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URINOLOGY 2022

(Last Updated On: 20 aprile 2022)

IL COVID E LA SUA SCIA: IL RENE E LA DIAGNOSTICA URINARIA

Ogni nuova patologia va inquadrata nelle sue caratteristiche, tenendo conto della patogenesi e degli effetti sugli organi bersaglio: COVID 19 non sfugge a tali regole. Al contrario: richiede una rapida metabolizzazione di nuovi concetti sanitari, clinici e anche di laboratorio. Vuol dire metabolizzare indicazioni raccolte “sul campo”, diffuse “open source” a livello mondiale, tenendo conto delle nuove tecnologie messe a disposizione dal mercato, delle regole e Linee Guida per evitare errori, omissioni o inutili allarmismi. Nel nostro caso l’obiettivo è il referto clinicamente utile dell’esame urine.

Ciò spiega ampiamente il motivo del fiorire di convegni, congressi, webinar dedicati al Covid-19 da molte Società Scientifiche. Richiamare e diffondere le nuove conoscenze della patologia è essenziale. Per tale motivo il Gruppo Interdisciplinare laboratorio e clinica dell’Apparato Urinario (GIAU), nel suo convegno annuale, Urinology 2022, tratta delle evidenze emerse durante la pandemia sul rene e l’esame urine (ECMU). Doveroso dare la parola al Coordinatore del Gruppo interdisciplinare, Fabio Manoni:

“L’organo più colpito dal COVID è senza dubbio il polmone, ma non solo; con l’esperienza maturata sino ad oggi possiamo affermare che il rene è tra gli organi più a rischio e che una delle evoluzioni più temute del COVID è proprio l’insufficienza renale”.

JAMA riporta dati emblematici al riguardo: l’Insufficienza Renale Acuta (IRA) insorge in un range tra il 24 e 57% nei soggetti ricoverati in medicina, malattie infettive, pneumologia e arriva all’80% nei soggetti in terapia intensiva. I trapiantati ed i dializzati sono tra i soggetti a maggior rischio di sopravvivenza, in caso di infezione da SARS-Cov-2.

I primi segni di danno renale sono presenti nelle urine ed all’Esame Chimico Morfologico (ECMU) risultano proteinuria, ematuria e cellule renali. È quindi ancora una volta essenziale, per cercare di contrastare l’esito infausto della malattia, una diagnosi precoce, inserendo sempre questo accertamento nel pannello di routine e garantendo sempre una risposta adeguata alla complessità e gravità della clinica.

In una survey pubblicata quest’anno, condotta su medici, biologi e tecnici di oltre 600 Laboratori italiani pubblici e privati iscritti a SIBioC e SIPMeL, una quota significativa esprimeva una parziale o mancata applicazione delle LL. GG. del “ECMU”.

Urinology 2022 ha lo scopo di indagare e valutare l’impatto del COVID sul rene e sui pazienti nefropatici (dializzati, trapiantati), evidenziando nuovi elementi diagnostici al fine di sottolineare il valore dell’ECMU nella diagnosi di danno renale.

Risulta indispensabile conoscere ed applicare le LL.GG. e le raccomandazioni per l’ECMU che il GIAU, con l’approvazione di SIBioC, SIPMeL e SIN, ha stilato nel corso dell’ultimo decennio e di affermare una refertazione “parlante”, in grado cioè di mettere nella giusta evidenza i segni, gli indicatori dello stato di salute dell’apparato urinario, in modo chiaro e facilmente comprensibile.

Proprio in un momento critico come quello attuale è necessario riaffermare, con tenacia, i principi ineludibili della buona pratica di Laboratorio, messa a rischio dalla “lunga scia del COVID”!

URINOLOGY 2022 sarà attuata secondo il format collaudato delle relazioni frontali, cui seguiranno ampie discussioni con opinionisti, esperti e conduttori. Il convegno sarà ibrido (presenza e a distanza). I relatori sono previsti tutti in sede, con la possibilità (dettata dall’andamento della pandemia), di poter accogliere in presenza anche i discenti.

Urinology 2022

IBRIDO RESIDENZIALE & WEBINAR ● PADOVA, HOTEL GALILEO

Data Mercoledì 10 – 11 Maggio 2022

Piattaforma FAD https://eolo.dnaconnect.sm/

Per pre-iscrizioni: [email protected]

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