e 900 mila ricoveri persi.

Un anno caratterizzato inoltre da una grande eterogeneità, non solo interregionale ma anche e soprattutto intraregionale, oltre che da un’estrema frammentazione della casistica. Ha reagito così il sistema di cure pubblico e privato nel 2021, rimasto ancora lontano dai livelli pre-covid: in numeri, 1 milione e 200 mila ricoveri in meno, rispetto al 2019, che sommati al milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020, si sono tradotti in ben 2 milioni e 900 mila degenze non garantite.

Sono stati conferiti da Agenas, per la prima volta, nel corso della presentazione del “programma nazionale esiti”, i Premi PNE 2021. Sono stati assegnati a due strutture ospedaliere che hanno raggiunto la migliore valutazione di qualità alta o molto alta, per tutte le aree cliniche considerate nell’ambito del “treemap”: sono l’Azienda Ospedaliera “Umberto I – G. M. – Lancisi” di Ancona e il “Irccs Humanitas Research Hospital di Rozzano” (Milano).

La prima è una struttura pubblica inserita all’interno dell’assistenza ospedaliera della Regione Marche, la seconda un ente appartenente alla rete privata accreditata della Regione Lombardia. Le aziende si sono distinte per la qualità delle cure nell’ambito del treemap, una rappresentazione grafica sintetica basata su 20 indicatori, relativi a 7 diverse aree cliniche valutate.

Ma il 2021 è anche l’anno in cui molte realtà del Centro Sud hanno alzato la testa, grazie a correttivi apportati nel tempo in alcune aree specialistiche, lasciando a volte indietro il virtuoso Nord (imbattibile invece per quanto riguarda la chirurgia oncologica). Ospedali, quelli del Centro Sud, che per la prima volta primeggiano.

Una ripresa del numero dei ricoveri (+501.158, rispetto al 2020), una capacità di dare risposte tempestive alle cure urgenti, nonostante gli stop and go dell‘ondata pandemica, come dimostrano i dati positivi delle angioplastiche coronariche (entro i 90 minuti) nei casi più gravi e la riduzione della mortalità a 30 giorni per infarto. Da segnalare anche un recupero di alcuni interventi oncologici, primi tra tutti quelli per il tumore della mammella.

Tra le prime 10 strutture che hanno proporzioni più elevate di angioplastica primaria (garantita entro l’indice di appropriatezza e tempestività), sette sono nel Centro Sud. Tra le prime dieci strutture con la più bassa mortalità a 30 giorni, dopo un intervento per bypass aortocoronarico isolato, sono ben cinque. Sono sempre del Centro Sud sei Aziende su dieci con le proporzioni più elevate di pazienti operati entro 48 ore per frattura di femore.

Il Programma Nazionale Esiti (PNE), a dieci anni dal suo debutto ufficiale, alza ulteriormente l’asticella e si presenta con novità sfidanti. Aumenta infatti il numero degli indicatori considerati: dai 184 della precedente edizione, si passa ai 194 attuali (erano 177 nel 2020 e 42 nel 2012). 171 sono relativi all’assistenza ospedaliera (73 di esito/processo, 83 di volume di attività e 15 di ospedalizzazione); 23 riguardano l’assistenza territoriale, valutata indirettamente in termini di ospedalizzazione evitabile (14 indicatori), esiti a lungo termine (5) e accessi impropri in pronto soccorso (4).

Il Rapporto consolida l’attenzione al capitolo delle disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, in particolare quelle di genere e quelle relative alla popolazione straniera residente in Italia. Offre un supporto alle strutture con percorsi integrati di audit, attraverso gli indicatori del “treemap”, che stringono sempre più le maglie delle criticità sugli esiti dei processi clinico assistenziali, consentendo di attivare i giusti correttivi.

Le evidenze scientifiche e i risultati forniti dal PNE confermano come la pubblicazione dei dati di esito, sia uno strumento fondamentale di governo del sistema, per migliorare la qualità delle cure, intervenendo su criticità assistenziali e valutando il percorso di cura dei pazienti, con l’intento di rendere le misure sempre più puntuali e individuare con miglior precisione le “strutture più virtuose, da prendere come “benchmark” per il miglioramento.

Il Programma suggerisce l’impiego ottimale delle risorse stanziate in attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’opportunità offerta richiede uno sforzo programmatorio di ampio respiro, in cui le Regioni e le singole strutture sono chiamate a svolgere un ruolo concreto. Occorre una riorganizzazione dell’offerta sanitaria in grado di dare risposte puntuali ai bisogni di prevenzione e assistenza della popolazione.

Appare strategica una sinergia tra i vari livelli di governance, a partire dagli indicatori del treemap, che permettono di fornire una valutazione sintetica della singola struttura negli ambiti nosologici considerati. Le Regioni e le strutture potranno richiedere un “…affiancamento fattivo da parte di Agenas, nell’ambito di percorsi integrati di audit, per intervenire direttamente sul campo con la collaborazione di tutti gli stakeholders al fine di superare le criticità e favorire il miglioramento”.

