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ECMU e Cambiamento

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ECMU e Cambiamento
(Last Updated On: 23 luglio 2022)

Cambiamento radicale e miglioramento continuo

L’esame urine o ECMU (Esame Chimico Morfologico delle Urine) da sempre si identifica con la Medicina di Laboratorio, ma sottintende anche un lungo percorso di adeguamento per evitare errori, omissioni, inutili allarmismi. Possiamo affermare che il cambiamento è dovuto alle trasformazioni nella struttura sociale che si sono verificate nel tempo e che riassumono le modifiche culturali legate alle nuove conoscenze di diagnosi e cura in campo sanitario.

I dati forniti con il referto-risposta sono strategici per identificare e monitorare sintomi e patologie in campo renale e non solo. Proporre di adeguare i contenuti non deve quindi stupire, è necessario completare in base alle nuove conoscenze la risposta-referto. Capire che il cambiamento è necessario ne è la premessa. Eppure cambiare è una delle cose più difficili. Il motivo è semplice: nessuno ci ha insegnato ad affrontare le problematiche legate a tali modifiche.

Mettersi in gioco può essere molto complicato, perché, innanzitutto, significa anche ammettere di aver sbagliato: solo da questa convinzione potrà avviarsi il processo di innovazione, miglioramento e sviluppo volto ad instaurare nuove pratiche e abitudini ed a ridurre quei “bias” cognitivi che, tanto spesso, sviano i nostri giudizi e influenzano negativamente le nostre decisioni. Ciò vale sia a livello personale che organizzativo, sia sul piano individuale che su quello collettivo.

Il raggiungimento di una personale consapevolezza permette di non commettere più gli stessi errori, evitandone altri, anche intraprendendo un cammino o percorso di dignità e competenza maggiori. Il passo successivo riguarda la disponibilità a cambiare. Non basta sapere che c’è qualcosa che non va nei nostri modi di fare e di valutare o nei processi decisionali, all’interno delle nostre organizzazioni; ciò è necessario ma non sufficiente; occorreoperare fattivamente per cambiare le cose.

Le persone rappresentano una risorsa cruciale a disposizione di un’organizzazione e sono essenziali nel processo di cambiamento. In laboratorio assicurano il massimo grado di appropriatezza, ossia applicano una corretta strategia diagnostica per evitare ridondanze e carenze e migliorare le fasi preanalitica, analitica e post-analitica, che si concretizzano nella riduzione dei falsi positivi e negativi, quindi → mancate diagnosi.

Obiettivo primario è fornire un referto con informazioni clinicamente rilevanti, analiticamente affidabili e correttamente interpretabili. Ma se la teoria è nitida, il passaggio al concreto è difficile. Nella Risposta-Referto la forma è sostanza: utilizzare i termini corretti, inserire i valori di riferimento, migliorare la leggibilità, sono tutti interventi realizzabili in tempi rapidi.

Ma non sono in verità semplici! Viviamo in una realtà sanitaria dove è ormai ampiamente diffusa la  centralizzazione delle attività. Le linee guida della fase preanalitica risalgono però al 2012 e meno di un terzo dei laboratori utilizza sistemi di controllo della temperatura durante il trasporto dei campioni, nonostante i processi di accorpamento e consolidamento si siano diffusi, a fronte della disponibilità di sistemi di monitoraggio semplici e accessibili.

Una fase preanalitica troppo lunga e/o mal gestita, (ad esempio per inadeguato controllo della  temperatura di trasporto) può determinare lisi degli elementi (emazie, leucociti, cilindri) con perdita di informazioni clinicamente utili ed incremento del numero di batteri (false IVU, trattamenti antibiotici non giustificati). L’organizzazione hub/spoke non può prescindere da tali problematiche.

Riportare nel singolo laboratorio l’attività analitica relativa all’ECMU, per ridurre i tempi preanalitici e salvaguardare la qualità con un occhio di riguardo all’autovalutazione può voler dire Screening delle batteriurie in tempo reale, supporto da remoto del laureato esperto, microscopio con telecamera per acquisizione delle immagini e funzioni “live”.

