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Software insoddisfacenti

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Software insoddisfacenti
(Last Updated On: 30 ottobre 2022)

Applicazioni informatiche in sanità

Ormai è entrato nel vocabolario collettivo il significato di Informatica Medica. Il primo termine è la fusione di due parole (acronimo): INFORmazione autoMATICA. Per gli utilizzatori presupporrebbe una rapida associazione di dati sanitari (specificati dal secondo termine), ottenendo un vantaggio nell’attività di diagnosi e cura, a favore dei pazienti e, in ultima analisi, della collettività sanitaria.

Secondo una recente analisi – condotta dall’ANAAO (il principale sindacato medico) – i Sistemi informatici (Software), in relazione alla capacità di migliorare il lavoro, al 63% dei medici NON piacciono. La disamina è sconcertante: sono presenti software diversi che non parlano tra loro e che costringono il medico a entrare ed uscire, ripetute volte, dai vari applicativi per poter visionare gli esami di un paziente. Poi guasti e mal funzionamenti, denunciati dal 83% dei medici, che rallentano l’attività clinica e sono fonte di stress. In pratica, quello che è nato per migliorare l’assistenza e il lavoro dei medici, si è rivelato un boomerang.

I software utilizzati dai medici ospedalieri offrono un prezioso database per consultare la storia clinica del paziente, elaborare analisi statistiche ed epidemiologiche, recuperare e duplicare i referti. In verità chi li utilizza nel quotidiano non è soddisfatto. I clinici vorrebbero visitare, operare, curare e non occupare tempo in quella che viene percepita come “attività burocratica”; “…quando i software sono lenti, le procedure informatiche indaginose, ripetitive o incomplete”, l’insoddisfazione cresce.

L’indagine condotta da Assomed Piemonte, tra 227 medici ospedalieri e dirigenti sanitari, evidenzia che il 63,2% dei medici si ritiene totalmente o per molti aspetti insoddisfatto del software di gestione dei pazienti. L’83% riferisce che il mal funzionamento rallenta l’attività clinica e per il 42% del totale questo avviene quotidianamente.

I software in uso in ciascun reparto sono spesso multipli: per gli esami di laboratorio, per quelli radiologici, per i pazienti ricoverati, ancora un altro per i pazienti ambulatoriali e di pronto soccorso, poi per la richiesta di farmaci, per le esenzioni o i certificati vari. Insomma, un dedalo di password, piattaforme differenti, logiche di sistema una diversa dall’altra. Il 72% di chi usa più software, dichiara che i sistemi sono diversi e che non comunicano. Al punto che per visionare gli esami di un paziente è necessario uscire da un applicativo ed entrare in un altro.

In conclusione, secondo ANAAO Piemonte, il 96% del campione ritiene che la scarsa efficienza dei sistemi informatici contribuisca fortemente allo stress lavoro correlato:  “…probabilmente è una delle cause che induce i medici ospedalieri piemontesi (al ritmo di uno al giorno) a dimettersi dall’ospedale, per cercare differenti opportunità di lavoro”.

Questi risultati sono estremamente eloquenti, offrono l’indicazione di migliorare l’efficienza degli ospedali, la soddisfazione dei lavoratori e quindi impongono una revisione della rete informatica, che deve obbligatoriamente coinvolgere i medici ed i sanitari, che quotidianamente utilizzano i software”. E’ ora di cambiare, come già stanno facendo i servizi sanitari di settore, che utilizzano big data, come radiologia e laboratorio analisi.

Risulta evidente che la rete informatica è obsoleta: vista l’enfasi che si è messa sulla “digitalizzazione della PA” parrebbe inevitabile occuparsi dello svecchiamento dei programmi in uso, alcuni risalenti alla prima informatizzazione, di 30 anni fa e dell’ingegnerizzazione dei sistemi di supporto all’attività sanitaria, con link di connessione ai programmi stessi e con un solo accesso di abilitazione, per skill professionale, ai vari settori clinici e diagnostici.

Anche l’obiettivo di integrare i referti nel FSE appare difficilmente raggiungibile, senza una profonda revisione dei software e dei flussi di dati correlati. Ciò eviterebbe anche il succedersi delle password, con diminuzione dello stress correlato ed il ricorso ai file log, per certificare gli accessi, cosa peraltro richiesta dal regolamento europeo 679/2016 o GDPR e che rappresenta un aspetto fondamentale, quando si parla di sistemi informativi in generale ma in modo particolare in medicina, vista la quantità, la criticità ed eterogeneità dei dati trattati.

L’adozione di standard, con specifiche mediche, in Italia è ancora molto limitato e riguarda per lo più la comunicazione di dati fra dispositivi biomedicali ma non, per ora, l’integrazione “semantica” dei dati. Rendere chiare e dettagliate le proprietà che un software deve soddisfare, è un requisito fondamentale per ingegnerizzare un sistema gestibile nel lungo periodo.

La scrittura dei requisiti, attività spesso trascurato perché considerata “burocratica”, deve per forza essere effettuata in stretta collaborazione fra i medici (esperti del dominio) e informatici. Il citato studio di ANAAO evidenzia proprio questo: quando i medici sono coinvolti attivamente nell’implementazione dei sistemi informatici, il grado di soddisfazione aumenta dal 13.6% al 44%.

BIBLIOWEB:

Indagine ANAAO Piemonte (in PDF allegato)
LG per l’attuazione del FSE https://newmicro.altervista.org/?p=9335
Assistenza Sanitaria Territoriale, Telemedicina e ADI https://newmicro.altervista.org/?p=9324
Correzioni PNRR per il Piano triennale AGID 2021-23 https://newmicro.altervista.org/?p=9232
ECMU, automazione e tele-laboratorio https://newmicro.altervista.org/?p=9257
Un Laboratorio nella Storia https://newmicro.altervista.org/?p=9127
Ri-formare la PA https://newmicro.altervista.org/?p=9043
Fascicolo Sanitario Elettronico: guida all’uso https://newmicro.altervista.org/?p=8662
Serve una Sanità basata sui dati. E’ evidente https://newmicro.altervista.org/?p=8416
I tuoi dati sono un tesoro https://newmicro.altervista.org/?p=8404

 Indagine ANAAO Piemonte, 2022 (PDF)

Un Click per Leggere

 

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Alessandro Orro

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