I tagli cesarei rimangono il tallone d’Achille dell’area materno-infantile. Permane una marcata inappropriatezza: nel 2021, solo il 14,1% delle maternità con meno di 1.000 parti/anno e il 69,7% di quelle con volumi superiori, hanno fatto registrare proporzioni di tagli cesarei in linea con il DM 70. Rimangono basse anche le proporzioni di parti vaginali dopo pregresso cesareo, con valore mediano nazionale del 6,7%, con un marcato gradiente Nord-Sud. Crollano del 31% le attività chirurgiche “a ciclo breve” (come la colecistectomia laparoscopica), penalizzate dalla modalità di ricovero in Day Surgery, nonostante la forte ascesa registrata nel periodo 2015-2019.

La tempestività di accesso ai trattamenti urgenti rimane al di sotto degli standard assistenziali previsti dal Dm 70, in oltre la metà delle strutture italiane. Non superano la soglia prevista del 60% i pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica (PTCA) entro 90 minuti dal ricovero. La media si attesta al 50,6% e i soggetti con frattura di femore operati entro 48 ore si ferma al 48,6%.

Non mancano buone notizie, come quelle in ambito oncologico: l’attività ha fatto registrare nel 2021 importanti segnali di ripresa. Le ospedalizzazioni per tumore maligno della mammella, che nel 2020 si erano ridotte dell’11% (- 6 mila interventi, rispetto all’atteso), sono tornate ai livelli pre-covid. Inoltre il 74% degli interventi è stato effettuato in unità operative che hanno rispettato la soglia prevista dal DM 70/2015 (in aumento rispetto ai dati 2020). Se si considera il volume per operatore, la quota di interventi effettuati da chirurghi “più allenati” (≥50 interventi/anno) è pari al 70%.

L’area muscolo-scheletrica ha invece “spinto sull’acceleratore”, soprattutto nel privato accreditato. C’è stato un aumento delle attività programmate, rispetto al 2020, di 18 mila interventi di protesi d’anca e 14 mila di protesi di ginocchio. Certo il gap, rispetto ai livelli prepandemici, non è stato ancora colmato: nel biennio 2020-2021, la perdita complessiva è stimabile in circa 27 mila interventi di protesi d’anca e 39 mila interventi di protesi di ginocchio

Infarto miocardico acuto (Ima).  Nel 2021 si è registrato un lieve aumento dei ricoveri (circa 900 in più rispetto al 2020), ma con una riduzione, rispetto al valore atteso in base al trend pre-pandemico, di 11.300 ricoveri. Nel biennio 2020-2021, la diminuzione complessiva è stimabile in -26 mila. Una riduzione correlabile ad una minore esposizione a fattori trigger, quali l’inquinamento atmosferico e l’attività frenetica, ridotti durante il lockdown. Ha inciso anche un minore accesso in ospedale dei quadri clinici meno gravi.

Sono diminuiti gli interventi di bypass aorto-coronarico isolato: -1.900 ricoveri; nel biennio 2020-2021, lo scostamento complessivo rispetto al trend è di circa 5 mila ricoveri. Inoltre i 2/3 degli interventi sono stati effettuati in strutture al di sotto della soglia prevista dal Dm 70 (200 interventi/anno).

Nel caso dell’infarto, l’utilizzo di nuove variabili cliniche aggiuntive ha consentito di modificare significativamente il ranking delle strutture nella metà delle 357 valutate per questo indicatore. Quest’anno chi pensava di aver fatto bene ha dovuto rivedere i suoi risultati, dato che il 48% delle strutture cambia ranking di almeno 25 posizioni. In particolare si registra un miglioramento per 73 ospedali e un peggioramento per ben 100 nosocomi.

BIBLIOWEB:

Agenas – I dati della performance degli ospedali 2022 (in PDF-FlipBook)
Sito PNE Agenas https://pne.agenas.it/
Performances ospedaliere PNE 2020 https://newmicro.altervista.org/?p=8371
“Performances” ospedaliere https://newmicro.altervista.org/?p=7949
Dieci anni di SDO http://newmicro.altervista.org/?p=7225
Piano nazionale esiti https://newmicro.altervista.org/?p=3714
Treemap ovvero la nuova analisi di qualità degli ospedali https://newmicro.altervista.org/?p=2308

 Agenas - I dati della performance degli ospedali 2022 (PDF)

Un Click per Leggere

Print Friendly, PDF & Email


Articoli correlati:

0
Sandro Pierdomenico

About the Author

Email: [email protected]
Go To Top
AVVERTENZA: Questo sito web utilizza i Cookies al fine di offrire un servizio migliore agli Utenti Maggiori informazioni