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Assistenza Sanitaria Territoriale, Telemedicina e ADI

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Assistenza Sanitaria Territoriale, Telemedicina e ADI
(Last Updated On: 27 luglio 2022)

I dettagli del Decreto ministeriale sulla nuova medicina del territorio

Lariforma rientra negli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e prevede reti di prossimità, strutture intermedie e di telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, con l’obiettivo di rendere la casa “primo luogo di cura e medicina telematica”.

Pur senza l’agognato accordo tra Stato e Regioni, la riforma dell’assetto dell’assistenza territoriale è stata sbloccata dal Governo, che ha autorizzato il Ministero della Salute a seguire la strada del decreto ministeriale (di concerto col Ministero dell’Economia e delle Finanze), recependo il cosiddetto “DM 71” che definisce gli standard di riferimento.

Il rafforzamento dei servizi territoriali, con il potenziamento delle cure domiciliari, passa dalla creazione di una rete capillare di strutture di prossimità (Case della Comunità), con piena integrazione tra assistenza sanitaria e sociale, con logiche sistematiche di medicina di iniziativa e di presa in carico, con modelli di servizi digitalizzati, anche per l’assistenza a domicilio. Un punto qualificante è la valorizzazione della co-progettazione con gli utenti.

Il calendario di attuazione del PNRR prevede diverse tappe, scandite dall’approvazione delle linee guida sul modello digitale dell’assistenza domiciliare. Entro il 2023 ogni regione (o consorzio tra regioni) dovrà aver attuato almeno un progetto di sviluppo dell’assistenza domiciliare; nei sei mesi successivi dovranno essere funzionanti le Centrali Operative ed entro la fine del 2025 l’assistenza a domicilio dovrà raggiungere almeno 800 mila persone (il 10% degli assistiti ultrasessantacinquenni), e altre 200 mila soggetti dovranno essere assistiti con la telemedicina.

Il raggiungimento di questi obiettivi passa attraverso una nuova organizzazione e la definizione di standard minimi, che prevedono almeno una casa della comunità (hub), ogni 40-50 mila abitanti, che operano di concerto con unità distribuite sul territorio (gli spoke: ambulatori di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta). Nella Casa della comunità lavorano équipe multiprofessionali territoriali che progettano ed erogano tutti gli interventi sanitari e di integrazione sociale.

Le aggregazioni di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali, avranno sede fisica nella casa della comunità o saranno collegati “funzionalmente”. Lo standard di personale per la Casa di Comunità hub prevede tra 7 e 11 infermieri e 5-8 unità di personale di supporto (sanitario, amministrativo e tecnico).

Infermiere di famiglia e comunità (IFeC). E’ la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza ai diversi livelli di complessità, in collaborazione con tutti i professionisti: non si occupa solo di fornire cura, ma ha il compito di garantire un’adeguata riposta all’insorgenza di nuovi bisogni sanitari e sociosanitari. Lo standard prevede almeno un infermiere di famiglia/comunità ogni 3 mila abitanti.

Centrale operativa territoriale. Deve garantire il coordinamento della presa in carico della persona e il raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali (attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e rete emergenza-urgenza). A regime, sarà una ogni 100 mila abitanti, con un coordinatore infermieristico, 3-5 Infermieri, 1-2 persone di supporto. La riforma prevede anche nuove Unità di Continuità Assistenziale: équipe mobili che intervengono in situazioni e condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità. In questa funzione sono previsti almeno un medico e un infermiere ogni 100 mila abitanti. Per tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie non urgenti, a bassa intensità assistenziale, ogni regione avrà una o più Centrali operative che risponderanno al numero 116117 (sede del Numero Europeo Armonizzato, NEA), attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Ospedali di comunità. A cavallo tra ospedale e territorio (uno ogni 100 mila abitanti, con 20 posti letto), avranno il compito di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette, ai fini della stabilizzazione clinica, del recupero funzionale e dell’autonomia nelle vicinanze del domicilio. Lo staff dovrà prevedere 7-9 infermieri (un coordinatore infermieristico), 4-6 operatori socio-sanitari, 1-2 professionisti sanitari con funzioni riabilitative e un medico per 4,5 ore al giorno, 6 giorni su 7.