Solo il 5,5% dei laboratori che partecipano alla VEQ Regione Lombardia utilizzano “dipstick” che calcolano il “ACR” e lo refertano. Nella Survey “Customer Satisfaction” del CRQ regionale non pochi laboratori hanno contestato l’introduzione dell’associazione clinica, adducendo come motivazione che “ non è  compito del laboratorio conoscere le patologie e dare indicazioni e in tal senso, pertanto si ritiene scorretta la richiesta di correlazione degli elementi presentati con una specifica condizione  patologica”.

Sono sicuramente situazioni che evocano la rinuncia alla funzione di “esame diagnostico”, vero obiettivo della Medicina di Laboratorio.

Nell’esperienza di Bergamo, il cambiamento “radicale” NON ha creato reazioni negative negli utilizzatori finali.  In verità c’è stato e sussiste tuttora un forte apprezzamento  per la chiarezza del referto e per  la presenza di ACR e PCR nell’ esame urine completo di routine, soprattutto  da parte dei clinici ospedalieri. Da segnalare anche la riduzione significativa nel numero di richieste per proteinuria e albuminuria delle 24 ore o per albuminuria notturna, associata alla creazione di un profilo pediatrico (prima infanzia), con glucosio-chetoni e richieste di glucosio/pH limitate a poche decine l’anno.

L’obiettivo non è un esame urine uguale per tutti, ma uno strumento flessibile da adattare alle esigenze cliniche, perché fa parte del nostro ruolo di dirigenti dare un significato ai risultati che possono sottendere la presenza di una patologia, che potrebbe avere possibili ricadute negative sul paziente. Apprezzare la relazione tenuta durante Urinology 2022 da Maria Grazia Alessio (che ringraziamo), ci consente di “accedere” direttamente alla “fonte delle novità”!

BIBLIOWEB:

Alessio MG – Le regole per l’esame urine per evitare errori, omissioni, inutili allarmismi. Possibili soluzioni:  cambiamento radicale e miglioramento continuo.  Atti del Convegno: Urinology 2022 “Il Covid e la sua scia: il rene e la diagnostica urinaria”, Padova 10-11 maggio 2022 (in PDF-FlipBook)
ECMU e Cambiamento https://newmicro.altervista.org/?p=9257
Questionario conoscitivo sull’Esame Chimico Morfologico delle Urine (ECMU) in Italia – 04/08/2016 https://www.sipmel.it/it/comunicazione/notizie/108455
Giavarina D – ECMU, automazione e tele-laboratorio. Atti del Convegno: Urinology 2022 “Il Covid e la sua scia: il rene e la diagnostica urinaria” – Padova 10-11 maggio 2022 (PDF-FlipBook)
https://newmicro.altervista.org/?p=9257
Manoni F: “Il Referto: Algoritmi, Intelligenza Artificiale, Competenza Specialistica” – Atti del Convegno: Urinology, Padova 10/11 maggio 2022 (PDF-FlipBook).
Il referto secondo Manoni https://newmicro.altervista.org/?p=9218
URINOLOGY 2022 https://newm icro.altervista.org/?p=9121
Il valore prognostico dell’HB1Ac https://newmicro.altervista.org/?p=8832
Esame Urine: completo? https://newmicro.altervista.org/?p=8038
Rischio Clinico e Linee Guida https://newmicro.altervista.org/?p=8004
Malattia Renale e Covid https://newmicro.altervista.org/?p=7956
La Malattia renale https://newmicro.altervista.org/?p=7861
L’esame urine siamo noi https://newmicro.altervista.org/?p=4251
Esame Urine Automazione Valore Aggiunto https://newmicro.altervista.org/?p=3278
Luci ed ombre, per il laboratorio, nella nefropatia diabetica https://newmicro.altervista.org/?p=2870
Urinology 2017. Focus sullo Stato dell’Arte https://newmicro.altervista.org/?p=2744
Il GIAU si fa strada https://newmicro.altervista.org/?p=1596
Linee Guida Esame Urine: propone GIAU https://newmicro.altervista.org/?p=1121
URINOLOGY 2015: il rene è muto ma l’urina parla https://newmicro.altervista.org/?p=652

 Alessio MG. Le regole per l’esame urine per evitare errori, omissioni, inutili allarmismi. Convegno: Urinology 2022 “Il Covid e la sua scia: il rene e la diagnostica urinaria”, 10-11 maggio 2022 (PDF-FlipBook)

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Sandro Pierdomenico

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