Cure palliative. La rete dovrà avere una Unità di Cure Palliative Domiciliari e un Hospice con almeno 10 posti letto ogni 100 mila abitanti. Dovrà garantire la presa in carico del malato cronico, evolutivo e a prognosi infausta e del suo nucleo familiare, in ambito ospedaliero, domiciliare e in hospice.

Consultori familiari. Deputati alla protezione, prevenzione, promozione della salute, consulenza e cura rivolte alla donna in tutto il suo ciclo di vita (comprese quelle in gravidanza), ai minori, a famiglie all’interno del contesto comunitario di riferimento. Dovrà essercene uno ogni 20 mila abitanti, nelle aree densamente popolate e uno ogni 10 mila, nelle realtà interne e rurali (eventualmente all’interno della Casa della comunità).

Ovviamente l’introduzione di queste novità sarà più o meno semplice a seconda dello stato di salute della medicina del territorio, nelle diverse parti d’Italia. L’assistenza domiciliare sarà erogata anche attraverso gli strumenti della Telemedicina (prestazioni da remoto). È quanto previsto dal PNRR, che contiene le linee guida organizzative per il ‘Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare”.

L’attivazione di un “percorso di telemedicina” potrà avvenire:

-  dal setting domiciliare: tutti gli attori dell’assistenza territoriale (ognuno per le proprie competenze), possono individuare e proporre il paziente per il quale l’utilizzo di strumenti di telemedicina sia adeguato o utile all’integrazione delle cure domiciliari. Possono farlo in modo diretto oppure, qualora necessario, previa valutazione in sede di Unità di Valutativa Multidimensionale (UVM), anche avvalendosi (a seconda del modello organizzativo locale), della Centrale Operativa dell’ADI ove presente e della COT. Quest’ultima modalità è opportuna quando si renda necessario l’intervento di diversi operatori ed il raccordo tra più servizi e setting;
-  dal setting di ricovero: è il personale della struttura, il medico in raccordo con il “case manager” della procedura di dimissione. Secondo quanto emerge nel seguito del documento dovrebbe essere un infermiere.

L’idoneità del paziente/caregiver a poter fruire di prestazioni e servizi in telemedicina, dovrà essere stabilita caso per caso, valutando per la singola tipologia di servizio le diverse condizioni:

- la possibilità per il paziente/caregiver di accedere a sistemi ed infrastrutture tecnologiche, che soddisfino almeno i requisiti minimi tecnici per una corretta e sicura fruizione della prestazione o servizio;
- le competenze e le abilità minime che il paziente deve possedere, per poter utilizzare in modo appropriato le piattaforme tecnologiche, tenendo anche conto dell’eventuale supporto aggiuntivo che può ricevere dal caregiver.

In generale, sono requisiti essenziali per l’attivazione del percorso di cure domiciliari supportate da strumenti di telemedicina:

-  l’adesione da parte dell’interessato al percorso domiciliare e all’attivazione della prestazione in telemedicina, in cui possono operare più figure professionali;
-  l’individuazione, idoneità e formazione del paziente e/o del/i caregiver;
-  l’adeguatezza degli aspetti sociali del contesto familiare, dell’ambiente domestico e della rete di sostegno;
-  l’idoneità strutturale del contesto abitativo, correlato al quadro clinico, anche in relazione all’utilizzo di apparecchiature.

BIBLIOWEB:

Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale – Allegato 1 – Gazzetta Uffiicale della Repubblica Italiana – 22-6-2022, Serie generale – n. 144 (in PDF)
Linee Guida organizzative contenenti il modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare (Milestone EU M6C1-4) (vedi PDF)
Glossario di Telemedicina (PDF)
Correzioni PNRR per il Piano triennale AGID 2021-23 https://newmicro.altervista.org/?p=9232
Serve una Sanità basata sui dati. E’ evidente https://newmicro.altervista.org/?p=8416
Long term care https://newmicro.altervista.org/?p=8010
Televisita https://newmicro.altervista.org/?p=7924
Chi ha paura della Telemedicina? https://newmicro.altervista.org/?p=7528
Informatica Medica e Telemedicina: 50 anni di Sviluppo https://newmicro.altervista.org/?p=7470
Tele Cardio https://newmicro.altervista.org/?p=6774
Digital Health https://newmicro.altervista.org/?p=6610

 Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale / Linee Guida organizzative contenenti il modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare/ Glossario di Telemedicina (PDF)

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Francesco Sicurello

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